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      Occhiuto a Schiavonea "Come a Cosenza una Calabria possibile"

       

       

      Occhiuto a Schiavonea "Come a Cosenza una Calabria possibile"

      14 ago 19 Ogni volta una lectio affascinante sulla città e sulla rigenerazione urbana, sull’architettura applicata alla vita delle persone, sulla sostenibilità, non in un’aula universitaria bensì sotto le stelle, nelle sere di un’estate rovente sia sul piano delle temperature che della politica nazionale. La Calabria tra qualche mese è attesa a una grande sfida e Mario Occhiuto nella lunga vigilia elettorale incontra i cittadini calabresi nel suo tour da candidato alla presidenza della regione portando loro il racconto del cambiamento reale avvenuto a Cosenza, nel Sud, proprio in quella Calabria che dai cambiamenti positivi almeno fino ad oggi è sembrata lontana. Non di promesse, ma di fatti tangibili parla alla gente Occhiuto. Tra foto, slide, rendering, progetti, opere, l’architetto che ha trasformato profondamente il volto e l’anima del capoluogo bruzio, esporta così il cammino compiuto in otto anni di governo cittadino facendo assaporare lo stesso possibile cambiamento in una forma estesa all’intero territorio calabrese.

      Nella platea gremita di piazza Portofino a Schiavonea di Corigliano Rossano, tra residenti e turisti, assessori, consiglieri, curiosi, in questo caldissimo 13 agosto si riconoscono il giovane sindaco Flavio Stasi, Gianluca Gallo, Giovanni Dima. La stessa visione che ha accompagnato il percorso amministrativo da sindaco a Cosenza, può allora essere sviluppata in tutte le altre province, con una progettualità complessiva che ha lo scopo di mutare l’immaginario sulla Calabria. “La città è il luogo più straordinario perché la città è il luogo della vita degli uomini”, esordisce Mario Occhiuto nell’appuntamento sulla costa ionica. Anche qui parte dal caso di Cosenza come oggetto di studio del volume di Rossana Galdini che contiene, fra l’altro, interviste a Santiago Calatrava, a Giandomenico Amendola e allo stesso Occhiuto. “A Cosenza abbiamo seguito le buone pratiche e inseguito il cambiamento per migliorare la vita delle persone – aggiunge - Cosenza ha puntato sulla bellezza perché noi pensiamo che dove c’è qualcosa di bello ci sia anche qualcosa di buono. Un luogo dove c’è giustizia, dove sono soddisfatti i diritti delle persone: quella è la bellezza. In passato, specie nelle città d’arte, gli uomini contribuivano a costruire gi edifici e le facciate dei loro edifici per aumentare la ricchezza della loro città”. Occhiuto a questo punto si alza, si rivolge alla piazza che ha davanti e parla proprio delle tante piazze nate e riqualificate a Cosenza. Scorrono le immagini. Racconta, il candidato governatore, dei mutamenti radicali operati in questi anni. La copertina dedicata alla città di Cosenza, alla strategia mondiale di marketing turistico incentrata sul tesoro di Alarico, da parte del settimanale Sette del Corriere della Sera ne è stata un riscontro importante. Le persone sono attente come se stessero davvero in un’aula accademica a cielo aperto. Sentono discorrere di architettura e urbanistica, quindi della loro stessa vita, degli spazi, dei luoghi, delle opere, dei servizi che hanno ricadute sull’esistenza umana. Si cita l’abbattimento “intelligente” di un campo rom, richiamato anche dall’allora Ministero degli Interni guidato da Alfano come esempio a cui guardare da parte di altri Comuni. Occhiuto ormai ha un feeling diretto con la gente, ne avverte gli umori. “Prego maestro”, dice rivolgendosi al pianista Paolo Aragona che con Francesco Occhiuzzi divide il palco con lui. Una breve pausa, la musica di Gaber. Poi si riparte davanti alla platea gremita di piazza Portofino di Schiavonea. Ricorda, Occhiuto, l’aneddoto ormai noto che gli è caro, quello che riprende ogni volta che parla del ponte di Calatrava: la lettera di un giovane che vive nel quartiere di Gergeri e che da bambino si vergognava a vivere lì, mentre oggi, grazie alla rigenerazione realizzata dall’amministrazione Occhiuto, ne va orgoglioso e si sente fiero di essere residente nella zona un tempo degradata. Il Planetario, i BoCs