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      Cosenza calcio, ore decisive per il futuro dei rossoblù

       

       

      Cosenza calcio, ore decisive per il futuro dei rossoblù

      29 dic 22 Che il momento è delicato ed allo stesso tempo preoccupante, è fuori di dubbio. Non è soltanto la classifica a dirlo. Alla vigilia dell’apertura del calcio mercato tutte le società cominciano a fare piani e progetti per rafforzarsi e cercare chi di vincere, chi di mantenere, un campionato che è decisamente non solo ambizioso e rappresentativo, è pur sempre la serie B, ma altamente competitivo. Mantenerlo costa tanto. Perchè il livello si è innalzato. Qualcuno lo ha definito una sorta di serie A2. No, così non è. E’ la serie B che è cresciuta non solo qualitativamente ma soprattutto a livello di competitività. Sono aumentati gli appetiti ma sono aumentati anche gli ingaggi. Giocatori forti, se vuoi avere top player, li devi pagare. E per top player intendiamo giocatori che potrebbero far bella figura anche nella massima serie. Così si sono innalzati tutti i livelli. E se fino all’anno scorso ci si barcamenava coi bilanci tentando di risparmiare sui conti, da questa stagione questo non è più possibile. Non basta avere un organico da sei/sette milioni di euro di investimento. E’ aumentato l’appettito e sono aumentati anche i contributi che arrivano dal CONI e dalle TV. Sono aumentati anche gli sponsor, è vero. Ma i soldi non bastano mai. Se non si mette un tetto al monte ingaggi, sarà sempre peggio.

      Il Cosenza

      In tutto questo il Cosenza Calcio soffre molto di più di altri. Gli investimenti vengono fatti a filo di bilancio, la paura è sempre quella che possa saltare il banco, e per far quadrare i conti ci si industria nello scoprire talenti o presunti tali. Ma le regole del calcio sono ferree. Se non hai un DS con le giuste conoscenze e un rapporto privilegiato con i grandi team è difficile trovare il Maradona di turno. Può capitare, lo ribadiamo, può, ma uno su mille ce la fa, dice la canzone. Insomma il modo di affrontare la serie B e di allestire le squadre è cambiato decisamente. O meglio, è sempre quello per chi ha una cassaforte senza fondo. Così in queste ore il termometro sale, la febbre e la paura di non farcela, pure. Perdere la serie B con tutti gli annessi e connessi e scivolare in terza categoria è una jattura da evitare assolutamente. In serie C, lo dicono le cronache, sono sempre più le società che fanno bancarotta e che tentano di applicare la formula del risparmio o peggio dell’affidarsi a improbabili scoperte e/o vecchi scarponi di serie superiori. Per vincere non solo devi saper spendere ma devi avere le giuste competenze. Così in queste ore l’imperturbabile presidente Guarascio è alla ricerca di un capitale, noi abbiamo valutato di tre milioni, che possa permettere al Cosenza di rafforzare la squadra per mantenere la categoria. Da quanto ci risulta sono stati messi in discussione non solo l’allenatore, ma anche il direttore sportivo. Contatti con l’ex DG del Crotone Ursino sono stati fatti a più riprese ma le condizioni di salute di quest’ultimo gli hanno fatto desistere nell’intento. In tutto questo il lavoro più grande rimane sempre quello del trovare i capitali da investire. Per fare due conti con cifre concrete e non con le chiacchiere da bar, il Cosenza quest’anno ha un monte ingaggi di 6 milioni di euro. Per la precisione 6,192 e rotti inclusi tutti i giocatori della Primavera. In questi ingaggi i più alti sono quelli dei calciatori che hanno maggiormente deluso. Ne pubblichiamo alcuni.

      I numeri

      Sempre rimanendo nei numeri il Cosenza quest’anno ha speso di più di tutti gli altri quattro anni di serie B. Nonostante questo ha il monte ingaggi più basso della cadetteria. Sempre parlando di cifre il Cittadella che è la penultima spende 6 milioni e 296 mila euro. Quindi non è un caso se Cosenza e Cittadella rispecchiano anche con i punti gli investimenti fatti. Ma non è vero il fatto che più spendi e meglio ti trovi. Il Cagliari, ultimo avversario dei Lupi, spende 20 milioni e 251 mila euro. Il Genoa, che ha uno dei più alti monte ingaggi, quasi 26 milioni (25,957 e rotti). Ma sapete quanto spendono le due squadre prime in classifica? Il Frosinone con uno dei più grandi volponi di calcio, il DS Angelozzi (ex Spezia, Bari, ecc) ha allestito una squadra competitiva con soli (si fa per dire) 9 milioni e rotti (9,134) di monte ingaggi, mentre la Reggina, seconda in classifica, ne spende per questa stagione 13 milioni e trecento mila (13,315). La metà di Cagliari e Genoa ma il doppio del Cosenza. Questi sono i valori su sui ci si sta misurando. Bisogna capire che gli equilibri sono cambiati e che, come hanno fatto le altre società, o ti affidi a capitali esteri o trovi una finanziaria che investe sul futuro come ha fatto ad esempio la Reggina.

      Quale futuro?

      Questi sono i numeri. Il resto sono solo chiacchiere da bar. Ora alla luce di questo ragionamento la dirigenza del Cosenza Calcio si trova davanti a scelte radicali. Tra oggi e domani potrebbero esserci novità. Il presidente Guarascio ci ha sempre negato dell’esistenza di trattative societarie. A noi risulta invece che le trattative ci stanno e sono in itinere. Diversamente, per quanto spiegato, non c’è futuro per il Cosenza in serie B. Guarascio prima di uscire vuole rientrare dai capitali messi in questi 11 anni. La tifoseria preme per un ribaltamento senza se e senza ma. In mezzo la verità è fatta di Adventure capital e investimenti che possono cambiare la realtà delle cose. Ma oltre questo bisogna avere anche gli uomini giusti al posto giusto.

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