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    Giornata della memoria delle vittime di mafia, reazioni e commenti

     

     

    Giornata della memoria delle vittime di mafia, reazioni e commenti

    21 mar 17 "Oggi, Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, manifestare e far sentire alta la voce di un Paese che respinge con forza la cultura della violenza della criminalità organizzata, assume un significato speciale. Infatti, lo sfregio delle scritte apparse sui muri di Locri e gli insulti a Don Ciotti ci dicono che non bisogna mai abbassare la guardia e che solo coltivando la memoria si possono attivare nelle giovani generazioni gli anticorpi necessari a respingere l'infezione di un male sempre in agguato. Da tutte le parti d'Italia dove si celebra questo 21 marzo è forte la testimonianza di affetto e apprezzamento che le persone perbene - maggioranza del Paese- esprimono nei confronti del lavoro che Don Ciotti e Libera svolgono". Lo dice il Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti.

    "Oggi siamo tutti a Locri, siamo solidali rispetto alle minacce che sono avvenute". Lo ha affermato la leader della Cgil Susanna Camusso, a margine di un incontro sindacale a Torino. "Condividiamo le parole del Capo dello Stato. La giornata dedicata alle vittime è l'occasione per ricordarsi che il contrasto alle mafie è un'attività quotidiana, che vorremmo si svolgesse anche con regolarità sui temi del lavoro, degli appalti e della corruzione", ha aggiunto.

    "Una bella giornata di impegno e memoria che onora le tante vittime innocenti delle mafie. La grande partecipazione popolare di oggi è la migliore alle minacce rivolte a chi si batte contro la violenza mafiosa, l'illegalità e il malaffare". Così la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, sulle manifestazioni che hanno caratterizzato la Giornata per le vittime di mafia "Da Locri e dalle piazze di tutta Italia è arrivato un messaggio forte di unità e consapevolezza, il riconoscimento nazionale di questa giornata sancisce un patto tra Istituzioni e società civile perché, come ci ha chiesto il Presidente Mattarella, la lotta alle mafie riguarda tutti noi", ha proseguito Bindi. "Nessuno può sentirsi esonerato da un impegno quotidiano contro l'indifferenza e la sottovalutazione del veleno con cui i poteri mafiosi inquinano la società e minano la convivenza democratica". Ritornando poi sulle scritte di ieri a Locri, Bindi ha affermato: "non possiamo negare che manchi il lavoro ma è grave che invocando la presenza dello Stato si giustifichi la presenza della 'ndrangheta. Se non c'è stato non c'è lavoro, nè cultura, nè scuola".

    "Siamo tutti un po' sbirri, perché gli sbirri sono i nemici della mafia". Anche da Bari il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, risponde provocatoriamente alle scritte ingiuriose rivolte al fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, nell'iniziativa antimafia fatta a Locri. "Questa parola - ha detto Emiliano - è un insulto, lo hanno utilizzato contro di me tante volte quando facevo il magistrato, però dobbiamo prendere atto che per fare in modo che questi insulti siano sempre meno efficaci, dobbiamo distribuire questo compito di essere sentinelle dell'antimafia a tutti i cittadini di buona volontà, non solo alle forze dell'ordine". "La lotta alla mafia come tutte le grandi battaglie non può fermarsi - ha continuato Emiliano -. Noi cerchiamo di fare memoria di tutti coloro che abbiamo perduto in questa battaglia, sono i martiri della mafia e sono in gran parte uomini e donne del Sud". "Come la mafia è nata nel Sud, così è il Sud ad aver generato gli anticorpi per combatterla, un Sud che si sta battendo da sempre e con grandissimo coraggio. La Puglia - ha concluso - non poteva mancare a far sentire la sua voce in questa giornata così importante. Una giornata in cui vogliamo dare tutta la nostra solidarietà ai sindaci, agli amministratori che vengono minacciati ed in particolar modo a don Luigi Ciotti".

    "Dobbiamo un grazie a Don Ciotti per averci regalato tante, tantissime persone per bene che oggi hanno sfilato dichiarando di essere anche loro, come noi, sbirri". Lo dice il segretario dell'Associazione nazionale funzionari di Polizia (Anfp) Enzo Letizia sottolineando che "in un Paese dove in molte zone l'insulto più pesante è ancora quello di 'sbirro', avere una risposta corale dove la società civile dichiara di voler appartenere e sentirsi vicina alle forze dell'ordine non è cosa né scontata né da sottovalutare". Per questo, aggiunge "ci sentiamo di condividere e sostenere in toto le parole e l'opera di Don Ciotti al quale va il nostro grazie per tutto quello che quotidianamente realizza". "L'augurio - conclude Letizia - è quello che ognuno e ciascuno si senta di essere sbirro non solo oggi ma ogni giorno. Perché la storia ci insegna che ogni fenomeno criminale strutturato viene sconfitto non solo attraverso le forze di polizia, ma anche con l'indispensabile sostegno della collettività".

