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      Spezia, la Caporetto del Cosenza

       

       

      Spezia, la Caporetto del Cosenza

      08 dic 18 “E’ una prestazione che disonora la maglia che indossano” son le parole del tecnico del Cosenza Piero Braglia che così definisce il poker rimediato dal Cosenza a La Spezia, senza mezze parole come suo costume: una figuraccia. Mentre la curva fine gara da lezioni di sport e di tifo, quasi trecento che si sono sobbarcati un viaggio di circa 2000 chilometri, i giocatori vanno sotto la curva a battere le mani a loro. Cos come tutto lo stadio batte le mani ai tifosi del Cosenza che escono dal campo continuando ad incitare la propria squadra con un “La vinciamo noi, la vinciamo noi”… tradotto in soldoni: noi ci siamo sempre, che si vinca o che si perda. Un tifo da serie A che non merita quanto visto oggi a La Spezia. Una partita incredibile. Palla al centro, fischio di avvio e subito Okereke impegna Perina che la mette in angolo. Dalla bandierina parte un cross per l’accorrente Augello che incredibilmente si piazza al limite e al volo la mette tra palo e portiere mentre tutta la difesa si gira per evitare il pallone che sibila. Sono appena passati 45 secondi e i padroni di casa sono già in vantaggio. Una manna per Marino che aveva preparato i suoi, senza l’attacco titolare, in una sorta di Spezia senza riferimenti in avanti con le schegge Okereke e Gyasi messi li a no dare riferimenti un pò come avvenne per il Cosenza dei play off della scorsa stagione. Tutto facile gestire la partita con un gol di vantaggio puntando tutto sulle ripartenze dei due colored. Messi poi sui lentissimi Dermaku e Oddo che non li reggono, complice l’assenza dei due esterni occupati a spingere senza rientrare. Una situazione sanata subito da Braglia che fa avanzare Bruccini per tenere impegnati i bianchi. Nonostante la doccia scozzese il Cosenza tiene botta schiacciando i padroni di casa che dalla loro possono gestire il vantaggio facendo fare la partita ai rossoblu. Che regalo di Natale anticipato. Marino così gestisce le ripartenze e il Cosenza soffre i suoi soliti mali. Centrocampo abbastanza leggero con l’attacco invischiato in una selva di gambe delle Aquile che fanno densità nella propria area. un vero suicidio regalare subito un gol di vantaggio ad una squadra che della velocità fa la sua arma migliore. Nella ripresa il tracollo dettato da una difesa andata in bambola subito subito. Prima D’Orazio si dimentica di Bartolomei che indisturbato mette dentro un cross, quasi un altro corner, che parte senza alcuna pressione addosso dalla destra. E poi, dopo 5 minuti, sempre dalla destra del Cosenza, Okereke senza alcuna azione di disturbo, eppure lo conoscevano i giocatori del Cosenza, ha il tempo di appostarsi e metterla dentro da sinistra a destra. La frittata la infiocchetta Dermaku che non riuscendo a trattenere Okereke non tra di meglio che entrare sul giocatore pesantemente in area.. Rigore netto e poker di Ricci. Anche un mammut sarebbe stramazzato al suolo con tre/quattro gol sul groppone. Una follia correttiva che mette a nudo le pecche di una squadra che ha bisogno di adeguare urgentemente l’organico alla categoria. Inutile fare sproloqui. Ma se in una gara si sommano quattro errori del genere non c’è reazione che tenga. Lì l’unica cosa da fare, visto che la verve è scivolata sotto i tacchi, è quella di salvare il salvabile. Togliere i gioielli dal campo prima che per la rabbia si facciano male e blindare la partita per evitare un risultato da allenamento. Non c’era nulla da fare. Tocca ora a Braglia raccogliere i cocci e rimettere in piedi squadra e morale per arrivare a fine girone d’andata con qualche punto in più prima di fare un girone di ritorno da Champions League. Fortuna vuole che le concorrenti dei Lupi siano rimaste al palo. Ma squadre come Crotone, Foggia e Padova non staranno con le mani in mano. Buon lavoro mister Braglia. C’è tanto da fare.

      --- Spezia-Cosenza 4-0 (cronaca gara)

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      Braglia

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      Braglia

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      Braglia

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