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      Dopo 34 anni rilievi Polizia per esami mai svolti prima su luogo omicidio Scopelliti

       

       

      Dopo 34 anni rilievi Polizia per esami mai svolti prima su luogo omicidio Scopelliti

      08 apr 25 A quasi 34 anni da quel 9 agosto 1991, quando il giudice Antonino Scopelliti fu assassinato nella sua auto a Villa San Giovanni, in Calabria, la Polizia torna sul luogo del delitto per nuovi rilievi scientifici. La svolta arriva grazie ad una serie di verifiche su documenti e di accertamenti balistici effettuati sull'arma sequestrata a luglio del 2018. Per effettuare i rilievi, la polizia scientifica ha riportato sul luogo del delitto - la frazione Ferrito di Villa San Giovanni a Piale di Campo Calabro - la Bmw 318i del giudice, custodita in tutti questi anni dai familiari. E' la prima volta che si vede la macchina del giudice e si fa questa ricostruzione .

      Utilizzata moto come quella dei sicari

      Sono iniziate le operazioni di ricostruzione della dinamica dell'omicidio del giudice Antonino Scopelliti, il sostituto procuratore generale della Cassazione ucciso il 9 agosto 1991 a Piale, una frazione di Villa San Giovanni. Sul posto è stata portata la Bmw 318i, a bordo della quale si trovava il magistrato quando è stato ucciso, ed anche una moto Honda Gold Wing 1200 che, stando alla versione del pentito Maurizio Avola, sarebbe stata utilizzata per portare a termine l'agguato. Il modello della moto è identico a quello che sarebbe stato utilizzato solo che è di un altro colore. Il mezzo, di proprietà di un signore di Messina, è stato messo a disposizione della Squadra mobile di Regio Calabria per eseguire la ricostruzione della dinamica. La procura di Reggio Calabria, diretta da Giuseppe Lombardo, ha anche dato incarico alla Beretta di ricostruire fedelmente il modello dell'arma utilizzata dai killer. Si tratta di un fucile calibro 12 di marca Arrizabala che è stato portato sulla scena del delitto. Sul posto è presente la magistrata della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria Sara Parezzan.

      Nei prossimi giorni informativa

      Sarà depositata nei prossimi giorni alla Direzione distrettuale antimafia una prima informativa sull'esito dei rilievi effettuati stamani dalla Squadra mobile reggina e dalla Polizia scientifica a Piale, una frazione di Villa San Giovanni, dove il 9 agosto 1991 fu ucciso in un agguato il giudice Antonino Scopelliti, il sostituto procuratore generale della Cassazione che avrebbe dovuto sostenere l'accusa nel maxiprocesso a Cosa nostra. Stamani, nel punto esatto in cui fu ucciso, gli investigatori hanno collocato l'auto del magistrato, una Bmw 318i - conservata dalla famiglia e che per la prima volta viene vista e usata per una ricostruzione - affiancata da un moto Honda Gold Wing 1200, dello stesso tipo e modello di quella che il collaboratore di giustizia Maurizio Avola - che si è accusato di essere uno dei due autori dell'agguato - ha detto di avere usato. Inoltre, la Dda ha chiesto e ottenuto dalla Beretta una riproduzione fedele del fucile calibro 12 di marca Arrizabala, lo stesso tipo che Avola ha fatto ritrovare nel 2018 interrata in un fondo agricolo in provincia di Catania affermando che è quella l'arma del delitto. Il fucile era in pessime condizioni per cui la Dda guidata da Giuseppe Lombardo ha chiesto una riproduzione alla Beretta. La decisione di eseguire una nuova ricostruzione dell'attentato sarebbe stata determinata dalla necessità della Procura di riscontrare le dichiarazioni del collaboratore di giustizia che, a distanza di anni, ha raccontato che nell'agguato furono sparati tre colpi di fucile caricato a pallettoni. Dichiarazioni che, evidentemente, necessitavano di essere verificate alla luce di una ricostruzione eseguita con nuove tecniche investigative che potrebbero fornire ulteriori dettagli rispetto ai rilievi effettuati il giorno dell'attentato il 9 agosto 1991. Davanti alla pm della Dda Sara Parezzan, la polizia ha posizionato l'auto e la moto nello stesso identico punto della curva in cui è stato ucciso Scopelliti. Da parte degli inquirenti non ci sono altri dettagli sulle indagini che vanno avanti da 34 anni. Non si esclude, perciò, che la Dda possa avere elementi nuovi rispetto a quelli che qualche anno fa hanno portato a 17 avvisi di garanzia notificati a boss e affiliati a cosche di mafia e di 'ndrangheta tra i quali figurava anche Matteo Messina Denaro.

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