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    Partite truccate, Pirani parla di altre gare. DDA Napoli riprende interrogatori

     

     

    Partite truccate, Pirani parla di altre gare. DDA Napoli riprende interrogatori

    03 giu 11 Il medico Marco Pirani, nel suo interrogatorio, avrebbe fatto riferimento ad altre quattro o cinque partite, anche di serie A, oltre alle 18 contestate nell'ordinanza di custodia cautelare. Partite che non risalirebbero solo al campionato scorso. Circostanze, queste, che saranno approfondite martedì prossimo in un interrogatorio davanti al pm Roberto Di Martino. A quanto si è saputo, Pirani avrebbe in qualche modo preso le distanze dagli altri indagati, minimizzando il suo ruolo all'interno della presunta organizzazione. Legali: spiegazioni convincenti. Avrebbe fornito "spiegazioni convincenti" riguardanti tutti i capi di imputazione che l'hanno portato in carcere Marco Pirani, il medico anconetano arrestato nell'ambito dell'inchiesta sulle scommesse truccate della Procura di Cremona. A spiegarlo, al termine dell'interrogatorio, è stato il suo legale, Alessandro Scaloni. Pirani sarà sentito martedì prossimo ma questa volta dal procuratore capo Roberto Di Martino. Si tratterà, evidentemente, di un interrogatorio più investigativo rispetto a quello di oggi che si limitava alle accuse contenute nell'ordinanza di custodia cautelare.

    S'indaga su Bari-Livorono. La procura di Bari ha chiesto alla magistratura di Cremona copia degli atti che due giorni fa hanno portato agli arresti per lo scandalo relativo alle 18 partite di calcio truccate. La richiesta riguarda l'indagine, in corso da quattro mesi nel capoluogo pugliese, sulla partita di Coppa Italia Bari-Livorno del primo dicembre 2010, vinta dai padroni di casa per 4 a 1. L'inchiesta barese è stata avviata per l'esposto presentato dal bookmaker Skysport365 alla procura della Repubblica di Treviso, lo scorso 11 gennaio, per una serie di puntate, ingenti e definite anomale, in relazione alla partita Bari-Livorno. L'esposto è stato poi trasmesso per competenza alla procura di Bari. Le scommesse, fatte a partire da circa un'ora e mezzo prima dell'incontro, avevano - si seppe all'epoca - come comune denominatore la larga vittoria del Bari, già a partire dal primo tempo. In particolare, in alcune agenzie toscane sarebbero stati giocati "quasi due milioni" prima che scattassero i "normali sistemi di protezione applicati da tutti i concessionari: abbassamento delle quote, gara sospetta aperta solo alle multiple"

    DDA Napoli riprende interrogatori. Riprenderanno a breve gli interrogatori da parte dei magistrati della Dda di Napoli nell'ambito di una inchiesta sul calcio scommesse scaturita da una indagine sulle attività di riciclaggio del clan D'Alessandro di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli. L'indagine è condotta da oltre un anno dai pm Pierpaolo Filippelli e Claudio Siragusa e dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo, coordinatore della Direzione distrettuale antimafia partenopea. Al momento, secondo fonti della procura di Napoli, non vi è stata alcuna richiesta di atti da parte della procura di Cremona che conduce l'inchiesta sul nuovo scandalo che sta mettendo a rumore il mondo del calcio. Né i magistrati partenopei, allo stato, intenderebbero avanzare richiesta di atti ai colleghi della procura lombarda anche se non si esclude la sussistenza di elementi di connessione tra le due indagini. L'inchiesta dei magistrati di Napoli ha portato alla luce un giro di affari gestito da uomini vicini alla camorra che avrebbero anche contattato calciatori per alterare risultati di partite, in particolare della Lega Pro. Tra i match finiti nel mirino degli investigatori - l'inchiesta si avvale delle indagini svolte dai carabinieri della compagnia di Torre del Greco - vi è in particolare Juve Stabia-Sorrento, del 5 aprile 2009. L'indagine si sarebbe estesa anche a incontri di campionati delle serie superiore e di tornei esteri, in Europa e in Sud America. Gli inquirenti lavorano su ingenti e assai sospetti flussi di giocate e soprattutto su puntate nei secondi tempi e negli ultimi minuti delle partite. (

