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![]() Festeggiati in Calabria i 211 anni dell'Arma dei Carabinieri![]()
Festeggiati in Calabria i 211 anni dell'Arma dei Carabinieri 05 giu 25 L'Arma dei Carabinieri, festeggia oggi 211 anni di storia al servizio del Paese, rinnovando l'impegno quotidiano per garantire la sicurezza dei cittadini. Stamani una corona d'alloro è stata al Monumento ai Caduti nella Caserma "Triggiani", nel centro storico di Catanzaro. A Cosenza la cerimonia ha visto i militari schierati in parata davanti la sede comunale di Palazzo dei Bruzi con tutte le autorità. In serata, invece, nella sede del Comando Legione Carabinieri "Calabria", si svolgerà la cerimonia militare, alla presenza di numerose autorità civili, militari e religiose. L'anniversario è stato celebrato stamani nelle altre L'Arma dei Carabinieri province calabresi. A Cosenza, presso la Piazza dei Bruzi antistante la Caserma "Paolo Grippo", storica sede dell'Arma cosentina, è stato celebrato il 211° Annuale di Fondazione dell'Arma dei Carabinieri, ricorrenza che si celebra in tutta Italia e fissata il 5 giugno di ogni anno a perenne ricordo del conferimento della prima Medaglia d'oro al valor militare – avvenuto il 05 giugno 1920 - per il contributo fornito dall'Arma all'Italia durante la Prima Guerra mondiale. La cerimonia è avvenuta al cospetto delle più alte autorità militari, civili e religiose cittadine, nonché dei rappresentanti di tutte le associazioni militari e combattentistiche d'arma. Presenti, tra le autorità civili Sua Eccellenza il Prefetto Rosa Maria PADOVANO, il Procuratore della Repubblica di Cosenza, Dott. Vincenzo CAPOMOLLA, il Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Dott. Alessandro D'Alessio, il Procuratore della Repubblica di Paola, Dott. Domenico FIORDALISI, il Presidente della Provincia di Cosenza, Dottoressa Rosaria SUCCURRO, il Sindaco della Città di Cosenza, avvocato Franz CARUSO, il Questore Giuseppe CANNIZZARO, il Provveditore agli studi di Cosenza Dott.ssa Loredana Giannicola ed il Magnifico rettore dell’UNICAL. Chiarissimo Prof. Nicola LEONE. Tra le autorità militari il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza con la gradita presenza del Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco. È stato rivolto, inoltre, un deferente pensiero alle autorità religiose diocesane ed in particolare all'Arcivescovi di Cosenza-Bisignano, ed all'Eparca di Lungro. La cerimonia, presieduta dal Comandante Provinciale dell'Arma dei Carabinieri di Cosenza, Colonnello Andrea MOMMO, ha preso il via alle ore 09.30 con lo schieramento di un reparto di formazione in armi, composto da un blocco di Carabinieri in Grande Uniforme Speciale, uno di Comandanti di Stazione della linea territoriale, uno di militari dell’Arma Forestale e l’ultimo dai Carabinieri di specialità rappresentati da artificieri, ciclisti, motociclisti, N.A.S., N.I.L., radiomobilisti, Carabinieri sciatori, Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Al termine della lettura solenne del messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio MATTARELLA, e del Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d'Armata Salvatore LUONGO, il Comandante Provinciale unitamente al Prefetto di Cosenza ed alle più alte cariche Istituzionali presenti, hanno testimoniato la profonda vicinanza dell’Arma dei Carabinieri e delle Istituzioni alle vedove dei militari caduti in servizio e nell’adempimento del dovere, omaggiandole con fiori simbolo del reale affetto e della commossa riconoscenza nei confronti di coloro che hanno testimoniato il più profondo significato del “servire sino al più alto sacrificio”. Dopo aver conferito le tradizionali ricompense ai militari distintisi in alcune delle tante attività di Polizia Giudiziaria e nelle meritorie azioni di soccorso alla popolazione, quale giusto riconoscimento per lo straordinario impegno, la dedizione ed il personale sacrificio evidenziati da alcuni militari in delicate e pericolose circostanze. Nel corso della sua prolusione, il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Cosenza ha voluto rivolgere a tutti i Carabinieri in servizio, alle Autorità presenti e ai numerosi cittadini presenti, il proprio personale ringraziamento per le attestazioni di vicinanza all'Arma, richiamando l'indissolubile unione tra le comunità locali e i presidi territoriali della Benemerita. Il Colonnello MOMMO ha quindi tracciato un sintetico bilancio delle attività istituzionali svolte nell'ultimo anno. Sono stati evidenziati i successi sul fronte della lotta alla criminalità con il prezioso e quotidiano coordinamento svolto dalle autorità giudiziarie distrettuali e ordinarie, con le quali si è saldato un rapporto di univocità e condivisione finalizzato al raggiungimento di obiettivi programmatici di contrasto al crimine organizzato e comune. Al di là dei significativi dati statistici riepilogati in chiave preventiva e repressiva, che affermano il pieno e costante impegno dei Carabinieri cosentini e la piena sinergia tra tutte le componenti territoriali e specialistiche, il Colonnello MOMMO ha voluto sottolineare la rinnovata capacità dell'Arma dei Carabinieri di percepire e analizzare le continue evoluzioni della delinquenza, adeguando il modello operativo con flessibilità e duttilità, ponendo a caposaldo della struttura ordinativa la Stazione Carabinieri, incisivo sensore di prossimità e duttile strumento per la comprensione dei mutevoli fenomeni sociali. Il Comandante Provinciale ha inteso sottolineare, inoltre, il significativo contributo offerto dalle componenti provinciali e regionali dell'Arma Specialistica (NAS, NIL, NOE, Carabinieri Forestali, TPC) a tutela della salute, della tipicità e genuinità dei prodotti alimentari, del lavoro, della biodiversità e dell'intero patrimonio boschivo e naturale, richiamando le operazioni disposte dal Comandante di Legione ed effettuate, nel periodo, a tutela della biodiversità e degli ecosistemi terrestre e marino della Provincia. Nell'anno in corso, ha proseguito il Colonnello MOMMO, l'Arma è stata impegnata nella sua globalità a rendere al cittadino una preziosa funzione sociale a vantaggio delle fasce più deboli della popolazione, coinvolgendo tutte le componenti della società, famiglie, Scuola, Chiesa in uno con Enti pubblici e sociali. L'azione dell'Arma è stata particolarmente attenta alle fasce della popolazione più fragili ed esposte alla criminalità, anziani, donne e ragazzi, aiutando