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![]() Nuovo incendio doloso a ospedale della Sibaritide, indagano PS e CC![]()
Nuovo incendio doloso a ospedale della Sibaritide, indagano PS e CC 26 giu 25 Secondo incendio, di probabile natura dolosa, a distanza di 24 ore nel nuovo ospedale della Sibaritide in costruzione in contrada Insiti a Corigliano-Rossano. Le fiamme si sarebbero sviluppate nei vani tecnici della struttura e in un punto non distante dell'incendio che ieri ha visto coinvolto il vano ascensore. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di Corigliano-Rossano che hanno provveduto a domare l'incendio, questa seconda volta, di notevole entità. Gli operai al lavoro nell'area coinvolta sono stati fatti evacuare in attesa di ripristinare la zona interessata dalle fiamme. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e la polizia che hanno avviato le indagini per stabilire la natura del rogo e gli eventuali responsabili. "È di estrema gravità quanto sta accadendo nel cantiere dell'ospedale della Sibaritide, dove si susseguono incendi che mettono a rischio la sicurezza dei lavoratori e ostacolano la realizzazione di un'opera fondamentale per la comunità. Il clima è ormai diventato insostenibile e ci auguriamo che le forze dell'ordine e la magistratura riescano a individuare al più presto i responsabili di queste azioni intimidatorie e distruttive". Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria. "Siamo vicini - prosegue - all'impresa impegnata nei lavori e a tutte le maestranze costrette a subire questa barbarie, alle quali esprimiamo la nostra piena e incondizionata solidarietà. Prepotenza, malaffare, violenza e intimidazioni non fermeranno il percorso di cambiamento e di ricostruzione che abbiamo avviato per il bene della Regione e per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Basta. La Calabria perbene non tollera più minacce e sopraffazioni". "Dopo l'incendio che ha colpito ieri il cantiere dell'Ospedale della Sibaritide, oggi si è consumato un secondo, gravissimo episodio. Un nuovo rogo, un nuovo segnale inquietante. E questa volta non ci si può più nascondere dietro la parola 'fatalità'. Non si può più parlare di coincidenze". E' quanto si legge in una nota della FenealUil Calabria. "L'appello lanciato ieri da Giacomo Maccarone, segretario generale della FenealUil Calabria - prosegue la nota - è rimasto lettera morta. Un grido di allarme inascoltato, un campanello d'allarme ignorato da chi avrebbe dovuto vigilare e prevenire. Troppa superficialità, troppa indifferenza rispetto a quello che dovrebbe essere l'ospedale della rinascita di un intero territorio, e che invece rischia di diventare il simbolo della morte della civiltà calabrese. La FenealUil Calabria, sindacato attento, presente e impegnato quotidianamente nella tutela dei lavoratori, condanna con fermezza quanto accaduto e pretende immediatamente risposte concrete. L'incolumità dei lavoratori e la sicurezza del cantiere sono priorità assolute, ma ciò che sta accadendo lascia pensare a qualcosa di ancora più grave: forse atti intimidatori, forse sabotaggi deliberati, o peggio. In ogni caso, non può e non deve passare sotto silenzio. Chiediamo a gran voce che tutto il cantiere dell'Ospedale della Sibaritide e le aree circostanti siano poste sotto controllo e sorveglianza costante da parte delle forze dell'ordine. I lavoratori e le loro famiglie non possono continuare a vivere nella paura di recarsi ogni giorno in un luogo dove il terrore sembra aver preso il sopravvento sulla legalità". "Il presidente della Regione e commissario ad acta per la sanità calabrese, Roberto Occhiuto - afferma il sindacato - deve intervenire immediatamente. Non può esserci silenzio di fronte a un attacco così violento e simbolico verso una delle opere pubbliche più importanti della regione. Il suo ruolo istituzionale gli impone di dare un segnale forte, chiaro e immediato: la Calabria non è terra di nessuno. Servono misure straordinarie per garantire sicurezza, legalità e dignità. Non solo per chi lavora nei cantieri, ma per tutta la cittadinanza. Non possiamo accettare che un'opera sanitaria di tale importanza venga trasformata in un campo di battaglia. Il silenzio, in questo momento, è complice. Il disinteresse è corresponsabile". "La Calabria - conclude la FenealUil Calabria - ha bisogno di sanità, di lavoro, ma soprattutto di giustizia e coraggio. E oggi, più che mai, abbiamo bisogno che lo Stato faccia sentire la sua voce. Prima che sia troppo tardi". "Purtroppo, dopo l'incendio di ieri mattina, anche oggi una fitta nuvola nera si è alzata dal cantiere dell'ospedale della Sibaritide. Episodi gravi e inquietanti, che non possono passare sotto silenzio. Si faccia piena luce su quanto sta accadendo: la sicurezza dei lavoratori viene prima di tutto. La paura non può e non deve diventare normalità". E' quanto scrive sui social il segretario generale della Fillea Cgil Calabria Simone Celebre. "Abbiamo piena fiducia nel lavoro degli inquirenti - prosegue - ma la situazione si sta facendo 'pericolosa', perciò invitiamo chi di competenza a voler fare tutto il possibile per chiarire cosa sta avvenendo nel cantiere dell'ospedale della Sibaritide". "Due incendi in due giorni, entrambi sviluppatisi nella stessa area del cantiere dell'ospedale della Sibaritide, non possono essere archiviati come semplici coincidenze. In attesa che le autorità competenti facciano piena luce sull'origine di questi episodi, dolosa o accidentale che sia, ritengo urgente un intervento immediato da parte dello Stato per garantire sicurezza, legalità e continuità ai lavori di costruzione di un'opera strategica per la sanità calabrese". È quanto afferma Davide Tavernise, capogruppo del M5S al Consiglio regionale della Calabria, che lancia un appello al governo e al ministero della Difesa affinché sia valutato l'impiego dell'Esercito per la sorveglianza e la tutela del cantiere, come già avviene per la Strada Statale 106 nell'ambito dell'operazione "Strade Sicure". "Parliamo di una struttura sanitaria attesa da decenni - prosegue Tavernise - e che, tra ritardi, stop, cambi di gestione e rimpalli di responsabilità, ancora oggi non riesce a vedere la luce. I recenti roghi nel vano ascensore e in altre zone del cantiere alimentano il sospetto che vi siano interferenze esterne che mirano a rallentare o ostacolare i lavori. È inaccettabile. Lo Stato deve rispondere con fermezza". "Così come è stato deciso di impiegare l'Esercito per presidiare i cantieri della SS106 nel tratto Sibari-Roseto, a tutela delle infrastrutture critiche e per garantire lo sviluppo del territorio - afferma l'esponente 5 Stelle - oggi si rende necessario lo stesso livello di attenzione e protezione per l'ospedale della Sibaritide. Non possiamo permettere che questo progetto diventi ostaggio di interessi opachi o vittima della scarsa vigilanza". Tavernise, infine, si unisce all'appello dei lavoratori e dei sindacati che chiedono garanzie e sicurezza: "Chi lavora in quel cantiere ha diritto a operare in condizioni di tranquillità. Chi vive su questo territorio ha diritto a sapere se dietro questi episodi ci sia una regia occulta. E chi governa ha il dovere di intervenire subito. È il momento di alzare il livello di guardia. Lo Stato si faccia sentire". "Due incendi in due giorni nel cantiere dell'ospedale della Sibaritide non sono una casualità. Sono invece un segnale inquietante e gravissimo che impone una reazione immediata". Il Partito democratico della Calabria, guidato dal senatore Nicola Irto, in una nota, "denuncia l'inerzia della Regione Calabria e chiede provvedimenti straordinari a tutela dell'opera e della sicurezza pubblica". "È inaccettabile - afferma il Pd Calabria - che uno dei cantieri più importanti per il futuro sanitario della nostra regione sia lasciato nell'abbandono, preda di roghi sospetti e senza una sorveglianza efficace. Com'è stata predisposta la vigilanza, alla luce del ripetersi di episodi tanto gravi? Perché si continua a consentire che si sviluppino incendi come nulla fosse? È scandaloso". "Già la costruzione dell'ospedale della Sibaritide - proseguono i dem calabresi - ha accumulato anni di ritardi, promesse mancate, interruzioni ingiustificate. Ora addirittura si rischia che il cantiere diventi terreno fertile per atti intimidatori o peggio. È una vergogna che la Regione Calabria non abbia ancora adottato misure immediate e drastiche. Nessun silenzio, nessuna ambiguità. Le opere pubbliche vanno protette, i lavoratori vanno messi in sicurezza, la legalità - conclude il Pd Calabria - va ristabilita senza esitazioni".
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