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      Consiglio regionale approva ddl su rifinanziamento prestito sanità

       

       

      Consiglio regionale approva ddl su rifinanziamento prestito sanità

      19 mag 21 Il Consiglio regionale, prima della conclusione dei lavori,ha approvato all'unanimità la proposta di legge sul "Rifinanziamento del prestito contratto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze per l'estinzione dei debiti sanitari cumulativamente registrati fino al 31 dicembre 2005". Nel dibattito che ha preceduto il voto favorevole dell'aula, il consigliere Graziano Di Natale (IRiC), ha evidenziato la presenza di un "vulnus che, sia la politica regionale, che quella nazionale, hanno nascosto o messo da parte. Una distrazione - ha detto - che dimostra la debolezza della classe politica nella nostra regione, che ha fatto sì che alcuni elementi che sono rappresentati dalla Carta Costituzionale venissero messe sotto i piedi". Ricordando il dettato dell'art. 117 della Costituzione in cui si parla di legislazione concorrente tra Stato e Regioni, Di Natale ha ricordato che anche la sanità è una materia concorrente tra Stato e Regioni. "La natura del Commissariamento - ha quindi spiegato - non può essere una natura di gestione della sanità, per non eludere l'art. 117, è stato limitato ad un limitato periodo temporale, e per fare una sola cosa, ripianare il debito". L'Aula ha poi velocemente completato l'ordine dei lavori, con l'approvazione di tutti i provvedimenti, compresi i nuovi punti inseriti in corso di seduta.

      Verso le 15 sono iniziati a Reggio i lavori della seduta di oggi del Consiglio regionale. All'ordine del giorno l'approvazione di provvedimenti amministrativi e proposte di legge. Nell'ordine dei lavori, composto di nove punti, oltre ad una variazione di Bilancio inerente il riaccertamento dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2020, spiccano la proposta di legge, di iniziativa della Giunta regionale per il "Rifinanziamento del prestito contratto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze per l'estinzione dei debiti sanitari cumulativamente registrati fino al 31 dicembre 2005", ci sono il "Riconoscimento della legittimità di alcuni debiti fuori bilancio", l'approvazione di "Ulteriori norme di salvaguardia e disposizioni transitorie in materia di demanio marittimo". In elenco anche il "Programma Regionale per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per gestione delle foreste regionali anno 2021 - 2022", l'approvazione del "Bilancio di previsione 2021-2023 dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente (Arpacal)", le modifiche norme per l'esercizio della delega di funzioni amministrative sulle aree del demanio marittimo e l'esame della mozione, a firma dei consiglieri regionali, Nicola Irto (Pd) e Gianluca Gallo ( FI) per il "No al Parco eolico 'Timpe di Muzzunetti".

      La sanità è stata l'argomento principale della discussione in Consiglio regionale. L'assemblea ha approvato, subito dopo l'avvio dei lavori, l'inserimento di alcune mozioni. Su richiesta di Sinibaldo Esposito (Cdl) è stato aggiunto l'esame della Proposta di legge sulla proroga dell'entrata in vigore della legge di adeguamento strutturale e organizzativo delle strutture socio educative per la prima infanzia, e su proposta della consigliera Clotilde Minasi (Lega - Salvini Premier) l'inserimento della proposta di legge riguardante le attività di acquacoltura. Il tema sanità è tornato prepotentemente all'attenzione dell'Aula con l'esame della proposta di legge della Giunta regionale recante il "Rifinanziamento del prestito contratto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze per l'estinzione dei debiti sanitari cumulativamente registrati fino al 31 dicembre 2005". "Legge che può essere considerata la più importante della legislatura - ha sostenuto Giuseppe Neri (FdI) - perché va ad incidere direttamente sulla quantificazione del debito sanitario. Una legge che ci restituisce quella che è la situazione reale a livello burocratico e ci consente di rinegoziare l'accordo stipulato nel 2011 sul prestito ottenuto dal Ministero dell'Economia e Finanze per ripagare i debiti maturati". "Allora - ha sottolineato ancora Neri - i tassi di interesse erano del 5,6% circa. Oggi, con la nuova rinegoziazione si spera di ottenere, attraverso questa proposta di legge, dei tassi inferiori della metà, anche se su questo non c'è certezza, perché c'è da attendere la proposta che verrà dalla cassa Depositi e Prestiti". Per Neri, un lavoro che doveva essere fatto prima, "da chi si occupa di sanità, e dal Dipartimento regionale. Ed è solo grazie al dirigente del Settore Bilancio Filippo De Cello che oggi siamo in grado di intervenire, grazie al lavoro fatto che ha corretto gli errori dei precedenti dirigenti".

