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      Cosenza, la lotta per la salvezza interessa oltre metà serie B

       

       

      Cosenza, la lotta per la salvezza interessa oltre metà serie B

      20 mar 23 Lo avevamo scritto ieri, lo ha anche confermato oggi Bepi Pillon durante la puntata di Replay su Ten: la lotta per la salvezza interessa ben 11 squadre cioè da 39 punti in giù. Rimangono otto partite e secondo il tecnico veneto la quota salvezza potrebbe arrivare addirittura a 45 punti, se non oltre. Guardando bene il calendario, in sostanza, in queste otto gare ci sono tanti scontri savezza che non permettono a nessuno di dormire sonni tranquilli. Vuoi per il carattere delle rose di squadre partite con ben altri obiettivi, vuoi per il momento di crisi dovuto alla preparazione non proprio calibrata bene per gli organici, vuoi per gli infortuni, sta di fatto che diverse squadre che fino ad oggi hanno tirato la volata oggi annaspano. Non solo. La lotta play off e quella per la promozione diretta si è fatta molto più aperta per una classifica davvero corta. Sia in testa che in coda. Il Frosinone con lo sgambetto del Cosenza ha ridotto a sei le lunghezze dalla seconda ma ha ancora un consistente vantaggio di 11 punti sulla terza, il Sudtirol, e di 12 sulla quarta, il Bari, che le permette di gestire al meglio il finale di stagione. A seguire con un buco di 5 punti, Pisa, Cagliari, Reggina, Palermo e Parma si contendono l'area play off. Ma la novità è che appena due punti sotto, a 39, inizia la zona calda. Undici squadre, pià della metà dell'intera cadetteria, che daranno battaglia l'un contro l'altra armate, in una stagione sempre in bilico. Mai come in questa stagione.

      Il Cosenza, a un punto dalla attuale zona salvezza, ma in realtà sono tre perchè il Perugia deve recuperare la partita con la Reggina, al momento giocherebbe i play-out con il Venezia. Sotto, distanti tre punti, le squadre che nessuno a inizio stagione avrebbe messo in zona retrocessione. Parliamo di Brescia, Spal e Benevento. Formazioni con organici di categoria superiore che stanno soffrendo più del dovuto un finale di campionato che nessuno aveva programmato. Gli esperti dicono che chi non è abituato a lottare in basso alla classifica soffre più delle altre. Sarà. Di certo la forma mentale ne risente. Il Cosenza da questo punto di vista sono quattro anni che soffre per organici costruiti sempre in fretta e senza un filo logico. Ogni anno ad aggiustare l'organico a gennaio. La parola programmazione non è conosciuta in Viale Magna Grecia. Ma mai come in questi casi i risultati e il lavoro del tecnico sullo stato psico-fisico stanno portando i risultati sperati. I numeri parlando di rendimento in crescita. Nove punti nelle ultime cinque gare ne sono la testimonianza diretta. Un caso? Non direi. il lavoro alla lunga paga. Umiltà e concentrazione con l'autostima acquisita dai risultati fanno il resto.

      Binda sulla Gazzetta dello Sport ha definito oggo la situazione dei Lupi un "fenomeno da studiare". Molto più banalmente la soluzione sta nella rosa piena di giovani alle prima vera esperienza di serie B che le difficoltà hanno forgiato con un carattere che potrà solamente dare buoni frutti in futuro. Buoni meriti vanno al tecnico che in maniera certosina ha lavorato sui singoli sfruttando le capcità di ognuno nei ruoli che meglio prediligono. Bisogna farli divertire i gicoatori. Bisogna fargli fare quello che gli piace per vederli suonare sinfonie. Due esempi su tutti: Meroni e Brescianini. I due hanno non solo preso contezza dei propri mezzi ma hanno tirato fuori quel carattere che solo le difficoltà plasma, tira fuori. Ma non è solo questo. Ci sono giocatori come Florenzi che fanno la differenza e giocatori cone Micai che conoscono al meglio il loro ruolo e lo mettono a disposizone della squadra. Lo steso per chi entra. Vedi Martino che ha impressionato nell'utima gara o D'Orazio che a sinistra fa la differenza. E Nasti con il fiuto del gol messo in vetrina, in pratica, in ogni gara. Poi ci sono i giocatori di esperienza da categoria superiore come Rispoli che vannosaputi gestire. Se lo metti a difendere come terzino non sfrutti le suce capaictà. ma appena si trova campo libero, vedi la gara con la Spal, come quinto tira fuori la profondità, la qualità che per offendere è il non plusultra. Ma è sempre una questione di equlibrio. Se spingi con le catene, destra o sinistra che sia, ti devi preccupare di chi deve ripiegare e lì penalizzi qualità. Ad esempio quella di Marras che non puoi tenere dietro. E poi la crescita di Delic visto a Frosinone che con un paio di tocchi già nel finale con la Spal ha mostrato che i nuemri ci sono. Qui ha avuto ragione il tecnico. Dategli il tempo di ambientarsi al campionato italiano. Sabato due tre cose fatte bene con gamba e fisicità che promettono tanto.

      Un bel mosaico da comporre per il tecnico. Ci vuole tempo, anche se ne è rimasto poco, e pazienza. Certo che la grinta vista a Frosinone, quel pressing asfissiante con raddoppi di marcatura e il lavoro sulle seconde palle fanno ben spearre. Quello è il ritmo giusto per tirarsi fuori dalle pastoie dei bassifondi. Ora però bisogna stare con i piedi per terra. C'è una settimana buona per affinare al meglio questi meccanismi e tutti i componenti della rosa dovranno fare la loro parte. Facciamo nostro quanto scrive il portiere Micai sui social "Non abbiamo fatto ancora nulla. Piedi per terra e testa alla prossima battaglia".

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