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      Elezioni: commenti e dichiarazioni dei candidati

       

       

      Elezioni: commenti e dichiarazioni dei candidati

      29 ago 22 "I calabresi sono stati il cuore pulsante dell'economia italiana e, mi sentirei di dire, europea: trasferendosi e fornendo le loro capacità hanno contribuito allo sviluppo delle più variegate realtà produttive settentrionali. La mia stessa famiglia si è trasferita da Gioia Tauro in Emilia Romagna, quando avevo solo 18 anni; e qui ho iniziato la mia attività imprenditoriale. Proprio per questo mi appello ai calabresi affinché supportino la mia candidatura e appoggino i valori autentici che ho imparato proprio nella mia terra d'origine e in quella d'adozione". Così, in una nota, Francesco Patamia, imprenditore e fondatore del partito "Europei Liberali", candidato di "Noi Moderati" alla Camera. "Ciò che ho appreso dai miei genitori - aggiunge - è il rispetto per ogni tipo di professione, anche quella più umile. Questi sono i valori sui quali l'Italia, una Repubblica democratica fondata sul lavoro, basa la sua intera esistenza. Il progresso è di chi costantemente s'impegna affinché esso si sviluppi. Ed in Italia, non deve più esserci distinzione tra cittadini calabresi e quelli del Nord perché i primi, così come avviene per persone nate in altre regioni del Sud, che da generazioni vivono al Nord, hanno contributo alla sua crescita. Sicuramente il Sud non possiede le infrastrutture e le fabbriche che sorgono nel triangolo industriale del Nord, ma non per questo deve essere considerato il fanalino di coda dell'Europa. La prospettiva nella quale mi piace guardare al Meridione è quella di compensazione degli spazi e delle mansioni: fornire manodopera e offrire spettacoli naturali come quelli delle bellissime città marittime calabresi non vuol dire essere meno attivi sul territorio e sull'economia di una città del settentrione. Da calabrese onoro i miei natali e soprattutto i valori della mia terra e da emiliano di adozione faccio lo stesso nei confronti di una regione che mi ha permesso di avviarmi e, in definitiva, di fondare il partito 'Europei Liberali'".

      "È paradossale che in una fase del Paese pesantemente condizionata da guerra, inflazione e da una crisi energetica che costringe molte imprese alla sospensione della produzione, i leader del centrodestra che vengono in Calabria agitino soltanto slogan generalisti, alcuni unti e consunti e tutti o quasi privi del benché minimo effetto pratico". Lo afferma, in una nota, Francesco Pitaro, candidato al Senato per il Pd nel collegio Catanzaro/Vibo/Reggio. "È incredibile - aggiunge - vedere che, mentre si allungano ombre sul nostro prossimo futuro e imprese grandi e piccole rischiano la chiusura anche in Calabria, Salvini prometta provvidenze per ogni emergenza, naturalmente senza mai dimostrare dove recuperare le risorse. Con lui e la Lega, al rigore con cui Draghi aveva iniziato ad aggiustare la macchina dello Stato in sintonia con l'Europa, subentrerebbe il caos. Appare sempre più netto lo sbocco protezionista e isolazionista che il 'cantiere sovranista' potrebbe riservare all'Italia, con pessime conseguenze per le regioni più svantaggiate e con tanto di 'Autonomia differenziata', evidentemente per allargare i divari tra Mezzogiorno ed il resto del Paese, e con l'intenzione di introdurre il 'Presidenzialismo decidente', incrinando, come minimo, l'equilibrio dei poteri costituzionali e sacrificando la vitalità della sussidiarietà orizzontale e del pianeta associazionistico. Tutto questo, chiunque si senta non 'patriota' ma cittadino di uno Stato di diritto fondato sulla Costituzione del '48 e sulla sconfitta del nazifascismo, ha la responsabilità di contribuire a fermarlo. L'Europa mette a disposizione risorse ingenti, per dare speranze di futuro, superando il gap storico, al Mezzogiorno". "Scegliere il 25 settembre forze politiche autarchiche ed euroscettiche - conclude Pitaro - non coincide, come ha detto Draghi a Rimini, con gli interessi dell'Italia. E tantomeno con quelli del suo Mezzogiorno, il cui Dna è sostanzialmente incompatibile con la Lega".