    Legali Paoloni: orientato a non rispondere. Potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere Marco Paoloni, ex portiere della Cremonese, poi al Benevento, arrestato nell'ambito dell'inchiesta sulle partite truccate della Procura di Cremona. E' questo l'orientamento preannunciato dal suo legale, Emanuela Di Paolo, al suo arrivo in tribunale a Cremona. "E' tuttora molto scosso - ha spiegato il legale - e, di conseguenza stiamo valutando se rispondere al gip". Tifosi gli gridano venduto: Fuori dal Tribunale di Cremona, dove sono in corso gli interrogatori degli arrestati per la vicenda delle scommesse truccate, si sono dati appuntamento alcuni tifosi della Cremonese. Quando è arrivato il furgone della polizia penitenziaria con a bordo l'ex portiere del Cremona, Marco Paoloni, hanno gridato: "Venduto, sei un coniglio. Siete la vergogna di Cremona"

    Moglie Paoloni: Voglio tutelare miei genitori. Michela Spinelli, moglie dell'ex portiere della Cremonese e poi del Benevento, Marco Paoloni, è giunta in tribunale a Cremona con l'avvocato del marito e ha voluto fare alcune precisazioni sulla vicenda. "Non è vero che la casa dei miei genitori sia stata ipotecata - ha detto la donna visibilmente provata - non è vero che è stato ipotecato l'aumento del mio stipendio. Lo dico perché i miei genitori hanno un'attività a Civitavecchia ormai da decenni. Lo dico anche per tutelare mia figlia che ha solo tre anni"

    Legali commercialista: risponderemo a GIP. Francesco Giannone, il commercialista arrestato a Bologna per il 'calcioscomesse', domani a Cremona davanti al Gip "vuole rispondere a tutte le domande, rintuzzare le accuse ingiuste ed eventualmente riferire ciò che è a sua conoscenza con lealtà". A spiegarlo è il suo difensore, l'avv.Fausto Bruzzese. "Ci preme chiarire la sua posizione", ha aggiunto. "Ho avuto la possibilità di leggere tutte l'ordinanza - ha detto Bruzzese - e mi sono fatto l'idea che Giannone sarà in grado di chiarire tutti gli aspetti di questa vicenda che lo riguardano direttamente. Quello che ci sembra di dovere respingere con forza è il fatto che ci sia stata da parte sua una tentata estorsione nei riguardi di qualcuno. Minacce non ci sono state e né potevano esserci: Giannone è una persona perbene, incensurata, totalmente estranea ad ogni ambiente delinquenziale. Qualsiasi minaccia, o qualcosa di interpretato come tale, non aveva dietro una struttura che la rendesse degna di nota. Gli altri aspetti, quelli collegati ad un meccanismo di scommesse, lui li intende chiarire. Io ritengo che debba e possa farlo con franchezza. D'altronde è inevitabile che l'attività investigativa interpreti dei fatti. Ora sarà necessario verificare se queste interpretazioni sono corrette o meno". Bruzzese difende anche l'altro commercialista finito nella vicenda, Bruno, che si trova agli arresti domiciliari a Bologna: "Anche lui vuole chiarire la posizione. E' naturale che il suo interrogatorio avverrà più in là come tempi, essendo ai domiciliari". Giannone e Bruni, sono titolari di uno studio di commercialisti dove il 15 marzo si sarebbe svolto un incontro per pianificare le azioni del gruppo dei 'bolognesi', tra i quali Signori, Bellavista e Erodiani. Giannone e Bruni, insieme a Signori, avrebbero puntato 150.000 euro su Inter-Lecce il 20 marzo.

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