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Stato di agitazione all'Unical

 

Venti di contestazione all’Unical, in attesa del 28 proclamato stato agitazione. Loiero al fianco di studenti e docenti

17 ott 08 Iniziative di protesta ma anche manifestazione di sensibilizzazione contro il decreto di riforma universitaria sono in corso all'Università della Calabria. Le principali iniziative vedono coinvolte la facoltà di Lettere e Filosofia e quella di ingegneria. Per il 28 ottobre è in programma l'assemblea di ateneo durante la quale saranno decise le strategie future di lotta. Da domani sono in programma una serie di iniziative sia all'interno che all'esterno dell'Ateneo. I docenti daranno vita a 'lezioni in piazza' che è una iniziativa educativa e informativa sui temi della protesta. Studenti e docenti si recheranno nelle piazze di Rende e Cosenza e terranno delle vere e proprie lezioni per illustrare i contenuti del decreto 'Gelmini' e le motivazioni che hanno spinto alla mobilitazione le università. L'Ateneo di Cosenza è stata una delle prime università italiane a mobilitarsi contro la riforma. Nel luglio scorso, infatti, docenti, ricercatori e studenti hanno sottoscritto un documento nel quale esprimevano disappunto contro la riduzione dei fondi per la ricerca.

Ad Ingegneria deciso stato d’agitazione. E' stata approvata alla unanimità, dopo circa tre ore di dibattito nella facoltà di Ingegneria dell'Università della Calabria, la mozione che avvia lo stato di agitazione contro la riforma Gelmini. "L'assemblea di docenti, studenti e ricercatori della Facoltà tenutasi in concomitanza del dibattito elettorale per la elezione del Preside - è scritto nella mozione - ha visto una presenza numerosissima e un dibattito articolato sulla legge n.133 ex decreto Gelmini. I toni e i contenuti unanimi di contestazione determinano la necessità di continuare nella discussione e nella protesta, con uno stato di agitazione permanente e forme di lotta conseguenti, e la piena adesione della Facoltà alle proteste che già coinvolgono l'Ateneo". In precedenza anche la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Ateneo calabrese aveva avviato una serie di iniziative che hanno portato all'occupazione di un'aula e ad una assemblea permanente di discussione nelle ore pomeridiane.

A Lettere un aula occupata. Mobilitazioni in tutta Italia. Continuano le mobilitazioni degli studenti universitari in vari atenei italiani, contro i provvedimenti del governo, in particolare gli articoli 6 e 66 della legge 133/08. "E' ormai un bollettino di mobilitazioni - afferma l'Unione degli universitari (Udu) - che imperversa su tutto il territorio nazionale, e che sta alzando sempre più la sua intensità". A Firenze, annuncia l'associazione studentesca, continua l'occupazione dell'edificio D5 nel quartiere Novoli. A Palermo, si svolgerà un'assemblea organizzata dalla stessa Udu, così come a Parma e Ferrara. A Cosenza è stata occupata un'aula della facoltà di Lettere e filosofia, mentre a Brescia, per oggi, è previsto un presidio davanti al rettorato.

Loiero al fianco di studenti e docenti. "Sto con gli studenti, con i docenti, con le università in lotta". E' netta la posizione del presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, che critica gli ultimi provvedimenti del ministro Gelmini. A Lamezia Terme, dove accoglie in Calabria il presidente della Repubblica albanese, Bamir Topi, Loiero, interpellato dai giornalisti, attacca la politica del Governo. "Davanti allo scempio - aggiunge - che si sta facendo della scuola non si può che stare con chi lotta per salvarla. In Calabria abbiamo motivi aggiuntivi per protestare contro questo Governo perché taglia le scuole e toglie la speranza di sopravvivenza di piccoli borghi, e sottrae fondi - parliamo di ben undici miliardi - destinati alle aree sottosviluppate. No si può andare avanti certo con politiche di tagli. E poi parlano di federalismo!". "Qui c'é in campo - conclude Loiero - un tentativo di centralizzazione che va bloccato al più presto, un disegno che porta allo smantellamento delle istituzioni scolastiche per consegnare la scuola ai privati. Ciò è intollerabile ed è giusto lottare come sta facendo il mondo universitario, come fa tutta la scuola italiana"

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