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![]() Neonata rapita a Cosenza, presunta autrice resta in carcere, battaglia tra legali![]()
Neonata rapita a Cosenza, presunta autrice resta in carcere, battaglia tra legali 03 apr 25 E' stata respinta dal Gip l'istanza dei legali di Rosa Vespa che avevano chiesto che la donna potesse lasciare per motivi di salute la casa penitenziaria di Castrovillari e scontare la pena ai domiciliari. I Gip ha ritentuto che non vi fossero gli estremi così la donna che aveva rapito il 21 gennaio scorso la piccola Sofia nella clinica Sacro Cuore di Cosenza e ritrovata dopo circa tre ore dalla Polizia che la arrestò resta in carcere. Intanto va avanti la disputa legale tra la struttura sanitaria e la famiglia dei genitori della piccola rapita. Secondo i legali della clinica del gruppo "iGreco" non ci sarebbe alcuna responsabilità della struttura sanitaria ma un "incauto ed avventato" comportamento della mamma è all'origine del sequestro della neonata. Scrivono i legali della clinica Sacro Cuore di Cosenza - dove è avvenuto il rapimento - rispondendo alla diffida presentata il mese scorso dai legali dei genitori della piccola nei confronti della società "IGreco", proprietaria della clinica, contestando ai responsabili della struttura "l'omessa custodia e vigilanza sui pazienti ricoverati, con particolare riferimento ai minori neonati". Nella loro replica, i legali della "IGreco" sostengono che la struttura sanitaria "ha attuato tutti i protocolli operativi idonei a tutelare la sicurezza dei pazienti" e che la madre di Sofia, al suo ingresso nella struttura "era stata debitamente istruita e resa edotta dalle operatrici, circa la necessità di rivolgersi, in via esclusiva e per qualsivoglia necessità, alla puericultrice assegnata, riconoscibile attraverso divisa e cartellino con foto identificativa". I legali, inoltre, sostengono che la nonna della piccola, presente al momento del sequestro, si era insospettita per l'arrivo nella stanza di una donna con la mascherina che aveva poi prelevato Sofia con la scusa di una visita, spacciandosi per dipendente. Nella replica alla diffida, i legali della clinica evidenziano infine come grazie ai sistemi di videosorveglianza installati all'interno della struttura "è stato possibile individuare in modo tempestivo gli autori del reato e consentirne alle forze dell'ordine l'intervento in tempi estremamente rapidi ai fini dell'arresto, con il conseguente ritrovamento della piccola". "Mi viene da ridere perché veramente è una situazione tragicomica" è stato il commento all'ANSA dell'avvocata Chiara Penna, legale della famiglia di Sofia. "Questo atteggiamento - ha aggiunto - mi ricorda chi accusava le vittime di violenza sessuale di indossare la gonna troppo corta. Dimenticano che Valeria Chiappetta era una degente, quindi avevano l'obbligo di vigilare e mantenere in sicurezza anche lei. Nel merito della questione entreremo nelle sedi competenti, perché secondo noi c'è una violazione dei protocolli di sicurezza. Soprattutto, perché sostanzialmente ammettono che c'era una persona sospetta che si aggirava nella clinica, indisturbata, da giorni e addirittura avvicinava le pazienti e nessuno si è preoccupato di chiedere chi fosse. Alla fine l'unica che si doveva preoccupare di chiedere chi fosse era Valeria Chiappetta?. Rosa Vespa - ha concluso Chiara Penna - è uscita con una neonata, quindi nella migliore delle ipotesi, se Rosa Vespa si è camuffata da degente in dimissioni, nessuno l'ha dimessa. Per quanto ci riguarda, ci sono delle grosse responsabilità contrattuali. Quantomeno in sede civile, in sede penale se ne occuperà il pubblico ministero".
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