      "Ponte sullo Stretto, è ora di dire di SÌ! Un sì convinto a un'opera fondamentale per unire Sicilia e Calabria, Italia ed Europa. Un'immagine straordinaria della bravura ingegneristica italiana nel mondo che porterebbe posti di lavoro e ridurrebbe l'inquinamento marittimo. E sarebbe interamente finanziata da fondi privati (!). Siamo stanchi dei troppi 'No' ideologici della sinistra: SI al lavoro, SI alla tutela dell'ambiente e SI al progresso". Lo scrive su Facebook il segretario della Lega, Matteo Salvini.

      "Mi arrivano da Lampedusa notizie di duemila sbarchi in poche ore. Siamo veramente in una situazione di emergenza. Mi chiedo se il ministro Larmorgese sia stata avvistata su un'isola deserta o se sia in vacanza. O se si trovi addirittura su un altro pianeta. Insomma: il ministro dov'é?". Lo ha detto Matteo Salvini a Reggio Calabria. "Sull'afflusso dei migranti - ha aggiunto il leader della Lega - stiamo registrando numeri preoccupanti. Il voto del 25 settembre può fare giustizia rispetto a tanti errori. Il centrodestra avrà il dovere di lavorare insieme e non per cinque anni, ma almeno per dieci".

      "Sul Ponte sulla Stretto ci sono stati troppi anni di chiacchiere, devo partire i lavori perché non è solo l'unire la Sicilia e la Calabria: è lavoro, sviluppo e tutela dell'ambiente, con la pulizia del mare e unire l'Italia all'Europa. Costa più non farlo, che non farlo. Con l'Europa che, una volta tanto, ci metterebbe la metà dei soldi che servono". Lo ha detto Matteo Salvini a una manifestazione a Messina. "Ai siciliani non avere il Ponte - aggiunge - costa cinque miliardi di euro l'anno. In anno te lo ripaghi e ti permette di in andare in treno a Roma in poche ore. Certo non basta da solo: servono ferrovie all'altezza, l'alta velocitò ferroviaria. Ma senza il Ponte lo sviluppo di Sicilia e Calabria non sarà mai garantito. Quindi chi sceglie la Lega, a Messina come a Reggio, sceglie il sì al Ponte, ma anche ai termovalorizzatori, all'energia nucleare, al lavoro, al futuro. Chi vuole il no può scegliere, ha l'imbarazzo della scelta"

      "Il nostro Paese viene al di sopra di tutto e prima di qualsiasi interesse particolare. Saremo il 'vaccino' dell'Italia". Lo ha detto il senatore Gaetano Quagliariello presentando a Feroleto Antico i candidati calabresi per il proporzionale alle elezioni politiche di "Noi Moderati" , la coalizione centrista formata da "Italia al Centro - Toti", "Noi con l'Italia - Lupi", "Coraggio Italia - Brugnaro" e Udc. Capolista alla Camera è Nino Foti, reggino, ex deputato ed attuale componente dell'ufficio di presidenza di "Noi con l'Italia", mentre per il Senato la stessa posizione è stata affidata a Francesco Bevilacqua, vibonese, già senatore e tra i fondatori di "Italia al Centro". "La nostra coalizione - ha aggiunto Quagliariello - vuole rappresentare un 'vaccino' contro la realtà protrattasi per diversi anni in Italia. Mettendo insieme tutte le componenti moderate del centrodestra, intendiamo semplificare il lavoro agli elettori. Non si tratta di un'aggregazione per soli fini elettorali, ma di un incunabolo che va oltre e vuole cementare, per non farla disperdere, l'area di centro, che è stata spina dorsale strategica dell'Italia nei momenti cruciali della sua storia. Siamo una minoranza che non vuole lucrare sul suo ruolo. Vogliamo, invece, essere creativi e fare da esempio, essere da slancio per il nostro radicamento ulteriore e risollevare le sorti del Paese. Dobbiamo essere i garanti della crescita del Paese. Ma questo si realizzerà solo se inculcheremo negli elettori l'idea che non è possibile che una scelta sia condizionata da calcoli geopolitici di parte contro i superiori interessi della nazione. Il nostro ruolo fondamentale é quello di guardiani della sovranità concreta e della spesa pubblica".

