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      Dems "Il PD in Calabria non c'è più, Magorno si dimetta"

       

       

      Dems "Il PD in Calabria non c'è più, Magorno si dimetta"

      09 mar 18 "Il Partito democratico in Calabria non c'è più. L'ampiezza della disfatta elettorale, che colloca il Pd al 13% nella circoscrizione 1 Cosenza e al 14% nella circoscrizione 2 Catanzaro-Reggio Calabria, ci porta a constatare che dopo undici anni il progetto del Pd è arrivato ormai al capolinea". E' quanto si afferma in una nota dei Dems Calabria, la componente del Pd che fa capo al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, nella quale si chiedono le dimissioni del segretario regionale Ernesto Magorno. "Un'amara constatazione - è detto nella nota - visto che quando Ds e Margherita diedero vita al Pd, in Calabria singolarmente presero voti di molto superiori all'attuale dato elettorale del Pd. In questi ultimi tre anni abbiamo perso poi in tutte le competizioni amministrative (in Calabria basta ricordare le sconfitte di Vibo Valentia, Lamezia Terme, Crotone, Cosenza e Catanzaro) e nella nostra regione il Referendum del 4 dicembre ci ha consegnato uno dei dati più bassi del SÏ: praticamente uno tsunami annunciato. Una visione feudale e padronale del Partito lo ha ridotto a un organismo che è diventato una sommatoria di dirigenti cooptati nelle segreterie particolari degli assessori regionali della Giunta Oliverio, costretti a ossequiare il potente di turno. Tutto ciò è stato accompagnato dal passaggio di armi e bagagli verso il renzismo che è sembrato un altro episodio di trasformismo meridionale, accattone e subalterno a logiche di potere che non hanno fatto altro che rendere marginale il Mezzogiorno per accaparrarsi qualche prebenda. La Calabria ha pagato e continua a pagare un duro prezzo anche perchÈ, l'avere abbandonato il progetto politico che stava alla base della vittoria delle elezioni regionali e che metteva al centro prima di tutto la nostra regione, ha fatto prevalere interessi esterni alla Calabria facendola diventare una terra di conquista, di lobby e di poteri che hanno agito contro i calabresi". Per Dems, "la vicenda della sanità è l'emblema di una sconfitta annunciata di una sinistra subalterna e parolaia. La battaglia del presidente di Regione che, in consiglio regionale e all'assemblea di tutti i sindaci calabresi , annuncia l'intenzione di volersi incatenare davanti a Palazzo Chigi per far ritornare la sanità ai calabresi e poi non lo mette in atto, facendo rimanere tutto come prima, è apparsa soltanto come una battaglia per il potere dimostrando però di essere impotente, ininfluente e anche poco credibile visto com'è andata a finire. C'è bisogno di una vera fase costituente allargata a tutta la sinistra, alle forze democratiche e al mondo delle associazioni per verificare se ci sono le condizioni perchÈ si possa incominciare a costruire il Pd. Non servono vecchi percorsi triti e ritriti o le liturgie dei congressi che si trasformano in un votificio. Il nostro compito deve essere quello di discutere seriamente le ragioni della sconfitta. Serve una riflessione severa e radicale ed è necessario aprire un percorso condiviso attraverso una guida collegiale in questa fase delicatissima che rischia di far scomparire il Pd dalla scena politica calabrese e nazionale. Ecco perchÈ Magorno si deve dimettere, non bisogna giocare sui cocci del Pd. Non servono più quei congressi con primarie che il 30 aprile 2017 hanno eletto Renzi segretario: nei due seggi del Comune di Diamante, ad esempio, Renzi prese 1.280 voti, Oggi alle elezioni per la Camera in quello stesso comune l'intera Coalizione ha preso 523 voti, il solo Pd 361. Al Senato, invece, dove era candidato il segretario Magorno la Coalizione ha raggiunto 693 voti e il Pd 639, meno della metà di quelli che un anno prima avevano eletto in quel comune Renzi segretario". "Non abbiamo più bisogno - conclude Dems Calabria - di questo Pd: o si cambia marcia o anche quel 13% preso in Calabria rischia di diventare un dato a una sola cifra".

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