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      La FIGC divisa non elegge il presidente. Giovedì sarà commissariata

       

       

      La FIGC divisa non elegge il presidente. Giovedì sarà commissariata

      29 gen 18 E adesso il commissario. La carta che a lungo teneva tra le mani, ora Giovanni Malagò la giocherà sul tavolo della Figc. Più volte, infatti, il presidente del Coni aveva chiesto ai tre candidati, Sibilia, Tommasi e Gravina, un passo indietro per il bene del calcio e dello sport italiano, e anche a 48 ore dal voto aveva suggerito di far slittare l'elezione del presidente della Federcalcio. Da Palazzo H, preso atto dell'ennesima fumata nera del mondo del pallone sulla scia dello stallo che da quasi un anno dura nella Lega Serie A già commissariata, ha convocato la Giunta straordinaria per giovedì pomeriggio. Un passaggio che certifica la vittoria della sua linea, ma la questione resta delicata così come i tempi ristrettissimi in vista della partenza, il 3 febbraio, per l'Olimpiade invernale di PyeongChang. Quello che si prospetta, sarà un commissariamento 'lungo': 6 mesi e magari rinnovabili per altri sei. Proprio per mettere mano in profondità al sistema calcistico federale in modo da creare le condizioni per una governance che possa evitare futuri stalli che in passato hanno bloccato a lungo il processo delle riforme auspicate. Da decidere la squadra. Lo schema potrebbe essere un commissario 'forte', un subcommissario operativo e uno possibilmente tecnico, come fu dopo Calciopoli quando il pallone italiano dovette affrontare un'altra rifondazione. Malagò aveva indicato l'impegno olimpico come impedimento personale, ma ora che la situazione è precipitata e si prevedono tempi lunghi non e' escluso un coinvolgimento diretto. La figura del presidente Coni da molti è indicata come l'unica con il diritto e il dovere di gestire un momento così delicato per il calcio italiano. Così la pensa il presidente dei Dilettanti, Cosimo Sibilia, mentre per Damiano Tommasi un ostacolo potrebbero essere gli impegni imminenti nell'agenda del presidente: "Sta partendo per le Olimpiadi quindi non credo sarà lui". Meno entusiasta all'idea invece Gabriele Gravina: "Io non glielo consiglio perché commetterebbe lo stesso errore fatto da Tavecchio facendo il commissario a Milano. Per carità - ha precisato il capo della Lega Pro - poi Malagò ha tutti gli elementi per poter decidere ma bisogna stare attenti ai conflitti di interessi che poi possono generare delle tensioni. Malagò è una persona attenta, esperta e sono convinto che adotterà tutte le misure possibili per far ripartire il calcio italiano. E credo abbia già le idee molto chiare". Idee che potrebbero coinvolgere in prima persona anche Roberto Fabbricini, attuale segretario generale del Coni e futuro ad della Coni Servizi dopo i Giochi invernali. In federazione rimane in carica Michele Uva (la carica di dg non decade con la 'caduta' del consiglio federale), mentre tra i profili possibili come subcommissario ci sono nomi come Alessandro Costacurta, già accostato più volte alla corsa per la presidenza della Federcalcio e attuale presidente del Comitato organizzatore di Euro 2019 Under 21.

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