i primi, con il supporto delle Diocesi e delle Parrocchie del territorio, a riconoscere le molteplici truffe realizzate a loro danno ed organizzando, in sinergia con gli istituti scolastici di tutti i livelli d'istruzione, mirati incontri con gli studenti finalizzati ad approfondire le molteplici tematiche connesse con il rispetto della legalità, avvicinare i giovani alle Istituzioni e diffondere principi e ideali di libertà, uguaglianza e giustizia. Oggi erano presenti le rappresentanze, festose e colorate, degli alunni dell'Istituto Comprensivo di Commenda di Rende, dell'Istituto Comprensivo musicale Don Milani-De Matera di Aprigliano, con coro e orchestra che hanno allietato la cerimonia, e dell'Istituto Superiore alberghiero Mancini Tommasi di Cosenza, cui il Comandante Provinciale ha rivolto il suo saluto e il suo ringraziamento per i contributi offerti all'organizzazione della cerimonia, conferendo loro specifici attestati di partecipazione ed affermando che ogni Carabiniere sarà sempre al loro fianco per garantire la giusta sicurezza nel godimento dei diritti e ogni contributo alla formazione di cittadini sempre più consapevoli dei propri doveri. Al termine della cerimonia, gli ospiti e i bambini delle scuole, invece, hanno potuto visitare alcuni stand organizzati dai Carabinieri Forestali all'esterno del plesso militare, ove sono state fornite informazioni relative alla tutela del patrimonio naturale italiano e della biodiversità, intrattenendosi successivamente al sobrio rinfresco organizzato dagli studenti dell'Istituto Superiore alberghiero Mancini Tommasi di Cosenza. La cerimonia odierna, restituisce, ancora una volta, alla Provincia di Cosenza, la cifra dell'impegno e della costante abnegazione che i Carabinieri garantiscono alle Istituzioni e al territorio, servendo le popolazioni e le comunità locali, altresì esprimendo solidarietà a chi ha più bisogno e agendo nei confronti di chi sbaglia, con umana determinazione e fermezza rispettosa della dignità umana. A Reggio Calabria il generale Cesario Totaro, comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria, nel suo intervento si è soffermato in particolare sul coinvolgimento, nelle celebrazioni "dei giovani studenti delle scuole di ogni ordine e grado di Reggio città metropolitana". "Ci siamo rivolti prima di tutto ai giovani - ha detto - che sono chiamati a costruire l'Italia del domani. Istruzione e legalità due facce della stessa medaglia. I ragazzi di oggi, se privati di adeguati percorsi didattici e pedagogici, sono potenzialmente destinati a diventare i delinquenti di domani, involontarie vittime di un processo di arretramento della comunità, innescato dalla povertà educativa". Totaro ha anche fornito i numeri relativi all'attività dell'ultimo anno: 903 persone arrestate di cui 134 per associazione di tipo mafioso, e oltre 4milioni e 33mila euro di beni sequestrati e confiscati. "Il contrasto alle mafie - ha detto - è dunque affrontato con determinazione e risolutezza, pur tuttavia alla risonanza mediatica nazionale che ha riscosso la recente operazione 'Millennium' ha fatto da contraltare un assordante silenzio che fa gioco alla 'concorrenza' dando la netta impressione che probabilmente viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma ancora oggi non vediamo tutti lo stesso orizzonte". A Crotone, il comandante provinciale Raffaele Giovinazzo ha sottolineato che "onore, fedeltà, senso del dovere, coraggio, costituiscono la bussola etica del carabiniere, traducendosi non in meri concetti astratti, bensì in principi vivi che quotidianamente si estrinsecano in un comportamento irreprensibile, nel rispetto della legge e della dignità di ogni persona, anche a sacrificio del bene supremo della vita". Quindi ha citato alcuni dati dell'attività svolta nella provincia: 12.668 servizi perlustrativi, 58.933 persone controllate, 3.470 reati perseguiti pari al 75% delle denunce complessivamente presentate; 1.280 persone denunciate in stato di libertà e 306 quelle arrestate. "Diverse e parimenti importanti - ha aggiunto - sono state le attività che l'Arma di Crotone ha condotto in questo territorio contro il crimine di ogni natura, in materia di violenza di genere, pedofilia, ambiente, truffe in danno di anziani nonché per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata. A tal riguardo, rammento le importanti attività investigative che hanno portato all'arresto di tre pericolosi latitanti sodali del locale di 'ndrangheta di Cirò. Ma l'Arma è in prima linea anche nell'attività di prevenzione e contrasto di tutte quelle forme di illegalità che attentano alla nostra salute, all'ambiente in cui viviamo, al nostro meraviglioso patrimonio culturale ed al complesso mondo del lavoro". Nel vibonese, la cerimonia si è svolta a Tropea. Il comandante provinciale, colonnello Luca Toti, ha richiamato richiamando i valori fondanti del corpo: "Orgoglio, onore, rispetto e umanità. Sono questi i principi che devono guidare chi indossa la nostra uniforme. La forza dell'Arma non è solo nell'efficienza operativa, ma soprattutto nel cuore e nell'umanità di chi la rappresenta". L'ufficiale ha quindi tracciato le tre linee guida dell'attività del Comando provinciale: il contrasto alla criminalità organizzata e all'illegalità diffusa, la prevenzione attraverso la presenza costante tra la gente, e la promozione della cultura della legalità, soprattutto tra i giovani. "La legalità - ha detto - non si insegna solo con le parole, ma con l'esempio quotidiano. È nelle scuole, nei quartieri, nei piccoli gesti che si costruisce una società migliore". Toti ha quindi spiegato la scelta, non casuale, di Tropea come luogo della cerimonia, lanciare un messaggio forte che lo Stato c'è e non arretra dopo le recenti operazioni antimafia e lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni, sottolineando l'importanza di "alimentare giorno dopo giorno la speranza che questo territorio possa rinascere, lavorando insieme, istituzioni e cittadini, come una squadra". Il bilancio del Comando regionale Oltre 2.100 arresti, quasi 18mila persone denunciate, 170mila pattuglie e perlustrazioni sul territorio. Sono alcuni dati relativi alle attività svolte dai carabinieri nell'ultimo anno, resi noti durante la celebrazione del 211mo annuale della fondazione dell'Arma, svoltosi stasera nella sede del Comando Legione Calabria. "Il segno di un impegno senza quartiere" per il comandante della Legione, generale Riccardo Sciuto, che nel corso