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      Nuovo fungo esotico tossico apparso sull'Appennino calabrese

       

       

      Nuovo fungo esotico tossico apparso sull'Appennino calabrese

      24 set 24 Un nuovo fungo esotico, tossico, è apparso anche sui monti calabresi, in questi tempi caratterizzati dalla crisi climatica responsabile di una serie di alterazioni ambientali. E' il Chlorophyllum molybdites di origine tropicale, molto simile alla mazza di tamburo. A darne notizia è il micologo Ernesto Marra responsabile dell'Ispettorato Micologico, Sian, Asp di Cosenza. "Il riscaldamento dell'atmosfera - afferma Marra - sta determinando il progressivo avanzamento verso Nord del clima tropicale e ciò fa si che specie viventi originarie di tale fascia climatica, animali, insetti, piante, pesci e anche funghi, trovino condizioni favorevoli alla crescita nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo le cui mutate condizioni di temperatura ed umidità ne consentono la presenza, lo sviluppo e la diffusione". La specie fungina di origine tropicale particolarmente invasiva, totalmente assente fino a qualche anno fa in Calabria, si sta diffondendo nelle aree del litorale Ionico e Tirrenico (Gizzeria, Lamezia Terme, Vibo, Reggio, Polistena, Roccella Ionica, Sellia Marina, Catanzaro, Belvedere Marittimo) e il cui ritrovamento, da parte di cercatori di funghi, proprio negli ultimi giorni, si sta intensificando".

      Il fungo spuntato qualche anno fa per la prima volta in Italia nel messinese e segnalato anche in Calabria in una recente pubblicazione di settore, dallo stesso Marra e da Dario Macchioni del Dipartimento Salute e Welfare regionale, risulta pericoloso per il fatto che, all'apparenza, ricorda molto un'altra specie ricercata e largamente consumata, Macrolepiota procera, comunemente conosciuta come "mazza di tamburo" con la quale condivide aspetto e habitat di crescita. La specie, con ogni probabilità, continuerà a diffondersi ed è per questo motivo che è necessario, anche in altre regioni, mantenere alta la guardia, suggeriscono gli esperti. I caratteri utili a differenziare le due specie possono facilmente sfuggire ai neofiti ed è questo un ulteriore motivo per raccomandare, sempre, prima di consumare qualsiasi specie fungina spontanea di sottoporre il raccolto a controllo di commestibilità agli Ispettorati micologici delle Aziende sanitarie provinciali.

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