    "Le frasi di ieri a Locri significano che la mafia non è solo l'organizzazione costruita, ma anche una cultura ancora presente, purtroppo, tra tanti cittadini comuni". Lo ha detto Roberto Speranza, oggi al corteo di Libera a Locri. "La presenza - ha aggiunto - di tanti studenti e tante scuole è il segnale giusto. Bisogna sradicare quella cultura che è la base per l'affermazione dell'illegalità e delle mafie".
    "Bellissima mobilitazione a Locri contro le Mafie. Una marea di giovani indica la strada per sradicare l'illegalità. Non li lasceremo soli". Lo scrive su Twitter il leader di Articolo 1 - Movimento democratico e progressista Roberto Speranza, presente a Locri insieme ad una delegazione di Mdp composta dai parlamentari Lucrezia Ricchiuti e Nico Stumpo.

    "#21marzo I democratici calabresi in prima linea oggi a #Locri per dire NO alla mafia. #Noncipieghiamo". Così su Twitter il segretario del Pd della Calabria, il deputato Ernesto Magorno.

    "Le scritte di ieri significano che questa presenza, questa manifestazione di Libera, questo impegno hanno colpito nel segno". Così Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana, oggi alla marcia di Libera a Locri, commenta le scritte di ieri. "Quando si produce la reazione di chi non vuole attenzione - ha aggiunto - vuol dire che c'è un primo risultato. Paradossalmente è quasi un elemento positivo. Significa che queste giornate a Locri non passano come l'acqua sui vetri. Colpiscono nel segno. Oggi non è una semplice celebrazione, anche se importante, ma è l'idea che la memoria è la linfa vitale della lotta quotidiana"

    "Esiste una meglio gioventù. Oggi la vedi in Calabria, a Locri, assieme a Libera e a don Luigi Ciotti, che reagisce contro la 'Ndrangheta". Lo afferma la deputata del Pd, Barbara Pollastrini, in merito alla manifestazione in corso nella città. "Non si dice mai abbastanza grazie a associazioni e persone che giorno per giorno contrastano la criminalità organizzata e lottano per la legalità. Alle istituzioni, alla politica e al mondo economico spetta un compito in più, dare lavoro e combattere, a cominciare da se, ogni forma di connivenza, di opacità e di corruzione", conclude.

    "Per tanti anni l'associazione Libera aveva scelto il 21 marzo per rinnovare il proprio impegno contro le mafie anche in memoria delle vittime. Oggi, dopo l'istituzione di questa data da parte del Parlamento, è ufficialmente la prima giornata nazionale in ricordo delle vittime della mafia". Lo afferma il senatore Franco Mirabelli, capogruppo Pd in commissione Antimafia. "In questa legislatura - prosegue - è stato fatto molto: dal reato di voto di scambio (voti in cambio di favori), all'autoriciclaggio, alla reintroduzione del falso in bilancio, fino alla legge anticorruzione. Molto resta ancora da fare e dobbiamo impegnarci a farlo in questa legislatura. La modifica del codice antimafia con le riforme sulla gestione dei beni confiscati e la nuova legge sui testimoni di giustizia sono determinazioni concrete e perseguibili. La giornata di oggi - conclude Mirabelli - deve essere un'occasione per riaffermare e rafforzare questi obiettivi, che spero siano di tutto il Parlamento".

    "Oggi a Locri, come tutti i giorni, siamo dalla parte della legalità e delle forze dell'ordine e non arretriamo nemmeno di un centimetro. Come ha detto lo stesso Don Ciotti siamo tutti sbirri. Con la Giornata della Memoria in tutta Italia non solo celebriamo il ricordo delle vittime della Mafia ma anche il coraggio di tutti quei cittadini onesti che ogni giorno combattono contro la criminalità organizzata". A dirlo è Dorina Bianchi, sottosegretario al Turismo e deputato calabrese di Alternativa Popolare. "La giornata di oggi - aggiunge - è particolarmente importante perché arriva dopo la significativa presenza del Presidente Mattarella a Locri e le scritte ingiuriose di ieri. È la risposta corale degli italiani a chi non crede nella legalità e nello Stato". E conclude: "Inoltre, la Giornata della Memoria di oggi è speciale anche per un altro motivo: per la prima volta è un evento ufficiale riconosciuto per legge da questo Parlamento. Lo Stato è in prima linea contro la criminalità organizzata con una serie di norme approvate volte a facilitare l'azione di contrasto. Negli ultimi tempi sono stati raggiunti risultati importanti che ci danno coraggio nell'andare avanti"