Art, la riqualificazione dei fiumi, i percorsi tattili che hanno reso Cosenza la prima città con più percorsi per non vedenti, la raccolta differenziata, l’aggregazione, gli spazi pubblici che sono gli spazi di relazione della città, la festa come concetto fondamentale per tenere vivi i rapporti collettivi, le luci d’arte, “una città, insomma, fondata sui sogni che avevamo - dice con orgoglio Occhiuto - perché i sogni ce li dobbiamo tenere stretti”. Vengono richiamati i numerosi premi ottenuti e i traguardi raggiunti: dal 95esimo posto, Cosenza è balzata al quinto posto nella graduatoria dell’Ecosistema urbano 2018 per vivibilità, dopo Mantova, Parma, Bolzano e Trento, Comuni-mostri sacri, sempre ai primi posti. Cosenza, inoltre, prima Città Bandiera azzurra perché città amica del cammino e della corsa. Lo step argomentativo dedicato alla città si chiude con un video ad hoc, esplicito, emozionale. “Io penso che per la Calabria non si debba più parlare di programmi ma di progetti come azione creativa, non solo il presupposto di qualcosa che verrà fatto, ma puntando su qualcosa che già esiste ed ha un suo valore che può finalmente portare a vedere la nostra terra in maniera creativa. Io credo – prosegue Mario Occhiuto - che questa sia l’unica modalità, il punto di partenza”. Come in una trasmissione che è ormai familiare nel palinsesto di questi incontri al chiaro di luna, sullo schermo scatta il momento dell’inizio di una nuova era di Jovanotti: nulla di stantio, ritmo e proiezione su un futuro alla portata di tutti. La svolta ecologica della Calabria che è il fulcro della proposta di Occhiuto ai calabresi, in special modo ai giovani calabresi e al loro futuro, trae quindi spunto dalla campagna ecologica del JovaBeachParty che ha segnato l’estate italiana e di recente pure quella delle spiagge calabresi. “Potremmo addirittura fare concorrenza all’Enel con le energie rinnovabili, grazie al vento, al sole, ai boschi della nostra regione”. La parola d’ordine è declinare dunque l’idea di una Calabria green con un’azione di sistema, pensando anche a un’industria nell’agricoltura biologica, nell’agricoltura di precisione. “Pensate – aggiunge il candidato alla presidenza regionale – Pensate se in Calabria ci fossero dieci grandi opere di architettura contemporanea. Opere che su questo territorio straordinario potrebbero nascere dalle risorse che comunque abbiamo e non sappiamo sfruttare. Opere che possono trasformare e rendere più attrattiva la Calabria nei suoi distretti turistici. Il Waterfront di Zaha Hadid sul lungomare di Reggio, ad esempio, lo riprenderemo subito”. Molto del capitolo rivolto alla Calabria, Occhiuto lo incentra sul turismo: “Ovviamente il turismo porta ricchezza, crescita sociale, migliore vivibilità. La Calabria può vivere puntando su attività emozionali. Purtroppo al momento contiamo solo due milioni di turismo straniero in Calabria, a fronte invece dei 5 milioni che ogni anno visitano Riva del Garda”. Un discorso a sé è quello sulla Sanità, una nota dolente. “Abbiamo la necessità stringente – afferma Occhiuto - di costruire nuove strutture ospedaliere che diano confort qualitativo e dignità ai pazienti e ai loro familiari. Bisogna lavorare sulla prevenzione, stimolando le persone su percorsi di invecchiamento attivi, abituandole a stili di vita appropriati. Noi amministratori possiamo fare molto. Certo, non è semplice. La Sanità in Calabria è commissariata ma non bisogna mettersi contro il commissario, occorre collaborare ed evitare ribellismi che non portano da nessuna parte”. Poi si sofferma sull’industria degli eventi come spinta innovativa che è sinonimo di crescita e ricchezza. Novanta minuti in cui Occhiuto condensa progetti, novanta minuti che vanno via veloci e leggeri lasciando nella testa dei presenti (e di quanti sono collegati in diretta streaming) l’idea di un’altra Calabria. Il pubblico di Schiavonea ascolta e partecipa, applaude, intona in coro i ritornelli dei brani che intermezzano le varie tematiche affrontate dal candidato governatore Mario Occhiuto. Proprio come in uno spettacolo, il più grande spettacolo dopo il big bang: la Calabria che verrà.

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