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      Mangialavori: Vicenda DL Calabria segna fine mito onestà M5s

       

       

      Mangialavori: Vicenda DL Calabria segna fine mito onestà M5s

      30 mag 19 "Lo scandalo scoppiato ieri in Parlamento, relativo alla nomina del nuovo commissario dell'Asp di Vibo Valentia, segna la fine del mito dell'onestà grillina". Lo afferma, in una nota, il senatore di Forza Italia Giuseppe Mangialavori. "Per anni - prosegue Mangialavori - abbiamo assistito alle presunte crociate legalitarie nel settore sanitario della deputata 5 stelle Dalila Nesci, sempre sollecita nel presentare esposti alla magistratura, nel denunciare il malaffare e nel rivendicare la necessità di liberare il comparto da clientelismo e corruttele. Ieri, con nostra grande sorpresa, abbiamo però scoperto che il tanto decantato Decreto Calabria non era altro che una mossa (incostituzionale) per estromettere tutti i partiti dalla sanità regionale, eccezion fatta per il Movimento 5 Stelle. Gli annunci del premier Conte, del sempre più agitato ministro della Salute Grillo e della stessa Nesci ci avevano illuso circa la bontà di un decreto che avrebbe dovuto prediligere il merito alle raccomandazioni, le graduatorie trasparenti alle affinità di partito. E invece, alla Camera è esploso il bubbone che rischia di travolgere l'intero Movimento". "Scopriamo che Nesci, per mezzo delle nuove norme incluse nel Decreto - sostiene ancora il parlamentare di Fi - era pronta a piazzare un suo 'collaboratore non retribuito' al vertice dell'Asp di Vibo, in un conflitto d'interessi patente e gravissimo, dal momento che la deputata di Tropea è anche relatrice del provvedimento in discussione in Parlamento e, con metodi simili a quelli che voleva combattere, ha brigato per far nominare un suo sodale nell'Azienda del suo territorio provinciale. Il caso dimostra una volta di più che il Decreto Calabria è soltanto una squallida operazione politica finalizzata alla conquista, da parte del M5S, dei centri del potere sanitario calabresi, al chiaro scopo di ottenerne un tornaconto in termini clientelari ed elettorali. Se Nesci provasse anche solo un po' di vergogna, dovrebbe dimettersi dal ruolo di relatrice e presentare un nuovo esposto, ma stavolta contro se stessa"

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