delle celebrazioni ha ripercorso le principali operazioni anti-'ndrangheta svolte dai carabinieri sull'intero territorio regionale. "Una storia straordinaria che ha accompagnato la storia del nostro Paese" ha aggiunto il generale Sciuto. "È una storia di prossimità e di vicinanza alla popolazione, guardiamo al futuro ma fieri delle nostre tradizioni. La nostra azione investigativa è tutta tesa alla disarticolazione delle cosche che mirano solo a rovinare questa terra meravigliosa. Le operazioni svolte hanno attraversato tutto il territorio regionale" ha precisato ancora ricordando una delle ultime operazioni, "Millenium", coordinata dalla Dda di Reggio Calabria che ha portato all'arresto di 97 persone. "Questa è una terra di criminalità organizzata e di criminalità diffusa e predatoria - ha spiegato ancora Sciuto -. Naturalmente gli assetti investigativi più spinti, più attrezzati si occupano di criminalità organizzata, tutto il resto dell'Arma si occupa di criminalità diffusa e predatoria, anche attraverso attività di prevenzione e di contrasto. La combinazione delle due azioni consente di sviluppare un'attività di contrasto che innegabilmente l'arma svolge con grande competenza". La cerimonia si è aperta con l'alzabandiera. Il comandante regionale, accompagnato dalla sottosegretaria all'Interno Wanda Ferro, ha passato in rassegna gli schieramenti. Alla presenza di autorità civili, militari e religiose, è avvenuta poi la consegna delle benemerenze ai carabinieri che si sono distinti in servizio. "È l'attestazione che l'Arma fa ai suoi più fedeli servitori e ai suoi più fedeli soldati. Lo facciamo pubblicamente perché questo meritano questi straordinari ragazzi di Calabria" ha concluso il comandante regionale. Il discorso del Gen. Totaro Autorità, gentili ospiti, desidero innanzitutto rivolgerVi a nome di tutti i Carabinieri della provincia di Reggio Calabria e mio personale, un grato saluto per essere oggi qui con noi, in occasione del 211° anniversario di fondazione dell’Arma dei Carabinieri, nonché del 110° anniversario dei combattimenti sulle pendici del Podgora nel corso della Prima Guerra Mondiale, fatti per i quali il 5 giugno 1920 fu concessa alla Bandiera dell’Arma la prima Medaglia d’Oro al Valor Militare; bandiera che questa sera a Roma si arricchirà di un’ulteriore medaglia d’oro al valor civile per la preziosa attività svolta a tutela dei minori. Una data che simbolicamente rinnova, ogni anno, anche il legame indissolubile che si è formato nel tempo tra l’Arma e gli italiani. Infatti quest’oggi, da Nord a Sud, l’anniversario riunisce idealmente attorno ai simboli e ai colori dell’Arma l’intera popolazione, che la identifica come “Benemerita”, per essere stata “NEI SECOLI FEDELE” alle Istituzioni, e sempre garante delle comunità in cui opera, conservando intatti i valori che rappresentano la sua identità e la sua bussola etica. Proprio come riconoscimento di questo legame dell’Arma con il territorio, quest’anno l’anniversario, articolato su 3 giorni di eventi celebrativi, ha preso a riferimento due luoghi simbolo della città di Reggio Calabria: il Museo Archeologico Nazionale e la rinnovata Piazza De Nava, metafora urbana di modernità che mantiene però intatta l’identità dei cittadini che ogni giorno la vivono. Un connubio tra passato e presente che rappresenta, idealmente, anche la storia dell’Arma dei Carabinieri. Una Storia che affonda le sue radici nel passato, ma vive il presente con i suoi cambiamenti e le sue sfide, guardando al futuro. Un futuro che ha visto negli ultimi mesi i giovani studenti delle scuole di ogni ordine e grado di Reggio Città Metropolitana protagonisti di queste celebrazioni attraverso una serie di progettualità in cui storia, cultura, arte e legalità si sono fuse insieme, come attestato dalla mostra di elaborati scritti e grafici allestita all’interno del MARC, che vi invito a visitare. Ci siamo rivolti prima di tutto ai giovani, perché come recita la prefazione al calendario dell’Arma 2025 “se c’è un tempo della vita che non va mai sprecato, è quello in cui parliamo ai giovani”, che sono chiamati a costruire l’Italia del domani, e a cui l’Arma dedica percorsi di «Cultura della legalità», nelle scuole e non solo, per contribuire alla formazione di un loro senso civico e di una partecipazione consapevole alla vita di comunità. Istruzione e legalità due facce della stessa medaglia. I ragazzi di oggi, se privati di adeguati percorsi didattici e pedagogici, sono potenzialmente destinati a diventare i delinquenti di domani, involontarie vittime di un processo di arretramento della comunità, innescato dalla povertà educativa. occorre, dunque, fare progetti per 100 anni e investire sulla legalità per promuovere lo sviluppo e il futuro di questa regione, gestendo il presente con la consapevolezza che le nostre azioni inevitabilmente riverberano i loro effetti nel futuro, «un futuro che non si aspetta, bensì un futuro che si prepara». Le iniziative assunte hanno visto un coinvolgimento entusiasta e una forte sinergia tra Istituzioni ed Enti, chiamati quotidianamente a operare per il conseguimento del bene comune, e dell’Associazione Nazionale Carabinieri, custode delle tradizioni militari dell’Arma e testimone del patrimonio di valori che unisce e accomuna i Carabinieri di ieri, di oggi e di domani. La formazione, dicevamo, rappresenta anche per l’Arma dei carabinieri un fattore strategico per potenziare le competenze e valorizzare l’azione istituzionale; è la condizione essenziale per affrontare al meglio le dinamiche dell’immediato e le sfide del futuro. Oggi, infatti, sono ben altri i “campi di battaglia” in cui siamo chiamati a confrontarci, sono i c.d. nuovi domini, in cui sono già in corso partite geopolitiche di indiscutibile rilevanza, cruciali e decisive per l’intero pianeta e quindi per l’Italia. Si tratta, infatti, di “praterie” in parte inesplorate e dalle grandi potenzialità, sia in termini di risorse da valorizzare sia di primati da conquistare, che ovviamente non lasciano indifferente anche “la concorrenza”, che ahimè è sempre un passo avanti. Il modello formativo del Carabiniere è per questo orientato, per tutti i ruoli, a un approccio multidimensionale in cui il “sapere”, il “saper essere” e il “saper fare” sono tre concetti complementari tra loro, un insieme integrato finalizzato a sviluppare competenze, abilità e professionalità. la ricerca dell’essere più che sembrare è, prima di tutto, testimonianza di valori, applicazione