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      Presidente Tallini: Dobbiamo scuse per errore su legge vitalizi

       

       

      Presidente Tallini: Dobbiamo scuse per errore su legge vitalizi

      03 giu 20 ""La legge che stiamo per abrogare non incide sull'impianto della normativa esistente, se non per aspetti marginali, anche se dobbiamo avere l'onestà intellettuale di riconoscerne i profili di inopportunità politica e di non aderenza alle intese nella Conferenza Stato-Regioni". Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale della Calabria Domenico Tallini che ha motivato così, in apertura di seduta, la decisione di convocare con urgenza ed in via straordinaria l'assemblea per l'annullamento della Legge su indennità differita e di fine mandato per i Consiglieri regionali. Tallini, che sulla vicenda ha criticato l'azione di un "triste e variopinto 'cartello di sciacalli'", ha parlato di "atto doveroso, e di responsabile umiltà. Questa Presidenza - ha aggiunto - ha verificato la sussistenza di incongruenze sia per quanto riguarda il mancato allineamento alle intese raggiunte sulla materia in sede di Conferenza Stato-Regioni e di Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative, sia per quanto riguarda l'impatto finanziario per l'Ente che si realizzerebbe potenzialmente con l'allargamento della platea dei beneficiari. Ha anche verificato la volontà unanime dei Gruppi consiliari che avevano presentato la proposta di legge di procedere all'annullamento della norma approvata". Tallini ha poi espresso forte indignazione "per l'ingiusto attacco concentrico rivolto in questi giorni al Consiglio regionale e ai suoi componenti, un attacco basato su fake news, su falsità, bugie, inaccettabili forzature e fantasiose ricostruzioni, la più colossale delle quali - ha aggiunto - è il ripristino dei vecchi vitalizi che il Consiglio regionale avrebbe operato con la legge che stiamo per abrogare. I vecchi vitalizi sono stati aboliti dal 2011 - ha rilevato - mentre la legge 13/2019 ha consentito di rideterminare su base contributiva ben 189 assegni vigenti con un risparmio per l'Ente di un milione e 249mila euro all'anno". Per Tallini "c'è bisogno di una operazione verità che restituisca dignità al Consiglio regionale della Calabria davanti ad un'opinione pubblica disorientata dal disinvolto uso dell'arma della falsità. Solo ai calabresi dobbiamo delle scuse per l'errore commesso. Questa Assemblea non ha reintrodotto, né reintrodurrà mai, alcun privilegio già abolito. Il Consiglio regionale della Calabria saprà ben riconquistare la fiducia dei cittadini con le sue condotte e con il suo lavoro. E' con questo auspicio che chiedo a questo Consiglio Regionale di approvare l'abrogazione della legge 5/2020". "La legge che stiamo per abrogare - ha detto ancora Tallini - non incide sull'impianto della normativa esistente, se non per aspetti marginali, anche se dobbiamo avere l'onestà intellettuale di riconoscerne i profili di inopportunità politica e di non aderenza alle intese nella Conferenza Stato-Regioni". Il Presidente del Consiglio, nel suo intervento ha definito un singolare "cartello" quello composto da coloro "che hanno utilizzato in perfetta malafede fake news e bugie per demonizzare e infangare il Consiglio regionale della Calabria, senza distinzione tra maggioranza e opposizione. In questo triste e variopinto "cartello di sciacalli" ci sono paladini dell'antipolitica, nostalgici della Prima Repubblica antimeridinalisti a pagamento,giornalisti che si cimentano in fantasiosi racconti gialli, e anche candidati alla Presidenza della Regione, sonoramente bocciati dall'elettorato. Io non credo ai complotti che sono cose serie, organizzate da gente seria. Ma registriamo una singolare convergenza di interessi di soggetti tra loro diversi, ma accomunati tutti da sentimenti di rivalsa e perfino dall'odio, e comunque da obiettivi dai tratti non proprio nobili". "Questo Consiglio Regionale, insediatosi nel momento più drammatico e delicato dell'epidemia - ha ancora - ha risposto con grande senso di responsabilità, licenziando il bilancio e sostenendo direttamente iniziative a favore delle famiglie, come gli stanziamenti per gli studenti universitari fuori sede e per il che, messo alla prova del governo del Paese e di grandi città come Roma, ha dato prova di incultura, ignoranza dei problemi, improvvisazione, dilettantismo, scadendo anche in forme perverse di gestione del potere. Non mi pare che il 'cartello' dei novelli fustigatori del costume politico si sia indignato per la scarcerazione di centinaia di boss mafiosi, mandati ai domiciliari con una superficialità che lascia basiti. Non ho traccia della loro indignazione per i disinvolti "aiuti di Stato" elargiti anche a chi non ne ha diritto, per un "reddito di cittadinanza" finito nelle tasche di delinquenti e nullafacenti di professione e che ha fa riportato indietro di mezzo secolo il nostro Paese".

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