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      Conclusa iniziativa regionale "Gente in Aspromonte"

       

       

      Conclusa iniziativa regionale "Gente in Aspromonte"

      21 lug 18 Si é chiusa "Gente in Aspromonte", la tre giorni organizzata dalla Giunta regionale nel "Rifugio Carrà", vicino Africo vecchio, "per proporre - é detto in un comunicato dell'ufficio stampa dell'esecutivo - una nuova narrazione della Calabria, insieme, tra i molti altri partecipanti che hanno voluto aderire all'iniziativa, ad intellettuali, scrittori, registi. Tema delicato e di rilevo, quello conclusivo, dedicato alla 'Calabria nel sistema dell'informazione', affrontato con giornalisti delle testate regionali e nazionali, prima delle conclusioni del presidente Mario Oliverio". "Il fatto di avere organizzato questa iniziativa qui, in questo luogo - ha detto Oliverio - è di per sé un messaggio. Un messaggio dal significato non neutro. La discussione è stata ricca, non orientata in una direzione prestabilita, bellissima, partecipata, molto densa di contenuti. In questi tre giorni molti di noi hanno avuto modo di conoscersi e di incontrarsi, non cosa da poco in una regione che nella diaspora esterna ed interna ha problemi non banali, nella quale più che altrove l'individualismo e la prevalenza di vittimismo, come ha detto qualcuno, ma anche di disfattismo, è un elemento che storicamente ci si porta dietro. Incontrarsi per confrontarsi ed esprimere i propri punti di vista avendo al centro la Calabria è una premessa che io ritengo fondamentale per aiutare questa terra a riscattarsi o ad accelerare processi che io ritengo essere già in atto, processi di cambiamento rispetto anche agli stereotipi del passato. É fondamentale che questa iniziativa non sia da concepire, come suggerito da più di un partecipante, come una tantum, ma l'inizio di un percorso, di un processo. Credo che raccontare la Calabria innanzitutto attraverso i calabresi che possono contribuire a farlo sia di fondamentale importanza, anche perché nel corso di un lungo periodo, non di una stagione, si è consolidato uno stereotipo negativo, una proiezione che ha alimentato pregiudizi che in parte cominciano a modificarsi e a cadere. Ci sono processi di dimensioni globali che interessano anche noi, se non altro perché c'è una nuova generazione in campo, quella di Erasmus, che ha avuto modo di fare esperienze, parlare più lingue, che è in un sistema di relazioni più ampio e che contribuisce ad alimentare il cambiamento. Un cambiamento che è silenzioso, non espresso attraverso eventi, ma che nelle viscere di questa regione sta andando avanti. Anche questo luogo, Africo, non è quello di venti anni fa, e noi lo abbiamo voluto scegliere simbolicamente; è in questo processo ed in questo contesto. Non facciamo quindi l'errore di assumente categorie di valutazione, di analisi che rimangono datate". "Anche la discussione, la riflessione riguardo alla 'ndrangheta - ha detto ancora Oliverio - penso debba essere valutata per quelli che sono stati i processi di trasformazione nel corso degli anni: non quella conosciuta negli anni del dopoguerra ma di una dimensione globale, come dicono atti anche importanti, non della magistratura e giudiziari, ma a livello internazionale. La 'ndrangheta è la più grande organizzazione criminale che opera nel pianeta. Allora, se questo è vero, il contrasto che è necessario con determinazione sviluppare non può ridursi ad una discussione meramente territoriale, che pure non va sottovalutata. Non si può quindi continuare ad utilizzare questo fattore come riconducibile solo alla Calabria. Una riflessione sulla quale insisto perché il pregiudizio permane. Nessuno può pensare di negare la storia della 'ndrangheta, ma una nuova narrazione significa fare emergere la complessità, i dati e gli aspetti positivi che stanno affiorando in questa regione. C'è un sistema universitario in Calabria che si colloca nel gruppo di testa degli atenei italiani. Ci sono alcune realtà produttive che stanno venendo avanti e nelle quali ci sono giovani protagonisti, ci sono eccellenze. É importante non suonare la grancassa, perché non serve a nessuno, ma assumere un'iniziativa che racconti positivamente anche questa realtà. Recuperare l'orgoglio di questo patrimonio è fondamentale, perché questo significa recuperare anche identità", ha sottolineato il presidente della Regione, che ha voluto al riguardo ricordare il lavoro svolto in questa direzione, parlando delle molteplici azioni in corso, come il bando per la valorizzazione dei borghi, come degli investimenti per il recupero dei ritardi storici sulle infrastrutture, la rete degli ambasciatori della Calabria, eccellenze in vari campi, del riarticolato rapporto con i calabresi nel mondo, nella nuova ed efficace azione della Film Commission. "La chiave della questione - ha detto ancora Oliverio - è innanzitutto di ordine culturale, perché solo con questa impostazione si può vincere una sfida e un impegno, politico, ammnistrativo, può avere senso. Ecco perché abbiamo pensato questa iniziativa, dalla quale mi auguro possano scaturirne altre in modo diffuso sul territorio. In quella che è una sfida molto grande la funzione degli intellettuali è importante. Qui non stiamo discutendo della giunta Oliverio, ma della Calabria; stiamo discutendo se è possibile raccontare una Calabria diversa. Non abbiamo bisogno né di adulatori né di demolitori. Abbiamo bisogno di un lavoro che, con oggettività, tenti di recuperare un ritardo enorme. Credo che dobbiamo lavorare per aprire un cantiere nel quale non ci sia un pensiero unico ma ricchezza, avendo dei punti di vista, dei pensieri, delle riflessioni, delle funzioni. Da questa iniziativa deve partire un percorso, che siamo disponibili a sostenere, indipendentemente dalla collocazione politica o dal pensiero dei protagonisti. Purché ci sia una bussola: il racconto della Calabria che non deve essere un racconto alterato ma rispondente a quelle che sono le potenzialità, le risorse, la verità. Va fatta un 'operazione verità. Chi è disposto a questo troverà da parte nostra sostegno pieno, porte aperte".

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