di principi, riconoscimento e rispetto di norme etiche oltre che giuridiche. L’obiettivo primario è, dunque, quello di far interiorizzare ciò che non è necessariamente codificato per legge e di stimolare l’accettazione dei valori attraverso una matura consapevolezza. Adempiere con intima convinzione un dovere significa, infatti, che sono la nostra morale e la nostra coscienza a guidarci e a farci superare i timori, le fatiche, le delusioni, i pericoli e i sacrifici che ne derivano. Ed è qui che entrano in gioco le qualità personali, la dedizione alla causa, l’integrità, l’intelligenza, il coraggio e l’umiltà del Carabiniere, prodromiche a suscitare stima, rispetto e fiducia. La militarità, d’altro canto, rappresenta – oggi più che mai - il fedele custode dei valori che sono alla base di questa istituzione ultracentenaria, che fa dell’umiltà e del coraggio due fra gli strumenti principali nella gestione delle dinamiche relazionali tra individui e pubblici poteri all’interno delle singole comunità e nel contrasto alla criminalità. L’umiltà è una delle virtù più difficili da realizzare da parte dell’uomo in quanto comporta essenzialmente la conquista della consapevolezza della propria finitezza, entrando in una relazione vera con gli altri, e la rinuncia disinteressata ad ogni vana compiacenza di sé. Quanto al coraggio, certo, se “uno, non ce l’ha, mica se lo può dare”, direbbe don Abbondio, ma ricordo a me stesso che “certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli”. Ciò che conta “è saper convivere con le proprie paure e non farsi condizionare da queste. ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza”. Tutto questo ci richiede una risposta qualificata, competente e dalla quale non è possibile sottrarsi, in nome di quel ineguagliabile legame etico – istituzionale che annoda l’Arma, da oltre duecento anni, alla storia dell’Italia e degli italiani. Un legame con il territorio che si stabilì e strinse fin dagli albori dell’‘800, grazie a quell’attitudine all’ascolto e al dialogo con la gente, che da sempre caratterizzano la “cultura della sicurezza” di ogni Carabiniere. È, dunque, per questa ragione che siamo particolarmente lieti quest’oggi di condividere questo momento con la gente che anima queste comunità, a cominciare dai loro primi cittadini che ringrazio per essere oggi qui con noi. Questa lieta ricorrenza, che rappresenta per tutti noi Carabinieri sempre un momento di festa, ancorché dai toni sobri e contenuti, com’è nella nostra tradizione, è altresì l’occasione per ricordare i Carabinieri che hanno onorato il giuramento con coraggio e dedizione, fino all’estremo sacrificio. So bene che non può esserci compensazione tra le statistiche criminali e la rilevanza del nostro impegno, che è complementare a quello delle altre Forze di polizia, tuttavia, solo nell’ultimo anno, i Carabinieri hanno tratto in arresto 903 persone di cui 134 per associazione di tipo mafioso, e oltre 4milioni e 33mila euro di beni sequestrati e confiscati. Il contrasto alle mafie è dunque affrontato con determinazione e risolutezza, pur tuttavia alla risonanza mediatica nazionale che ha riscosso la recente operazione “Millennium” ha fatto da contraltare un assordante silenzio che fa gioco alla “concorrenza”, dando la netta impressione che probabilmente viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma ancora oggi non vediamo tutti lo stesso orizzonte. Riprova che la minaccia è sempre in agguato, perché la ‘ndrangheta risponde al principio della massa di Lavoisier, secondo cui “nulla si crea nulla si distrugge tutto si trasforma”. Ecco perché per fronteggiare il fenomeno occorre porre in essere una rete di diplomazia giuridica, di cooperazione giudiziaria e di polizia coesa e funzionale, nonché mirate misure a salvaguardia delle vulnerabilità intrinseche di un “sistema Paese”, nei cui gangli riesce a incunearsi il crimine organizzato, proprio in ragione della sua attuale connotazione di fenomeno fluido, camaleontico e internazionalizzato, che minaccia non solo l’ordine economico, ma, soprattutto, la stessa sovranità degli Stati. Con riferimento al quadro della minaccia, non va poi trascurato tutto ciò che impatta in tema di cambiamento climatico e degrado ambientale: questi sono fenomeni che, oltre ad avere attinenza con la qualità della vita e, in prospettiva, con la sopravvivenza del genere umano, non solo hanno scatenato, a livello internazionale, la corsa tra i principali Paesi del mondo per assumere un ruolo guida nella sfida verso la neutralità climatica, hanno altresì alimentato gli appetiti della criminalità, comune e organizzata. In ragione di ciò, la salvaguardia degli ecosistemi e lo sviluppo sostenibile, come riconosciuto anche dalla nostra Carta Costituzionale, rientrano tra le questioni più rilevanti del nostro tempo. È bene ricordare che “la terra non appartiene all’uomo, bensì è l’uomo che appartiene alla terra” , come ebbe modo di dire Capo Seattle già alla metà dell’800. L’Arma reggina ne è consapevole e, per il raggiungimento di questi obiettivi, è oggi impegnata, con i suoi 90 presidi territoriali a supporto dei 21 forestali, su tre fronti: la polizia ambientale, la gestione ecosostenibile delle proprie strutture e della mobilità, nonché la diffusione della cultura ambientale, quale parte integrante della formazione del cittadino di oggi e di domani, da realizzare con il coinvolgimento e l’interazione di tutti gli attori della società. L’esponenziale diffusione delle tecnologie digitali ha accelerato i processi di globalizzazione, incrementando le turbative a cui sono sottoposti i sistemi sociali, con conseguenti nuove forme di disagio e connessi fenomeni di devianza. Certo non possiamo decidere dove e quando nascere ma possiamo decidere cosa vogliamo diventare. E se ci sono giovani che hanno girato le carte e non sono stati fortunati, è pur vero che molti non sono stati capaci di giocarsi adeguatamente le carte assegnate loro, così come non si può solo pensare di essere dalla parte giusta ma occorre anche fare la cosa giusta, e “non farsi cogliere dall’arroganza, trasformando i diritti in favori secondo la logica perversa del clientelismo”. L’instabilità lavorativa, il degrado delle periferie, i flussi migratori e le difficoltà economiche infondono incertezza e alimentano, talvolta, la violenza nelle proteste di strada. Occorre, quindi, occuparsi con sempre maggior perizia delle “periferie dell’umano” oltre che di quelle fisiche dei nostri