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      La secessione parte dalla scuola, Ministro leghista: niente fondi al Sud

       

       

      La secessione parte dalla scuola, Ministro leghista: niente fondi al Sud

      09 feb 19 E' bufera sulle parole del ministro dell'Istruzione Marco Bussetti, in quota Lega, che ieri in Campania alla domanda se arriveranno fondi alle scuole del Sud "per recuperare il gap con le scuole del Nord", ha risposto: "Ci vuole l'impegno del Sud. Vi dovete impegnare forte". Dunque niente soldi? "No. Questo ci vuole, lavoro, sacrificio, impegno. Lavoro, sacrificio, impegno". E dopo 24 ore, a polemica ormai innescata, arriva la replica piccata del vicepremier Luigi Di Maio, non soddisfatto della precisazione di Bussetti che bollava come "ridicolo" definirlo come "ostile al Sud". "Se un ministro dice una fesseria sulla scuola, chiede scusa. Punto", la risposta del leader M5s. Uno scontro, quello nel governo, che rispecchia le fibrillazioni interne al Movimento sul nodo autonomia, voluta dalla Lega ma osteggiata dall'ala ortodossa pentastellata, sintetizzata dall'hashtag #AttentiallaSecessioneDeiRicchi", lanciato dalla senatrice Paola Nugnes. A cercare di abbassare i toni sul suo collega di partito interviene anche il ministro dell'Interno Matteo Salvini: "Questo governo sta facendo tantissimo per la gente del Sud. I fatti sono più forti di qualsiasi polemica". Le parole del ministro dell'Istruzione hanno scatenato l'ira bipartisan di molti politici e cittadini del Sud, oltre che dei presidi e degli studenti. Col Pd e Leu che annunciano interpellanze urgenti in Parlamento. A giustificazione delle polemiche che hanno tenuto banco per tutta la giornata, Bussetti ha specificato che "al Sud servono fondi, certo. Come ovunque. Ma so anche che da soli non bastano. Occorre anche credere in se stessi, lottare, rimboccarsi le maniche. Bisogna saper utilizzare meglio le risorse economiche. Sono le persone a fare la differenza. E il Sud è pieno di eccellenze. Dobbiamo puntarci e valorizzarle. Forse a qualcuno non fa comodo farlo". Ma anche il viceministro e il sottosegretario all'istruzione, Lorenzo Fioramonti e Salvatore Giuliano, entrambi M5S, si dissociano da Bussetti: "Studenti e insegnanti del Sud sono esempio di eccellenza e coraggio", dicono all'unisono. La prima bordata contro Bussetti arriva di buon'ora. "Il ministro non può delegittimare il personale 'del Sud' usando espressioni divisive che lasciano intendere che nel Sud non ci si impegna adeguatamente - dice Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi - Forse il ministro ignora che in molte aree del sud le scuole sono l'unico avamposto dello Stato. Delegittimare chi vi lavora è inaccettabile". "Dopo la sparata del giorno Bussetti si dimetta", afferma la Rete degli studenti medi. Duro il commento del sindaco di Napoli Luigi de Magistris: "Parole di chi non conosce storie e fatti e, quindi, ignorando il Sud è un ministro dell'ignoranza. Tono e sguardo evidenziano il suo disprezzo per le nostre terre". Pretende le scuse del ministro Mara Carfagna, vice presidente della Camera e deputato di Fi: "Impegno e sacrificio invece di risorse e investimenti sull'edilizia scolastica e sul capitale umano, cioè gli insegnanti? Le dichiarazioni del ministro sono offensive per l'intero Sud e, pertanto, irricevibili". Sulla stessa scia il senatore del Pd Francesco Verducci, vice Presidente Commissione Istruzione e Cultura: "Da Bussetti parole indecenti che offendono tutti gli insegnanti e i lavoratori di scuola, università, ricerca. Un concentrato di livore, di disprezzo, di falso pregiudizio contro il meridione. Bussetti si dimetta. Vergogna". Interviene sulla polemica anche la Gilda: "Bussetti utilizza i soliti stereotipi e luoghi comuni sul Sud fannullone", spiega il coordinatore Rino Di Meglio. Giova ricordare al ministro che il 40% degli insegnanti in servizio al Nord proviene dalle regioni meridionali". A difesa del ministro diversi parlamentari del Carroccio. Tra loro il deputato calabrese della Lega Domenico Furgiuele, componente della Commissione Cultura: "Bussetti é un grande ministro che ama il Sud", dice. Ma il primo passo verso la secessione, quella proclamata da sempre dalla Lega, è stato fatto. Proprio in un settore delicato come quello dell'istruzione. Un progetto mai accantonato che in una sorta di "rivoluzione dolce" a colpi di decreti avallati da tutto il Governo, tra riforma dell'autonomia e i proclami di oggi fanno preoccupare.