    Il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha partecipato, a Locri, alla XXII Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Al corteo, che si è snodato per le vie della cittadina calabrese, era presente anche una folta delegazione della Uil. "Barbagallo - riferisce un comunicato - si è intrattenuto con alcuni familiari delle vittime e ha salutato le scolaresche che, in alcuni punti del percorso, hanno fatto ala alle migliaia di manifestanti convenuti a Locri da molte parti del Paese. Giunti in piazza, poi, il leader della Uil è salito sul palco e, insieme ad altri partecipanti, ha letto i nomi delle vittime innocenti delle mafie". "Oggi - ha detto Barbagallo - siamo qui a Locri per dare continuità alla battaglia contro tutte le mafie. Allo scempio di chi ha scritto sui muri di questa città 'meno sbirri' dobbiamo orgogliosamente rispondere 'più magistrati e più lotta contro la criminalità organizzata' che genera degrado e sottosviluppo e che depreda le nostre regioni portando soldi all'estero. Bisogna contrastare questo fenomeno e anche quello delle infiltrazioni nella pubblica amministrazione e nei gangli vitali delle nostre regioni. Più forze dell'ordine, più magistrati e più inchieste sullo sperpero di danaro pubblico: anche questo serve al nostro Mezzogiorno perché trovi la strada giusta per il suo rilancio". "La Uil - ha concluso Barbagallo - è oggi in piazza per dare forza alla voglia di legalità che emerge da questa città, da questa regione e dal Paese"

    "Da don Ciotti monito alla politica perché non aspetti la magistratura per selezionare la classe dirigente". Lo afferma il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle commissioni parlamentari giustizia e antimafia. "In un passaggio don Ciotti intervenendo da Locri ha detto che è sempre più difficile distinguere tra criminalità politica ed economica: è proprio questo il punto. In Italia il metodo mafioso ispira troppe consorterie segrete il cui crimine è il sistematico dirottamento di risorse pubbliche e destini personali. Magistratura e Forze dell'Ordine fanno quello che possono in fase di repressione ma è soprattutto la politica che deve saper interrompere la funzione di queste consorterie discernendo tra persone per bene e persone che per bene non sono in ragione delle relazioni di cui sono portatrici. Per questo per me è così rilevante la irrisolta vicenda della latitanza di Matacena e l'assenza di un trattato di cooperazione giudiziaria con gli Emirati. Intanto la lista dei delinquenti italiani che riparano negli Emirati si allunga!",conclude il deputato riferendosi a Tulliani.

    "Hanno scelto "bellezza" e "speranza" due parole ricche per rispondere alla violenza e al sopruso. E sotto quelle parole oggi in migliaia hanno sfilato per le strade di Locri nella giornata che ricorda le vittime innocenti delle mafie. Una mobilitazione promossa da Libera, l'associazione di Don Ciotti che da anni combatte piccole e grandi battaglie contro la criminalità e per la civiltà. Noi, da qui, da Roma, siamo vicini ai tanti giovani, alle tante donne e ai tanti uomini che ogni giorni lottano per un Sud migliore. Siamo loro vicini ogni volta che facciamo una legge che punisce chi delinque e aiuta chi combatte, ma siamo loro vicini anche quando sosteniamo il Meridione con buone leggi che gli consentano di uscire dal disagio e garantire a tutti un 'esistenza dignitosa e non oppressa dalla malavita. E' un impegno che condivido con tutti i #deputatipd". Lo scrive su facebook Ettore Rosato, presidente deputati Pd.

    "Don Luigi Ciotti, prete della Chiesa di Torino, è stato ancora una volta fatto oggetto di minacce e insulti mentre si trovava a Locri, nell'ambito delle manifestazioni promosse da 'Libera' per testimoniare l'impegno civile degli Italiani contro ogni mafia e ogni forma di illegalità. È un segno grave non solo di intolleranza, ma anche di quanto sia ancora forte e pericolosa la presenza e l'infiltrazione, nella nostra società, di chi non cerca giustizia ma privilegia il sopruso, l'insulto, la violenza". Ad affermarlo è l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia. "La presenza del Presidente della Repubblica a Locri - prosegue Nosiglia - dice invece, senza equivoco possibile, 'da che parte sta' l'Italia". "Al caro don Luigi, a quanti condividono con lui questo difficile lavoro, va la mia piena solidarietà, quella di tutta la Chiesa torinese, e l'assicurazione - conclude l'arcivescovo - che non vi lasceremo soli nell'impegno che con grande generosità e coraggio svolgete, insieme al ricordo costante nella preghiera".