centri urbani, attraverso politiche d’investimento sociale che rimettano l’uomo al centro più che i fatti che lo vedono protagonista. I nostri Reparti territoriali hanno aderito alle puntuali esigenze delle comunità, fornendo una fitta rete di protezione, in sinergia con i comparti di specialità affidati all’Arma (salute, patrimonio culturale, lavoro, ambiente e agroalimentare), la cui elevata competenza è particolarmente cara agli italiani. La domanda di sicurezza è dunque forte, costante e riguarda gli aspetti vitali della società civile. Con la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza e il Corpo della Polizia Penitenziaria, siamo quotidianamente impegnati per garantire il pieno e incondizionato esercizio dei diritti e delle libertà dei cittadini, in forte sinergia con l’Autorità Giudiziaria e in perfetta aderenza al modello di coordinamento, che trova il proprio imprescindibile valore nell’equilibrio del sistema, assicurato dall’unità di indirizzo espressa da S.E. il Prefetto. Consentitemi di rivolgere ancora un ultimo accorato appello ai giovani ai quali dico: seguite la vostra stella, perché chi segue la propria stella non cerca la strada più facile, ma - come Dante - va in cerca della propria, anche a costo di attraversare l’inferno. Armatevi di lancia, come don Chisciotte, per realizzare i vostri nobili ideali, “non abbiate paura”, “fate sentire la vostra voce”, ma soprattutto “Non lasciatevi rubare la speranza” e volate alto come le aquile. Fate in modo che la vostra vita non sia una vita sterile e non smettete di imparare perché solo «chi smette di imparare è anziano, che abbia vent’anni o ottanta». Infine, mi rivolgo a voi, uomini e donne del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, perché sappiate farvi interpreti ancor più attenti dei bisogni della comunità, e siate orgogliosi del servizio reso in questa terra con la consapevolezza che l’essere calabrese non rappresenta solo uno luogo di provenienza ma è una condizione dell’anima! Impegnatevi soprattutto a “non essere solo spettatori bensì parte attiva del nostro futuro; andate oltre quello che già conoscete, osservate le cose per come potrebbero diventare invece di come sono sempre state”; perché come non bastano le antiche glorie a darci la grandezza presente, così non bastano i presenti difetti a toglierci la grandezza futura, se sapremo veramente rinnovarci. Non importa quali ostacoli incontreremo, viviamo l’orgoglio di far parte di questa mirabile istituzione con l’ineguagliabile senso del dovere trasmessoci da chi ci ha preceduto, perché “non chi comincia ma quel che persevera”. Viva l’Arma dei Carabinieri! Viva l’Italia! Il discorso del col. Mommo Signore e Signori buongiorno! Oggi ricorre il 211° annuale della fondazione dell’Arma dei Carabinieri. Apro - a nome mio, di tutti i colleghi schierati e di quelli di ogni ordine e grado qui presenti - con un deferente omaggio ai Gonfaloni e ai Labari, simboli del nostro passato e memoria della storia dei territori cosentini. Ora il mio sentito ringraziamento - per la loro presenza e per aver voluto festeggiare con noi questa importante ricorrenza - a S.E. il Prefetto di Cosenza (fedele e attento interprete di quell’efficace modello di coordinamento tra le forze di polizia al quale l’Arma aderisce con piena convinzione, che mai ha fatto venir meno il Suo sostegno e la Sua tempestiva vicinanza, esprimendomi costantemente l’apprezzamento per l’operato dell’Arma nella Provincia), alle Eccellenze Reverendissime di Cosenza, Cassano e Lungro qui presenti (per la loro guida pastorale, soprattutto nei momenti di maggiore tensione emotiva), al Signor Sindaco della città di Cosenza (che ha permesso di festeggiare con la città e nella città in questa splendida cornice, che rappresenta il cuore della terra bruzia), al Presidente della Provincia (che ha condiviso le proposte dell’Arma per migliorare la sicurezza del territorio, gestendo annose problematiche relative a progettualità infrastrutturali complesse), ai Presidenti dei Tribunali e ai Procuratori della Repubblica di Cosenza, Castrovillari e Paola (per il loro costante supporto anche in presenza di difficoltà e per la loro direzione sempre attenta), al Magnifico Rettore dell’Università della Calabria (che ha accolto con estremo favore l’esigenza di aggiornamento professionale dell’Arma su temi di estrema attualità come l’intelligence e le minacce emergenti, la cybersicurezza e i rischi connessi, e per finire l’intelligenza artificiale e la relativa disciplina giuridica), a tutti i Sindaci che hanno inteso aderire all’invito (vicini all’Arma, avendo assunto iniziative per migliorare le nostre caserme anche grazie alla preziosa disponibilità della Regione Calabria), alle altre Autorità civili, ai colleghi e amici delle Forze di polizia (tra i quali il Signor Questore), delle Forze Armate e dei Vigili del Fuoco (con i quali condivido il quotidiano operare in un clima di assoluta serenità, con l’orgoglio di riconoscerci in comuni valori ideali), ai rappresentanti delle Associazioni Professionali a carattere Sindacale Militare (sempre attente alle esigenze dell’Arma in questa Provincia tanto estesa, proponendosi con spirito condivisivo e collaborativo per prospettare soluzioni migliorative), alle Associazioni d’Arma, ai colleghi delle 21 Sezioni della Provincia dell’Associazione Nazionale Carabinieri e dell’Associazione Nazionale Forestali (commilitoni in congedo, come sempre presenti ad attestare i vincoli di colleganza e di solidarietà che ci legano), ai rappresentanti della Croce Rossa e della Protezione civile (sempre pronti a garantire la loro presenza anche nei momenti addestrativi), agli inviati dei media (con i quali ho inteso condividere un rapporto aperto e dialogante nel rispetto dei vincoli imposti dall’art. 329 del c.p.p.), alle VEDOVE e agli orfani dei colleghi che sono venuti a mancare - taluni anche prematuramente e qui il mio pensiero va all’App. Sc. Guido SCARPATI e al Mar. Magg. Fabio POLVERE - e ancora ai gentili e graditi ospiti qui convenuti. Un grazie speciale a quanti ci hanno aiutato per l’organizzazione di questa cerimonia, tra i quali mi pregio menzionare il Sindaco di Spezzano della Sila per aver messo a disposizione i gazebo presenti in questa piazza e la Dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale con il suo staff, per aver permesso la partecipazione delle scuole qui rappresentate dagli studenti degli Istituti Comprensivo di Rende-Commenda e Comprensivo