      "Non possiamo aspettare ottobre. Bisogna intervenire subito per evitare che i costi della crisi energetica producano una vera e propria 'strage di imprese' e mettano in gravi difficoltà le famiglie meno abbienti". Ad affermarlo è Enza Bruno Bossio, parlamentare e candidata del Pd nel collegio plurinominale alla Camera in Calabria. "Le bollette del consumo del gas e di energia elettrica - aggiunge - sono diventate insopportabili per i bilanci aziendali e familiari. Galoppa l'inflazione e a pagare saranno soprattutto i più deboli. C'è una pesante impennata degli aumenti, fino addirittura al 500% rispetto all'ultima bolletta. Gli imprenditori saranno costretti a ritenere più conveniente la chiusura della propria azienda e non continuare a produrre. Le famiglie vengono massacrate perché, insieme all'aumento delle bollette, debbono fare i conti con sensibili aumenti dei generi di prima necessità. È urgente una riunione dell'attuale Parlamento perché si adottino provvedimenti straordinari. Si decida ora e subito. Chi ha provocato la crisi e fatto cadere il Governo è così preso dall'ansia elettorale e dei sondaggi che fa finta di non rendersi conto del danno prodotto. Ma ha ragione il segretario del Pd, Enrico Letta: a noi non interessano le polemiche. Oggi, come fatto in questi drammatici mesi di pandemia e di guerra - conclude Enza Bruno Bossio - dobbiamo guardare all'interesse dei cittadini e fare in modo che tutte le forze presenti nell'attuale Parlamento, a partire da Giorgia Meloni, diano sostegno a Draghi per varare una manovra di bilancio al fine di garantire aiuti concreti alle imprese e alle famiglie".

      "La crisi energetica sta esplodendo in tutta la sua drammaticità con le bollette di luce e gas che hanno avuto aumenti fuori controllo. È necessario fare qualcosa in tempi brevi perché il rischio, fortissimo, è che nelle prossime settimane aziende e famiglie si troveranno di fronte all'impossibilità di andare avanti. Ci sono i margini per fare qualcosa di concreto che possa dare una mano soprattutto ai cittadini più deboli. Non perdiamo altro tempo. #ItaliaSulSerio". Così su Facebook il coordinatore regionale IV Calabria, candidato alla Camera dei Deputati, sen. Ernesto Magorno.

      "La Lega è disponibile a dare l'ok oggi al Governo per stanziare 30 miliardi a sostegno delle famiglie e delle imprese allo scopo di affrontare gli aumenti dei costi energetici. Qualcuno dice: parliamone ad ottobre. Ma chi sostiene questa tesi vive su un altro pianeta. Ci sono aziende che a settembre non riusciranno a riaprire". Lo ha detto Matteo Salvini a Reggio Calabria. "Certo - ha aggiunto il leader della Lega - a costo zero non c'è niente. C'è chi dice: disponiamo gli aiuti senza scostamenti di bilancio e senza fondi aggiuntivi'. Ma i soldi non crescono sugli alberi. Occorre rendersi conto che questa è un'altra pandemia che non si combatte in ospedale, ma in fabbrica. Siamo in guerra e quando sei in guerra, perché queste sono bollette di guerra, devi intervenire subito.

      "La priorità della Lega è aiutare le famiglie a pagare le bollette della luce e del gas. Tutto il resto sono chiacchiere. Voglio sapere dagli altri capi di partito cosa pensano della proposta della Lega di fare come in Francia dove è stato imposto un aumento massimo delle bollette del 4%. Da noi, invece, sono raddoppiate o addirittura triplicate". Così Matteo Salvini, parlando con i giornalisti a margine di una manifestazione elettorale a Reggio Calabria, rilancia la sua proposta di un "armistizio" tra le forze politiche per un sostegno a famiglie ed imprese per gli aumenti dei costi dell'energia. "La politica - ha aggiunto il leader della Lega - dia una prova di unità e concordi un piano di azione comune. Riapriamo il Parlamento, anche oggi se serve. Convochiamo subito il Consiglio dei ministri e adottiamo in questa materia il modello francese. Facciamo, insomma, quello che sta facendo Macron. Non si tratta di un pericoloso sovranista o di un cugino di Putin.

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