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      Cosenza in semifinale play off. Senza un attimo di respiro

       

       

      Cosenza in semifinale play off. Senza un attimo di respiro

      03 mag 18 Senza fine. Senza un attimo di respiro. Le note e le parole di una canzone sempre verde di Gino Paoli. Parole che possono essere mutuate pari pari a questa lunga cavalcata che il Cosenza sta affrontando nei play off di serie C. Senza fine. Senza un attimo di respiro. In fondo, c’è un pezzo di storia. A San Benedetto del Tonto un altro tassello. Sotto gli occhi di Mister Sarri, guest star del “Riviera delle Palme” i Lupi della Sila compiono un altro prodigio. Fatto di grinta e determinazione. Vincono la sesta gara di fila fuori casa e la quarta di fila nei play off di Serie C. Con un atteggiamento perfetto, unico, gli uomini di Braglia continuano a correre come dannati. Senza fine. Senza un attimo di respiro. Due partite in quattro giorni e passaporto per le semifinali timbrato alla grande. Neanche il tempo di riposare. Questa notte di sicuro proveranno, in quel di San Benedetto, a schiacciare un bel pisolino. Ma domani di nuovo sul bus che trasporterà i Lupi in nord Italia. Località Top Secret. Si perché in semifinale il Cosenza, tra manco tre giorni, giocherà a Bolzano contro il Sudtirol. Senza fine. Senza un attimo di respiro. Giusto il tempo di gioire a fine partita con un selfie sotto la curva ospite popolata da 757 cuori rossoblù palpitanti e di nuovo in corsa a preparare la scalata a un sogno. Un angelo speciale, lassù con le sue ali protegge tutti. L’obiettivo è Pescara. Un posto che quell’angelo conosce molto bene. Non è facile arrivarci lì. il Sudtiorl è una squadra ostica. Braglia non ha nemmeno il tempo di cambiarsi di maglia, magari con un’altra canotta hawaiana, che la testa viaggia al nuovo match. Intanto al Riviera delle Palme è andata in onda la seconda puntata di “Veni Vidi Vici II la vendetta”. Cesare questa volta ha le sembianze di Piero Braglia. Che non molla un attimo. Nessuna pausa, nessuna battuta. La testa è al prossimo impegno di questi play off al fulmicotone. Sei gare nel giro di 20 giorni. Una maratona di calcio che mai si era vista, così intensa, prima. E il Cosenza conquista il risultato migliore di tutta la gestione Guarascio. Un crescendo di risultati e di partecipazione che hanno scatenato gli entusiasmi in tutto il globo. Pensate che a New York, l’addetto all’Empire State Building, che è cosentino, stasera ha acceso le luci dipingendo il famoso palazzo americano di rosso blu. Una febbre contagiosa che non conosce frontiere. Questa sera a stappare “bottiglie pregiate di gol” Mungo e Baclet. Il primo si regala una rete stupenda costruita ad arte da quell’asse che sta facendo la differenza. Palmiero pesca Okereke pronto sulla griglia di partenza e lo serve. Quest’ultimo vede Tutino in area e gli offre un pallone d’oro. L’attaccante partenopeo, però, da un lato ha Mungo posizionato bene e allora con una mossa magica si tira il difensore dietro e serve il “doberman” rossoblu, Mungo, che con una rasoiata la mette tra palo e Perina. Di colpo ammutoliscono in 9000. Quasi mille festeggiano. In mezzo al campo i padroni di casa balbettano. Tutino potrebbe infierire ancora ma è bravo Perina ad opporsi così come la difesa di casa in affanno. Il pallone è sempre preda dei piedi dei calabresi. Fraseggio corto, tre tocchi e subito in porta. Patti e Conson hanno il loro bel da fare. Ma non c’è storia. Il Cosenza sovrasta la Sambenedettese e la colpisce a morte ancora per mano di Tutino. Due volte se ne va a spasso in area avversaria. La secondo volta Perina non trova di meglio da fare che buttarlo a terra. Rigore e capolavoro di Baclet: palla da un lato e portiere dall’altro. Un altro moijto che va giù offerto al portiere avversario. Non è il Piazzafè ma è il Riviera delle Palme. Fa lo stesso. C’è tempo di veder anche Perez esibirsi in una rasoiata che Perina caccia da sotto la traversa. Poi la passerelle per quasi tutta la pancia. Braglia ancora una volta ne cambia cinque. Il messaggio è chiaro: i risultati importanti si raggiungono solo con il gruppo. E il gruppo a fine gara si lascia andare ad un selfie sotto la sua curva. Quella curva che si è sobbarcata una trasferta di 1300 km, tra andata e ritorno, pur di dare la sua spinta, il suo imprimatur ad una impresa. Sembra impossibile. Ma questa è una malattia che non va più via. Le macchine e i pullman sono di nuovo in moto. Prima di tornare al Marulla il RedBlueTour è diretto a Bolzano. Per favore mi faccia il pieno…

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