musicale Don Milani-De Matera di Cosenza e Aprigliano, che allietano questa cerimonia intonando e suonando alcuni brani, non tralasciando i giovani cuochi dell’Istituto Superiore alberghiero Mancini Tommasi Todaro Cosentino di Cosenza, che metteranno alla prova la nostra forza di volontà, deliziandoci al termine di questo momento solenne. Dopo le espressioni di gratitudine, un richiamo alla storia. Le Regie Patenti del 13 luglio 1814 - istitutive dell’Arma dei Carabinieri - statuirono, tra l’altro, di vegliare al mantenimento del buon ordine, con l’obbligo di raccogliere informazioni e di vigilare sulle persone sospette; oggi il Regolamento Generale dell’Arma, il Codice dell’Ordinamento Militare e il Regolamento dell’Ordinamento militare riprendono il medesimo indirizzo che continua a caratterizzarci, quale Forza militare di polizia, con funzioni esclusive di polizia militare, nonché di polizia forestale, ambientale e agroalimentare, dedita alla sicurezza dei cittadini, alla loro incolumità e alla tutela della proprietà, svolgendo inoltre le funzioni di struttura operativa del servizio nazionale di protezione civile. I predetti assetti normativi sanciscono altresì l’importanza dell’iniziativa, del senso di responsabilità e dell’adempimento dei propri doveri con tutto lo slancio di cui si è capaci. Perciò, anche il semplice Carabiniere dev’essere perfettamente convinto che egli risponde personalmente delle sue azioni, in e fuori servizio, dovendosi comportare in modo ineccepibile, nel rispetto della disciplina e dei valori che devono caratterizzarci, valori di abnegazione, equilibrio, fedeltà, onestà, responsabilità, rispetto, solidarietà, trasparenza e umiltà che tutti noi dobbiamo esprimere e possedere, ancor più perché Carabinieri, affinché si cementi con convinzione che il credo nelle mentovate qualità debba costituire il foraggio del quotidiano operare in favore di tutti coloro che invocano il nostro aiuto, senza distinzione alcuna come recita l’art. 3 della nostra Costituzione, nel rispetto della formula del giuramento prestato, dai contenuti profondi e sempre attuali, con il quale abbiamo espresso la nostra fedeltà per vocazione e non per imposizione, a tutela della società che ci circonda, delle comunità che ci vengono affidate, impegnandoci solennemente a operare per l’assolvimento dei compiti istituzionali con disciplina, onore e consapevole partecipazione, senza risparmio di energie fisiche, morali e intellettuali, affrontando - se necessario - anche il rischio di dedicare la vita per il bene della patria e per la tutela della collettività, come hanno fatto molti nostri Caduti, onorati questa mattina con la deposizione di una corona presso la lapide del ricordo ubicata all’interno della caserma Grippo, posta alle Vostre spalle. Il 5 giugno, oggi come ieri, si celebra la festa dell’Arma dei Carabinieri, in onore della 1^ medaglia d’oro al valor militare concessa alla bandiera dell’Arma per l’eroica partecipazione alla Prima Guerra Mondiale con la seguente motivazione: “RINNOVELLÒ LE SUE PIU FIERE TRADIZIONI CON INNUMEREVOLI PROVE DI TENACE ATTACCAMENTO AL DOVERE E DI FULGIDO EROISMO, DANDO VALIDISSIMO CONTRIBUTO ALLA RADIOSA VITTORIA DELLE ARMI D’ITALIA”. La bussola che ci guida è la militarità, che deve essere corroborata da competenza, professionalità e semplicità d’intenti, adeguando le nostre azioni in ragione della velocità moltiplicatrice con cui e in cui si evolve il mondo che ci osserva, nella convinzione silente che il nostro sacrificio possa costituire aiuto per gli altri, nel sistema di sicurezza partecipata e di legalità diffusa, condiviso con le altre Forze di polizia e da queste insieme tutelato in unione di intenti con la Prefettura e le quattro Procure della Repubblica di Catanzaro, Cosenza, Castrovillari e Paola, ispirandoci a quei sentimenti di giustizia che fanno sentire il nostro quotidiano operare come appagamento rispetto a qualunque percezione di stanchezza, perché la migliore gratificazione deve essere quella che ci perviene dalla risposta dei cittadini, perché di fronte alle ingiustizie il nostro lavoro per contrastarle deve soddisfare il nostro ego, perché il semplice e piccolo grazie deve costituire lo stimolo per carburare ancora, per crogiolare la linfa vitale del nostro essere militari, del nostro spirito di servizio, della nostra insita motivazione, nell’orgoglio di indossare gli alamari, nella convinzione che servire per il bene della comunità debba costituire il sentimento più profondo in tutti noi, per proteggere, consigliare e aiutare il prossimo. Coraggio, efficienza, fedeltà, passione, professionalità, senso del dovere, sicurezza e volontà costituiscono i valori di quel credo. Sacrificio, dicevo, che deve essere promanazione di intimo convincimento, perché questo deve alimentare la nostra motivazione, consapevole, sostenuta e vibrante, per la tutela del prossimo, sempre, in ogni momento del nostro essere e sentirci Carabinieri, in servizio e non, consapevoli peraltro che in questa Provincia in 96 comuni su 150 e per circa il 64% della popolazione rappresentiamo l’unico presidio di polizia (tra Arma territoriale e forestale), continuando a mantenere saldezza negli intenti, tensione emotiva e morale anche dopo il servizio attivo, proponendoci in quegli ambiti che possono completare la nostra Istituzione come oggi continuano a fare i colleghi dell’Associazione Nazionale Carabinieri, chiaro esempio di legame istituzionale con l’Arma di ieri, che guida e forma quella del presente e così sarà per quella del futuro. L’Arma che loro hanno saputo costruire, con grande dedizione e straordinario altruismo. È questo un testimone ideale che, generazione dopo generazione, si tramanda e di cui noi oggi, Carabinieri in servizio, ci dobbiamo sentire fieri custodi. Sono questi i segni distintivi che devono ispirarci in uno con quelli che ci contraddistinguono come gli alamari che indossiamo sulle nostre uniformi e le fiamme sui nostri berretti. L’odierna ricorrenza costituisce, come da consuetudine, anche l’occasione per tracciare un bilancio delle attività svolte, soffermandomi solo su alcuni dati che possono far meglio comprendere l’impegno sostenuto dall’Arma. Nessun campo operativo è rimasto privo di attenzione: dai reati contro il patrimonio al traffico di stupefacenti, dalla tutela delle fasce deboli al contrasto al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina; dall’attenzione alla sicurezza sui luoghi di lavoro alla