    "Le vittime innocenti della criminalità organizzata sono innumerevoli, molti sono i giovani e giovanissimi: è impossibile infatti dimenticare, tra gli altri, gli oltre cento bambini uccisi dalla mafia negli ultimi anni, come la storia del piccolo Domenico, già orfano di padre, ucciso assieme alla madre e al compagno di questo nel marzo del 2014 a Taranto. Ma questa giornata a ben vedere nel mondo della politica somiglia più ad una giornata dell'ipocrisia, di chi poteva agire contro la mafia e invece si è fatto fermare dalle paludi della convenienza politica e degli affari. Le sfilate di politici e presunti paladini dell'antimafia, che si daranno il cambio sui vari palchi, davanti alle diverse telecamere, macchine fotografiche e microfoni, non servirà a nulla se non ad essere smentiti poco dopo dai voti, dalle leggi truffa e dall'immobilismo". A sostenerlo sono i componenti M5S della commissione Antimafia, che aggiungono: "Mentre da decenni i partiti parlano di "passi in avanti", le mafie hanno corso sempre più veloci e si sono infiltrate ovunque, crescendo passerella dopo passerella e diventando la prima azienda del Paese. Questa espansione non sarebbe stata possibile senza la costante collaborazione della "zona grigia" ovvero tutti quei professionisti, avvocati, commercialisti, banchieri, imprenditori, politici, funzionari delle pubbliche amministrazioni conniventi con il business e gli affari delle mafie. Questi sono i legami che bisogna tagliare completamente! La politica deve fare la sua fondamentale parte ed approvare in Parlamento e nelle varie assemblee regionali e finanche comunali, tutte quelle leggi o atti che il nostro ordinamento necessita".

    "Vicinanza sempre a chi lotta contro mafie e corruzione e solidarietà sempre, al di là delle strumentalizzazioni contingenti che alcuni fanno, a tutte le vittime di violenza fisica, psicologica, morale e istituzionale". Così il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha risposto ai giornalisti che chiedevano di commentare le scritte comparse a Locri contro le forze dell'ordine. De Magistris ha affermato, a margine della manifestazione per la XXIIesima Giornata della memoria e dell'impegno per le vittime innocenti, che "quando la rivoluzione culturale cammina, quando il segretario della Conferenza episcopale si schiera con parole forti e la gente scende in strada, le mafie iniziano a preoccuparsi. La manifestazione di Locri - ha aggiunto - è importante e so che quando si va in quelle terre per esserci e non solo per fare passerelle, le mafie si preoccupano".

    "Decine di migliaia di persone, un unico scopo: far conoscere il volto pulito, onesto, laborioso della Calabria che s'impegna con abnegazione contro i pregiudizi ed i cliché negativi per i quali la 'ndrangheta ci ha fatto conoscere al mondo ed ai quali opporre bellezza e cultura della legalità". Lo affermano Rosi Perrone e Paolo Tramonti, segretari generali, rispettivamente, della Cisl di Reggio Calabria e della Calabria, e Paolo Tramonti, in una dichiarazione in cui fanno riferimento alla marcia organizzata da Libera a Locri. "Da tutta Italia a Locri - aggiungono Perrone e Tramonti - grazie alla determinazione di Don Ciotti che, quotidianamente, ci fornisce quegli esempi fondamentali cui attingere per la corale opposizione ad ogni forma di criminalità. Giornate come quella odierna regalano un senso di appartenenza che ci inorgoglisce: l'adesione alla parte sana della comunità calabrese e reggina, la maggior parte, che desidera il cambiamento, che non riesce più ad accettare determinate dinamiche, che non vuole essere simbolo di un'arretratezza dipendente dalla volontà della società civile, bensì dettata da soprusi, da violenza, dall'esistenza di una zona grigia che ne condiziona le possibilità di crescita. Insieme al nostro apprezzamento vogliamo anche ribadire che una realtà quale quella calabrese, e il comprensorio reggino in particolare, meritano una progettualità che coinvolga appieno le forze migliori che la nostra terra riesce ad esprimere. Quella gente, in netta superiorità numerica, che opera senza scorciatoie, che si spende, come sottolineato proprio da Don Ciotti durante la manifestazione, senza eroismi ma con coraggio, umiltà, generosità e responsabilità. Ecco, la responsabilità rappresenta per noi la conditio sine qua non. Dobbiamo tutti, e noi lo faremo, essere responsabili per divenire cassa di risonanza della legalità a tutti i livelli: lo sviluppo senza equità e opportunità che riequilibrino i territori, e quindi senza procedimenti trasparenti e partecipati nei progetti e negli investimenti, non può esistere. Legalità che non resti concetto, ma che diventi faro guida per il nostro essere soggetti propositivi". "In definitiva - concludono i due dirigenti della Cisl - lavorare ognuno, dal basso verso l'alto, avendo sempre presente che la battaglia alla criminalità, insieme al dialogo ed al confronto, deve essere patrimonio comune e strada maestra per l'avvio di un sereno, produttivo ed armonico sviluppo territoriale".

