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      Padre uccide figlio a Lamezia, omicidio dopo richiesta soldi, vittima già condannata

       

       

      Padre uccide figlio a Lamezia, omicidio dopo richiesta soldi, vittima già condannata

      02 mag 25 Sarebbe maturata in un contesto familiare segnato da liti frequenti e continue richieste di soldi, l'uccisione di Bruno Di Cello, il trentenne che sognava di diventare un famoso modello, ucciso ieri dal padre Francesco Di Cello, di 64 anni, in località Marinella a Lamezia Terme. L'omicida, che ha sparato un solo colpo di pistola in faccia al figlio uccidendolo all'istante e che subito dopo il fatto si è costituito, si trova ora nel carcere di Catanzaro. L'uomo è accusato di "omicidio, detenzione e porto abusivo di arma clandestina e di ricettazione della stessa arma". Una vicenda complessa quella che ha portato al drammatico epilogo e che ha portato alla luce un "contesto di disperazione" costellato da continue richieste di soldi da parte del figlio al padre e di conseguenti discussioni accese e dispute. La ricostruzione della tragedia di venerdì è stata fatta dagli investigatori del commissariato di Lamezia Terme, diretto da Antonio Turi, al termine di un lunghissimo interrogatorio del sessantaquattrenne che si è concluso solo a tarda sera. L'omicidio è avvenuto nella mattinata di ieri, quando il corpo del giovane è stato ritrovato riverso in via Trani all'interno della Marinella da un ragazzo che passava di lì e che ha subito chiamato il 118. Per la vittima però non c'è stato nulla da fare. Il fermo del padre ed il conseguente trasferimento nel carcere di Catanzaro è stato disposto dal sostituto procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Gualberto Buccarelli.

      Vittima era già stata condannata

      Era stato condannato per estorsione nei confronti dei genitori in passato Bruno Di Cello, il trentenne ucciso ieri a Lamezia Terme dal padre Francesco, guardia giurata in pensione al culmine, secondo quanto emerso, di liti e contrasti continui con il genitore e con la madre titolare di una piccola azienda agricola. Francesco Di Cello, che si è costituito subito dopo il fatto, dalla tarda serata di ieri si trova rinchiuso nel carcere. La vittima aveva anche un fratello e una sorella minore. Il padre del trentenne ha ammesso tutte le sue responsabilità confessando di aver ucciso il figlio con un colpo di pistola esploso in viso, al termine di una giornata densa di tensione e liti all'interno della famiglia. E lo ha fatto davanti davanti al pm della Procura di Lamezia Terme, Gualberto Buccarelli, assistito dai suoi avvocati Pino Spinelli e Renzo Andricciola. Intanto, sarà fissato nelle prossime ore l'interrogatorio di garanzia per l'udienza di convalida del provvedimento nei confronti di Francesco Di Cello.

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