protezione del consumatore, financo all’aggressione a contesti associativi e ai patrimoni illecitamente acquisiti. In particolare, il NAS (Nucleo CC Antisofisticazione e Sanità) e il NIL (Nucleo CC Ispettorato del Lavoro) di Cosenza hanno operato rispettivamente nei settori della tutela della salute, della filiera alimentare e delle sofisticazioni, nonché in quello dello sfruttamento del lavoro e dell’impiego irregolare di manodopera extracomunitaria clandestina, oltre al contrasto all’intermediazione illecita, controllando complessivamente 1.137 aziende, attività che hanno consentito di elevare sanzioni am.ve per 1.115.000 euro, di sequestrare beni aziendali per un controvalore di 1.479.000 euro, nonché di segnalare 292 persone alle competenti autorità am.ve e 24 a quella Giudiziaria (delle quali 21 riconducibili al cd. caporalato), individuando altresì 233 lavoratori irregolari, di cui 151 in nero privi di qualunque tutela assicurativa e previdenziale con contestuale sospensione di 46 attività imprenditoriali. In materia ambientale, il: - N.O.E. di Catanzaro ha: • concluso, nel settore della depurazione, nel 2024, una vasta operazione denominata “Scirocco”, coordinata dalla D.D.A. di Catanzaro, che ha coinvolto anche la Provincia di Cosenza; • eseguito provvedimenti cautelari personali e reali con l’operazione denominata “Terra Violata”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, in relazione a un gravissimo disastro ambientale che aveva interessato una vasta area tra Cosenza e Crotone, Mar Jonio compreso; - Reparto CC Biodiversità di Cosenza, “struttura di elevatissima specializzazione”, ha svolto la propria mission istituzionale votata alla tutela della biodiversità animale e vegetale, alla salvaguardia delle riserve naturali statali, partecipando a eventi a carattere nazionale e locale (G7 Agricoltura, giornata mondiale della Terra delle Nazioni Unite, ecc.) e organizzando numerosi incontri con istituti scolastici della Provincia per promuovere la cultura e la legalità ambientale. Tante anche le collaborazioni con associazioni come il WWF e Legambiente, ma anche con ministeri, università, parchi, ospedali, ecc., per finalità divulgative sui temi ambientali, partecipando a diversi programmi televisivi; - Gruppo CC Forestale di Cosenza ha effettuato attività di contrasto agli illeciti in materia di incendi boschivi, di polizia giudiziaria ambientale e agroalimentare. Nel corso del 2025, i Carabinieri forestali, unitamente alle articolazioni territoriali, hanno avviato nel territorio della Provincia le campagne “Fauna Sicura”, “Bosco Sicuro” e “Fiume Sicuro”, che nell’ordine hanno riguardato il contrasto agli illeciti connessi con la caccia, la detenzione illecita di fauna selvatica e il maltrattamento degli animali, il furto e il danneggiamento di piante, il controllo dei disboscamenti abusivi, dei centri di raccolta e trattamento dei veicoli fuori uso presso gli autodemolitori in uno con il contrasto agli Abusi Edilizi e agli illeciti urbanistici, attività complementari ad altre operazioni focalizzate sugli scarichi fognari, sugli inquinamenti in genere come DEEP, OLEUM e WAVE ideate dal Comando Legione CC Calabria, che ha coinvolto tutta l’Arma territoriale per censire e verificare i depuratori, al fine di contrastare l’inquinamento delle risorse acquee. In sintesi, tali operazioni congiunte hanno permesso di controllare 340 attività produttive, contestando ben 57 illeciti am.vi e 36 violazioni penali. L’obiettivo è quello di far comprendere agli operatori produttivi come l’attenzione per l’ambiente significhi rispettare la nostra salute. Per ciò che concerne nello specifico la linea Territoriale, le articolazioni del Comando Provinciale CC di Cosenza hanno perseguito 3.900 delitti (su un totale di 16.513) ovvero l’89% di quelli perpetrati in Provincia, traendo in arresto - in flagranza o su provvedimento dell’Autorità giudiziaria - 739 persone e deferendone in stato di libertà 5.065, delle quali ahimè ben 53 minori. Con riferimento alla violenza di genere voglio evidenziare un solo dato: il numero dei codici rosso nella Provincia sono stati addirittura 517 in meno di un anno. Per quanto attiene invece agli stupefacenti sono stati sequestrati oltre 152 kg di cocaina e 125 kg tra hashish e marijuana, mentre 262 sono state le armi sequestrate amministr.te o penalmente. ?I servizi di controllo del territorio sono stati più di 52.000, ai quali vanni aggiunti ulteriori 6.000 esperiti per le esigenze di ordine pubblico, per un impiego annuo, complessivo, di 115.754 Carabinieri, pari a oltre 317 Carabinieri al giorno, escludendo i servizi interni e di ricezione del pubblico. Ho argomentato solo su alcuni aspetti distintivi per non dilungarmi, tenuto conto che le cifre di dettaglio saranno pubblicate dagli organi di stampa. Alla capillarità dell’Arma territoriale e forestale, si aggiungono le unità del Btg. Mobile di Vibo Valentia, delle Squadre Operative di Supporto e di Intervento Operativo, che hanno affiancato l’Arma territoriale in occasione di eventi o semplicemente come rinforzo, senza dimenticare la peculiare expertise fornita dagli Artificieri del Comando Provinciale, dallo Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria, nonché dai Nuclei Cinofili ed Elicotteri di Vibo Valentia. Tale impegno è stato edificato da ulteriori iniziative a tutela della sicurezza allargata e tese a esprimere maggiore vicinanza al territorio, tra le quali voglio ricordare: - la presenza areale delle Stazioni e ancor più dei rispettivi Comandanti, che consentono di fare la differenza nel controllo del territorio, garantendo quel concetto di aderenza che ci tipizza e acquisendo la fiducia della popolazione, che nei Carabinieri deve vedere un punto di riferimento irrinunciabile; - gli incontri dedicati alle persone più mature, tenuti dai Comandanti di Compagnia e di Stazione, per prevenire il fenomeno delle truffe e dei reati contro il patrimonio, affinché i nostri nonni e genitori siano preparati a riferire immediatamente alle Forze di polizia qualsiasi perplessità o sospetto, sia esso riferibile a persona e/o veicolo, implementando il concetto “porta a porta” svolto dai Carabinieri delle Stazioni non solo nell’ottica di garantire la primaria funzione di “rassicurazione sociale” propria dell’Arma, ma anche di fare rete, aggiornando i cittadini sulle più recenti modalità con cui sono perpetrati i raggiri e individuando punti di forza e di debolezza delle aree interessate. In