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Sconfitta vergognosa col Rimini, i giocatori tradiscono il Cosenza

 

Sconfitta vergognosa col Rimini, i giocatori tradiscono il Cosenza.

11 apr 10 Come un pugile suonato a fine carriera, incassa e non reagisce. Così il Cosenza oggi al San Vito. La più brutta gara mai vista disputare a Cosenza. Una partita che indigna e che richiama i tanti affezionati ai colori rossoblù, Sindaco in testa, a prendere le distanze da questa gente che oggi ha “disonorato” un’intera città. Non ci sono parole, e ne il tempo passato per smaltire il disappunto, ammorbidiscono lo scempio messo in atto oggi da undici pugili suonati. Nessuno ha avuto il coraggio a fine gara di indicare nella brutta prestazione le colpe dei giocatori, e solo loro, di una debacle penosa, vergognosa, umiliante. Non avevamo mai visto scendere in campo i travet del pallone. Oggi questo è successo. Quasi undici impiegati che non aspettavano altro che il fischio finale. Giudizi aspri, ma non ce ne sono altri. Inutile il sacrifico di Mimmo Toscano per dare una “scossa”. Evidentemente c’è qualcosa che non va all’interno del gruppo. Disappunto, malumore o il semplice ritardo di uno stipendio non pagato. Ci sembra troppo poco per giustificare l’avvilente prestazione degli “agnellini” visti in campo. Un esempio su tutti, i lavoratori della casa di cura di Bocchigliero senza stipendio da 48 mesi continuano a dare la loro prestazione con dignità. E’ offensivo fare paragoni. Ma oggi l’impressione avuta dal pubblico, e da chi ha assistito alla partita col Rimini, è stata quella di aver visto giocatori che hanno rifiutato di lottare, di compiere il proprio dovere. Una situazione mai vista che non trova alcuna giustificazione. Altro che calo fisico. Come dichiarato a fine gara. Dire questo significa continuare ad offendere chi ha preparato fino ad oggi la squadra. Che poi è la stessa persona che la scorsa stagione ha permesso di vincere il campionato. Ma sono gli stessi giocatori che hanno fatto un girone d’andata di tutto rispetto. E allora? Le scuse non stanno in piedi. Giustificazioni di una disfatta che da quattro gare a questa parte vanno oltre il disappunto. Sbagliare i palloni più facili in difesa, Fanucci un vero disastro, Porchia l’ombra di se stesso, lo stesso Marsili che ha tradito un curriculum di tutto rispetto. Tutti insieme diventati brocchi nella stessa gara. Non esiste. O Toscano era un mago a tenerli in campo o proprio il livello dell’organico non è decisamente da Cosenza. Non è solo il fisico ma anche il morale fa parte dell’essere uomini prima e calciatori dopo. Si abbia il coraggio di mettere mani alla formazione Beretti e schierare i giovani da qui a fine campionato. Almeno loro hanno più fame e voglia di far bene. Dimentichiamoci voli pindarici e play off. Cosenza, ed il Csoenza non meritano simili affronti.

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