      "Il nuovo ospedale della Sibaritide si farà, è cosa certa. Perché parte da una volontà chiara ed inconfutabile della compianta presidente Jole Santelli che sin dall'inizio del suo mandato aveva chiesto risolutezza, tempi certi e una pianificazione puntuale e dettagliata dei lavori. E così è stato, bandendo ogni tipo di passerella. Tant'è che uno degli ultimi input della Governatrice prima della sua dipartita, avvenuta il 15 ottobre dello scorso anno, fu proprio quello di dare avvio ai lavori del cantiere di contrada Insiti, che sarebbero poi partiti il successivo 7 novembre". Lo afferma, in una nota, Giuseppe Graziano, presidente del Gruppo Udc in consiglio regionale, componente della Terza commissione permanente sulla Sanità. "Così - aggiunge Graziano - come era volontà della presidente Santelli rimettere mano alla geografia sanitaria della Calabria, attraverso un piano di riforma che elaborammo insieme e che prevede la riapertura, tra gli altri, dell'ospedale di Cariati. E su questo, credo, non possano esserci passi indietro o alcun tipo di ripensamento. Del resto anche lo stesso Commissario ad acta della Sanità in Calabria ha annunciato che la riapertura dell'ospedale di Cariati sarà inserita nella rete ospedaliera. Con molta franchezza e sincerità credo che l'unico strumento per infondere fiducia ai cittadini sia quello di essere conseguenti alle attese. Ci sarà tempo e modo di ritornare sul territorio quando i lavori del nuovo ospedale saranno ultimati ed il presidio pienamente operativo e avrà iniziato a colmare il profondo gap sanitario che c'è nella Calabria del Nord-Est. Purtroppo le infinite passerelle e pose di prime pietre che si sono consumate nel corso degli ultimi 13 anni hanno solo fomentato malessere e disapprovazione. Tra l'altro era stata la stessa Jole Santelli ad ammonire tutta la coalizione sulla inopportunità di fare politica sulle opere incompiute. E l'ospedale di Insiti è ancora una di queste. Perché si potrà cantare vittoria solo quando quell'ospedale sarà operativo e funzionante". "Inoltre - prosegue il capogruppo Udc - rimettere in ballo la casa della salute nel 'Cosentino' di Cariati è un pericoloso spauracchio. Non ci siamo. Perché a Cariati va riaperto l'ospedale, senza altre camuffate soluzioni. Anche in questo caso lo prevede una chiara volontà della presidente Santelli, con la quale abbiamo lavorando ad una riforma del sistema sanitario calabrese che è diventata proposta di legge, prevedendo appunto la riapertura degli ospedali periferici. Volontà questa che il commissario alla sanità Guido Longo ha ratificato, appena venti giorni fa, in Consiglio regionale ribadendo chiaramente che la riapertura dell'ospedale di Cariati sarà inserita nella rete ospedaliera del dipartimento della Salute. E questo perché, oggi più che mai, dopo aver attraversato il tunnel oscuro della pandemia pagandone un prezzo altissimo, è doveroso dare una risposta in termini di servizi sanitari ad un territorio a cui è stato letteralmente scippato il diritto alla salute".

      La proposta di legge sul rifinanziamento del prestito con lo Stato per ripianare il debito della sanità ha riacutizzato problemi di sempre. Tutti d'accordo, da maggioranza ed opposizione, sulla necessità e validità della proposta della Giunta per giungere alla rinegoziazione del mutuo contratto dalla Regione Calabria nel 2011. "Ma è la lezione di Neri che mi preoccupa - ha affermato il capogruppo Pd Domenico Bevacqua - perché occorre capire i risvolti di questa operazione che poteva essere fatta prima". Carlo Guccione (Pd) dopo avere chiesto l'insediamento di una Commissione d'inchiesta, si è soffermato sull'attività dell'advisor Kpmg che avrebbe dovuto quantificare e certificare il debito, con un compenso ricevuto di circa 11 mln di euro, ma mai è riuscito a farlo e noi, oggi il debito non l'abbiamo ancora conosciuto". Sostanzialmente sulla stessa linea i successivi interventi. "Servono risposte", ha sostenuto Sinibaldo Esposito (Cdl), ma rispetto a Guccione ha osservato che basterebbero le Commissioni già attive in Consiglio, attivando magari una riunione congiunta della Commissione Sanità e Vigilanza per una azione con le necessarie audizioni e ribadendo la necessità di un'azione verso il Governo per la ridefinizione del Decreto Calabria. "Il deliberato della Giunta è da elogiare" ha dichiarato Giuseppe Graziano (Udc). Aggiungendo che "ogni indagine, si può fare con le Commissioni già operanti in Consiglio", mentre Domenico Giannetta (FI) dicendosi d'accordo sulla proposta di convocare congiuntamente la Commissione di Vigilanza, di cui è presidente, con la Commissione Sanità, ha chiesto che sia il Commissario ad acta prefetto Guido Longo, ad occuparsi del problema, con la definizione dei debiti certi. Nel definire la proposta "una delle migliori pratiche avviate da quando si è insediata l'attuale Giunta regionale", Filippo Mancuso (Lega - Salvini Premier) ha affermato che, "come dimostrano gli stessi numeri, il Commissariamento della sanità è stato un fallimento, e fatto ancor più grave, il debito è cresciuto enormemente a partire dal 2010. Raffaele Sainato (FdI) ha chiesto che ogni risparmio determinato dalla rinegoziazione degli interessi sia comunque vincolato alla sanità ed ha sollecitato anche un atto di indirizzo del Consiglio regionale per una documentazione certa riguardante i debiti. Filippo Pietropaolo (FdI) nel definire virtuosa l'azione del dirigente Filippo De Cello ha invitato tutti a fare "fronte comune, non solo - ha detto - per modificare il Decreto Calabria, ma anche per stabilire una data certa della fine del Commissariamento della sanità in Calabria, alla luce dei risultati conseguiti". Un'attenzione sulle "ripetute statuizioni della Magistratura contabile" è venuta da Antonio De Caprio (FI). "Si parla di leale collaborazione tra Stato e Regioni - ha aggiunto - ma nei fatti questa è mancata del tutto".

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