tale ambito, le attività di controllo del territorio hanno permesso di trarre in arresto, nel solo 2025, complessivamente 10 persone (l’ultima proprio ieri) e di deferirne 45. In proposito e al fine di evitare preoccupazioni, ho disposto che i Comandanti del Reparto Territoriale e delle Compagnie contattino i rispettivi sindaci, i servizi sociali, i responsabili dei centri anziani, le Curie vescovili e quindi le diverse parrocchie, preannunciandogli l’iniziativa finalizzata a far conoscere alle persone ultrasettantenni, soprattutto se residenti in zone isolate, il volto dei Carabinieri che operano nel territorio di riferimento, diffondendo tale progetto sugli organi di informazione e sulle pagine facebook dei Comuni per amplificarne l’efficacia divulgativa; - la realizzazione di una brochure, alla quale ha fatto seguito anche una versione interforze promossa dalla Prefettura, distribuita capillarmente e contenente consigli utili per prevenire il peculiare fenomeno criminale; - gli incontri con gli studenti nell’ambito del progetto “educazione alla legalità” sottoscritto d’intesa tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e il Comando Generale dell’Arma, che ha portato i Carabinieri in oltre 250 istituti - con trend in netta crescita rispetto al decorso anno - coinvolgendo oltre 15.000 studenti. Risultato ragguardevole proprio in chiave educativa atteso che la legalità deve sempre più costituire la perfetta coesione tra famiglia e istituzioni, con l’evidente esigenza di dialogo continuo tra queste ultime come avviene tra l’Ufficio scolastico provinciale e l’Arma cosentina. Nel corso degli incontri sono stati trattati argomenti come bullismo anche cyber, violenza di genere e intra-domestica, dipendenze ed effetti di droga, alcolismo e ludopatia, uso responsabile dei social-network, nonché la pedopornografia e le truffe on-line oltre al revenge-porn; - il continuo aggiornamento con incontri e seminari tenuti dal personale dell’Arma specializzato in materia di violenza di genere in favore dei colleghi in servizio presso le Sezioni e Aliquote Radiomobili ovvero i Comandi Stazione, che rappresentano i “first responders” delle vittime, anche al fine di ridurre al minimo i fenomeni di “vittimizzazione secondaria”. In tale quadro, il Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza prosegue l’ormai consolidata collaborazione con “Soroptimist International d’Italia”, che nel 2017 ha portato alla realizzazione di “una stanza tutta per sé”, luogo sicuro e protetto all’interno della sede del Comando Provinciale per accogliere le vittime di violenza di genere, sostenendole nel percorso di astrazione. Il progetto sorretto da “Soroptimist” è stato successivamente implementato con fondi dell’Arma per cogliere, con l’ausilio di apparecchiatura di registrazione audio-video, anche il “non verbale” delle vittime. L’attuale configurazione tecnologica della “stanza tutta per sé” ha riscosso forti consensi nei professionisti che per conto dell’Autorità Giudiziaria sono chiamati a escutere e valutare vittime e testimoni di violenza, soprattutto se minori o rientranti nelle categorie protette, tanto da essere stata utilizzata ben 51 volte nel corrente anno. Sempre con il sostegno di “Soroptimist International d’Italia” è stata realizzata un’analoga “stanza” presso il Reparto Territoriale CC di Corigliano-Rossano, che a breve verrà inaugurata, e l’avvio della progettazione di una terza “stanza” in area che possa garantire la copertura dell’intera Provincia. In sintesi, la piena, convinta e incessante prossimità con il territorio e con i cittadini rappresenta l’impegno profuso dai Carabinieri per le comunità nelle quali viviamo, con la sfida di migliorarci quotidianamente, perché sentiamo la responsabilità del ruolo che ci è affidato nell’intercettare disagi e bisogni, al fine di garantire la libera fruizione dei diritti di ognuno, ma anche di assicurare il rispetto della dignità di tutte le persone, con la coscienza dell’autorità rivestita e la coerenza dell’esempio quotidiano. L’obiettivo è far sì che parlando dell’Arma, i cittadini possano orgogliosamente dire “i nostri Carabinieri” e in questo le Vostre Stazioni Carabinieri rappresentano la perfetta sintesi della vicinanza al territorio, assumendo sempre più una riconosciuta funzione sociale. È un peso gravoso, il cui adempimento è indefettibile proprio perché l’Italia è un paese di borghi e contrade in cui 2/3 dei cittadini vivono in comuni la cui popolazione è inferiore ai 50.000 abitanti e quasi il 50% di queste comunità fa riferimento a Stazioni e Tenenze. Concludo rivolgendo un deferente ricordo a tutti i Caduti dell’Arma, nell’anno, questo, in cui ricorre il 110° anniversario della “battaglia del Podgora” in cui i Carabinieri si distinsero nelle battaglie dell’Isonzo, del Carso, del Piave, sul Sabotino, sul San Michele e in particolare nei combattimenti sulle pendici del Podgora. Durante il conflitto caddero 1.400 Carabinieri; i feriti furono 5.000. Per il sacrificio furono conferiti ben 1.941 riconoscimenti onorifici. Un sentito grazie a tutti i miei diretti collaboratori, ai Comandanti del Reparto Operativo, del Reparto Territoriale, delle Compagnie, delle Stazioni e ai loro diretti dipendenti per aver valorizzato gli intendimenti in precedenza descritti, volti a enfatizzare l’impegno dell’Arma in ogni Comune, impegno del singolo Carabiniere di ogni ordine e grado, così come Voi che siete qui schierati in rappresentanza dei colleghi dell’intera Provincia, ai quali va la mia più viva gratitudine per aver interpretato il credo di vicinanza e abnegazione verso gli altri, per il lavoro svolto indefessamente, spesso oscuro e scevro da protagonismi coerentemente alla secolare compostezza dell’Istituzione, “l’Arma della fedeltà immobile e dell’abnegazione silenziosa”, come ebbe a scrivere Gabriele d’Annunzio. Oggi, con i nostri 211 anni di storia, continuiamo a dare compiutezza al motto “nei secoli fedele”, perché possiamo aiutarvi. Quindi, aiutateci ad aiutarvi. Gratitudine anche alle nostre famiglie, perché il loro silenzio è la nostra forza, perché la loro vicinanza è la nostra sicurezza. A tutti Voi - Autorità, colleghi e graditi ospiti - un affettuoso arrivederci, gratificati dalla Vostra sentita partecipazione, ma un grande grazie va anche ai cittadini cosentini che si sono affidati all’Arma. Viva l’Arma dei Carabinieri Viva la Provincia di Cosenza Viva l’Italia.
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