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      A Lamezia tornano i Commissari, Consiglio di Stato annulla Tar

       

       

      A Lamezia tornano i Commissari, Consiglio di Stato annulla Tar

      23 mar 19 Il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di sospensiva avanzata dall'Avvocatura dello Stato della sentenza del Tar, emessa lo scorso 22 febbraio, che annullava lo scioglimento del Comune di Lamezia Terme deciso nel 2017 per infiltrazioni mafiose. La decisione del Consiglio di Stato sospende nuovamente il sindaco Paolo Mascaro, la Giunta e il Consiglio comunale e determina il rientro alla guida del Comune dei Commissari prefettizi. Immediata la reazione del sindaco Mascaro. "I miei legali - afferma - hanno già inviato, ai sensi dell'art. 56 codice giustizia amministrativa, richiesta di audizione in qualsiasi momento, con preavviso di sette ore. Sono disponibile stasera, domani, in ogni istante. Non si può massacrare ancora una Comunità negando l'audizione del suo Sindaco. Lo Stato mi ha già negato colpevolmente l'ascolto, non ripeta ancora l'errore. Ascoltatemi, Lamezia merita rispetto".

      "Trovo assurdo che il Consiglio di Stato abbia deciso, inaudita altera parte, di sospendere la sentenza del Tar del Lazio che annullava lo scioglimento dei Consigli comunali di Lamezia Terme e Gioiosa Jonica". Lo afferma, in una nota, la deputata di Forza Italia Jole Santelli, vice presidente della Commissione parlamentare antimafia. "Un provvedimento così urgente - prosegue Santelli - non può essere applicato ad una questione che necessita di contraddittorio e che, proprio quando c'è stato il contraddittorio, ha visto trionfare le ragioni dei Comuni. Il provvedimento fa prevalere le esigenze di sicurezza rispetto all'interesse primario della democrazia, con una valutazione che rinnega la giurisprudenza consolidata di Palazzo Spada, che ha sempre ritenuto equivalenti le due esigenze. È impensabile proseguire su una linea che sembra persecutoria nei confronti di chi è stato eletto democraticamente e ha visto riconoscersi dal Tar pienamente le proprie ragioni". "Intervenire su una vicenda così complessa con un provvedimento di estrema urgenza riservato, nella procedura, a casi in cui esista un 'periculum in mora' - sostiene ancora Santelli - non trova veramente alcuna ragione. Siamo certi che nel dibattimento si porrà fine a questa sofferenza anche per smentire le sorprendenti dichiarazioni di quanti, molto prima che il Consiglio di Stato decidesse, vaticinarono in maniera alquanto sospetta e sorprendente".

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