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      Regione si appella a Consiglio di Stato contro decisione Tar su scuole

       

       

      Regione si appella a Consiglio di Stato contro decisione Tar su scuole

      10 gen 21 "Non si può procedere all'emanazione di una nuova ordinanza di chiusura delle scuole primarie di primo e di secondo grado in quanto il relativo provvedimento sarebbe nullo ai sensi dell'art. 21-septies della L.241/1990 sul procedimento amministrativo e potrebbe costituire di rilievo penale, ex art. 650 c.p., qualora inteso come inottemperanza all'ordine giudiziale. L'unico rimedio esperibile è il ricorso in appello al Consiglio di Stato il quale è stato prontamente esperito tant'è che risultano già iscritti i ricorsi in appello avverso entrambi i Decreti Cautelari emessi dal Tar di Catanzaro". Lo scrive sulla sua pagina Facebook il presidente ff della Regione Calabria Nino Spirlì in merito alla sentenza del Tar che ha sospeso la parte di ordinanza emessa dallo stesso Spirlì che prevedeva la chiusura e la dad fino al 15 gennaio per le scuole elementari e medie. "Auspichiamo - prosegue - in una celere e tempestiva decisione da parte dl Presidente del Consiglio di Stato. Carissimi, inutile ribadire quanto già vi ho comunicato: è da ore e ore che sto cercando il modo legale per garantire la didattica a distanza o mista ai nostri bambini, adolescenti, giovani. Purtroppo, devo constatare che, ancora, nella nostra amata Calabria, i pochi governano e decidono per i molti. Oggi più che mai è indispensabile segnarlo nella mente e ricordarlo al momento opportuno. Tutti noi, io con voi, sogniamo una vera democrazia. Che sappia tutelare, accompagnare, sostenere. Il ghigno beffardo dei falsi vincenti, umani e non divini, non mi ha mai convinto. Non mi è mai piaciuto. Affido ai genitori coscienziosi, agli educatori vigili, all'intera comunità regionale, a se stessi e a Dio, il popolo nuovo e giovane della Calabria. Io, pur di passaggio, continuerò a combattere dal palazzo con le porte aperte. Non sono nato su una poltrona comoda, ma in una umile casa di onesti lavoratori. Non morirò su una poltrona comoda (che, peraltro, non uso), ma in mezzo alla mia gente". "Lo devo - conclude Spirlì - ai miei nonni contadini, mio padre onesto servitore dello Stato, a mia madre fiera figlia, sorella, moglie, madre, nonna e bisnonna di famiglia. Restiamo vicini e tracciamo insieme il solco su cui costruire il sentiero: lei non ci abbandonerà".

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