      Scoppia la bufera:

      "Non si accampino sterili giustificazioni. Abbiamo un contratto da rispettare in cui ci siamo impegnati a colmare il divario, in ogni settore, tra Nord e Sud. Per il resto, concordo pienamente con Luigi: le scuse sono l'unica strada per placare le polemiche." Lo scrive su facebook il ministro per il Sud Barbara Lezzi condividendo il post con cui il vicepremier Luigi Di Maio definisce "una fesseria" le parole del ministro dell'Istruzione Marco Bussetti.

      Al sud docenti d'eccellenza

      "Studenti e insegnanti del Sud sono esempio di eccellenza e coraggio". Così il viceministro all'istruzione Lorenzo Fioramonti e il sottosegretario all'istruzione Salvatore Giuliano entrambi M5s. "Vogliamo credere che il Ministro Bussetti nell’auspicare maggior impegno da parte del Sud, sottintendesse quanto siano stati finora straordinari proprio l’impegno, il lavoro e il sacrificio di tutti gli operatori della filiera scolastica e universitaria del meridione, autentici eroi civili, altissimi rappresentanti di uno Stato che non sempre ha saputo tutelare adeguatamente queste zone dalla criminalità e dal disagio sociale". "Il Sud Italia, oltre che per le sue bellezze paesaggistiche e naturali, è noto per la sconfinata ricchezza intellettuale dimostrata quotidianamente da studenti e docenti, spesso costretti a lavorare in condizioni proibitive, eppure capaci di far emergere eccellenze in ambito scientifico, letterario, medico, artistico e accademico", ricordano Fioramonti e Giuliano. "Impegno, lavoro e sacrificio hanno contraddistinto la condotta di scuole e atenei del Sud, che verranno nei mesi a venire finalmente valorizzati e premiati da un governo che vuol cambiare l’Italia aiutando concretamente -.e quindi sostenendo con politiche attive e risorse - chi finora è rimasto indietro, dando così a ogni studente del paese, dovunque sia nato e risieda, le stesse opportunità", concludono il viceministro e il sottosegretario all'Istruzione.

      Studenti: Ministro si dimetta

      "Per la serie “la sparata del giorno” torna alla carica il Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. E' inaccettabile che in un Paese come il nostro, martoriato dalle disuguaglianze tra Nord e Sud, il Ministro che dovrebbe tutelare gli interessi di tutti gli studenti d’Italia, espliciti che il Sud non ha bisogno di maggiori finanziamenti. Bussetti è mai stato nelle scuole a pezzi della Sicilia? Ha mai parlato con le centinaia di universitari che ogni anno abbandonano il loro territorio per cercare un futuro nelle facoltà del Nord o all'estero? Vergogna." E' quanti dichiara Giammarco Manfreda, Coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi. "Bussetti è lo specchio imbranato della pericolosa ideologia delle autonomie differenziate, per la quale le sorti di una regione dipendono dall’ “impegno” delle stesse e non dall’impegno dello Stato, che si dovrebbe operare per parificare le diversissime condizioni storiche, economiche e sociali dei suoi territori. Queste dichiarazioni meritano le dimissioni", conclude Enrico Gulluni, coordinatore Nazionale dell'Unione degli Universitari.

