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      Asp non firma contratto al Sant'Anna, Spirlì chiede ispettori a ministri

       

       

      Asp non firma contratto al Sant'Anna, Spirlì chiede ispettori a ministri

      24 apr 21 "Nell'ambito della chirurgia cardiovascolare, il Sant'Anna Hospital, eccellenza della nostra Regione, ha da sempre coadiuvato il Ssr, anche grazie alla presenza di professionalità riconosciute a livello internazionale. Alcuni eventi di natura giudiziaria, nonché un importante contenzioso con l'Asp di Catanzaro, hanno determinato la sospensione delle attività, i cui effetti si stanno riverberando esclusivamente sulla collettività e sui dipendenti della stessa struttura". È quanto scrive il presidente ff della Regione Calabria Nino Spirlì, in un lettera inviata ai ministri della Salute Roberto Speranza, e dell'Interno Luciana Lamorgese. Proprio a causa del contenzioso in essere, l'Asp di Catanzaro, commissariata e gestita da una terna commissariale, "ha espresso - spiega il presidente della Giunta - la volontà di non sottoscrivere, con il nuovo management della struttura sanitaria, il contratto 2020 sino al completo chiarimento della situazione giudiziaria ancora sub iudice. Nonostante l'intervento dell'amministrazione regionale e del commissario ad acta Guido Longo, vani sono stati gli incontri avuti col prefetto Latella (commissario dell'Asp di Catanzaro), la quale continua a voler 'attendere' gli esiti del contenzioso pur non ravvisandosi, allo stato attuale, elementi che impediscano di fatto la sottoscrizione del nuovo contratto". Alla luce di questo, Spirlì chiede pertanto a Speranza e Lamorgese "l'avvio di una attività ispettiva e di supporto attraverso l'invio di funzionari ministeriali, al fine di verificare se la mancata soluzione della problematica sia da attribuire a ingiustificati comportamenti omissivi e, in ogni caso, di individuare le più corrette soluzioni. La soluzione di tale annosa questione, soprattutto nella situazione emergenziale che stiamo vivendo - conclude Spirlì -, rappresenta una assoluta priorità, in quanto consentirebbe la riduzione della pressione nelle strutture ospedaliere e, soprattutto, tutelerebbe tutta quella parte di popolazione costretta a emigrare fuori regione per usufruire delle prestazioni sanitarie di cui hanno pienamente diritto".

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