      Flc Cgil: Sciopero generale

      "Il ministro Bussetti, nel corso di una visita presso le scuole di Afragola e Caivano, alla domanda di un cronista di un'emittente tv locale se servissero più fondi al Sud per recuperare il gap con le scuole del Nord, ha risposto: "No, ci vuole l'impegno del Sud, vi dovete impegnare forte, questo ci vuole". Non più fondi quindi ma "impegno, lavoro e sacrifici. Le parole sono chiare e nette ed evidenziano un'idea del Mezzogiorno da un lato sbagliata e caricaturale, ma dall'altro, segnalano il tentativo finalmente scoperto, di dare corpo, senso e concretezza a quel progetto di regionalismo differenziato che tante sciagure porterà all'Italia intera, non solo alle regioni meridionali. A quel progetto di secessione dei ricchi che non serve a risolvere i problemi delle scuole del nord, ma aggrava le difficoltà delle scuole del mezzogiorno, rompe l’unità del sistema di istruzione e introduce vere e proprie gabbie salariali, la piazza di San Giovanni oggi ha detto no. Perché di altro ha bisogno il sistema italiano dell'istruzione e della ricerca, e lo abbiamo ribadito con forza nella piattaforma di Cgil, Cisl e Uil e in piazza. Ed è solo il primo passo. Se il Governo andrà avanti deve sapere che la mobilitazione crescerà fino allo sciopero generale". Lo afferma la Flc Cgil. "L'istruzione al sud ha bisogno di maggiori risorse, dalle materne, alle università, alle accademie di alta formazione, perché il tempo pieno non si fa col volontarismo, né il gap tra gli atenei si risolve con l'impegno dei singoli. L'istruzione e la ricerca al Sud, ma anche al Nord, hanno bisogno di stabilizzare tutti i precari, perché su di essi grava un lavoro già oneroso, e lo Stato non può permettersi il lusso di lavoratrici e lavoratori sotto pagati, maltrattati, e vilipesi nella loro straordinaria dignità professionale. Altro che Sud che "deve impegnarsi forte". E' questo Governo che deve dare manifestazione di maggiore impegno per i nostri settori. A cominciare dallo stanziare risorse per il rinnovo del contratto collettivo nazionale. Su questo attendiamo risposte dal Ministro", conclude il sindacato della scuola.

      Mangialavori: parole inaccettabili

      "Il ministro dell'Istruzione dovrebbe vergognarsi per le parole dette contro il Sud, contro i suoi lavoratori, i suoi studenti e tutti quelli che, ogni giorno, lottano per crearsi un futuro migliore". Lo afferma in una nota il senatore di Forza Italia Giuseppe Mangialavori. "Secondo Bussetti - prosegue - il Sud non avrebbe bisogno di fondi per il suo sviluppo, bensì di più impegno, di più lavoro e di più sacrifici. Significa che, a parere di un ministro della Repubblica italiana, esiste una parte d'Italia che non produce, che tira a campare, che predilige l'assistenzialismo e che, in definitiva, è popolata da fannulloni attaccati alla mammella dello Stato. Insomma, ci troviamo, nuovamente, di fronte alle forme di pregiudizio più stinte, quelle che puzzano di becera discriminazione ai danni dei "terroni", dei meridionali furbi e spregiudicati. E magari, perché no?, anche un tantino mafiosi o, comunque, collusi con la criminalità organizzata. Bussetti dovrebbe cercare di aprire i suoi ristretti orizzonti, e magari di studiare bene la storia del Meridione d'Italia, il suo presente e la sua grande e operosa comunità, composta a stragrande maggioranza di persone che, davvero, consacrano ogni giorno al sacrificio, al lavoro e all'impegno". "È inaccettabile - conclude il senatore azzurro - che simili forme di discriminazione costituiscano le categorie di pensiero di un membro del governo che dovrebbe avere il compito di non fare differenze tra Nord e Sud, tra lombardi e calabresi, tra regioni ricche e regioni povere. Purtroppo, poche parole sono state sufficienti per farci capire come la pensa Bussetti, che, in altri casi e in altri tempi della nostra storia repubblicana, sarebbe stato costretto a dimettersi".

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