    Una delegazione della Coldiretti Calabria guidata dal presidente, Pietro Molinaro, secondo quanto riferisce un comunicato, ha partecipato a Locri alla Giornata nazionale dell'impegno e della memoria contro le mafie organizzata da Libera. "Impegno, partecipazione, responsabilità, testimonianza quotidiana - ha dichiarato Molinaro - devono sempre essere il carattere distintivo del nostro agire questo in modo indelebile dobbiamo attualizzare nei nostri campi di azione e Coldiretti c'è con tutta la sua forza e storia fatta da uomini e donne impegnati nella difesa di distintività produttive, culturali e paesaggistiche; per il lavoro vero, nella lotta contro il caporalato e la catena di sfruttamento che lo alimenta. La bella aria che abbiamo respirato oggi a Locri sicuramente ha messo sotto stress le mafie ma adesso con questa carica occorrono soluzioni efficaci senza alcun tentennamento. Esprimiamo fiducia piena alla magistratura e a tutte le forze dell'ordine cardini della democrazia. Dare risposte, non solo a parole, ma con progetti, gesti e per realizzare il bisogno di umanizzazione che oggi è salito alto e prepotente. Liberarci da un peso opprimente darà fiducia e speranza a tutti i cittadini". "Noi - conclude Molinaro - anche attraverso la 'Fondazione sulle Agromafie e la criminalità in Agricoltura', che nell'ultimo rapporto ha posto in risalto gli affari della criminalità nel settore agroalimentare, continueremo ad alzare il livello di attenzione".

    "Le immagini che arrivano da Locri sono emozionanti. Come quello che accade in queste ore in migliaia di città e anche in numerosissimi appuntamenti nel nostro territorio che testimoniano l'importanza della Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti di mafia e di quanto bisogno ci sia nel nostro Paese di momenti corali e condivisi come questo. Contro tutte le mafie, per la legalità, per il diritto allo spazio pubblico". Lo afferma, in una dichiarazione, Salvatore Capone, deputato del Pd. "Insieme a chi oggi scende in piazza - prosegue Capone - nelle centinaia di appuntamenti promossi e organizzati, ribadisco il mio no convinto e irriducibile alla mafia, a tutte le forme di mafia e di mafiosità che spesso stringono in un abbraccio mortale le nostre città e diventano una minaccia tentacolare soprattutto per le generazioni più giovani. Il valore simbolico di questa Giornata promossa da Libera e Avviso pubblico è enorme ed è un valore che il Parlamento ha voluto riconoscere e sancire approvando una legge che istituisce il 21 marzo la 'Giornata nazionale della memoria e dell'impegno'. Rispondendo in tal modo alla chiamata di quanti, terzo settore, cittadinanza attiva, migliaia e migliaia di donne e uomini, sono impegnati ogni giorno a combattere mafia e mafiosità, crimine e collusioni per affermare che un altro modello di relazioni sociali, un altro modello di cittadinanza, un'altra economia e un'altra vita è possibile".

    "Oggi, 21 marzo, è ufficialmente la Giornata nazionale in ricordo delle vittime delle mafie. Non c'è futuro senza memoria, ed è giusto ricordare. Ma ora la politica faccia in modo che non si trasformi tutto in una giornata dell'ipocrisia". Lo sostiene, in una dichiarazione, il deputato Riccardo Nuti, secondo cui "la giornata di oggi somiglia, nel mondo della politica e non solo, più ad una giornata della passerella di chi poteva agire contro la mafia e invece si è fatto fermare dalle paludi della convenienza politica e degli affari". "Le sfilate di politici e presunti paladini dell'antimafia - continua Nuti - non serviranno a nulla se non ad essere smentiti poco dopo dai voti, dalle leggi truffa e dall'immobilismo. Ecco perché è essenziale che la politica faccia la sua fondamentale parte approvando in Parlamento e nelle varie assemblee re-gionali e finanche comunali, tutte quelle leggi o atti di cui il nostro ordinamento necessita per sconfiggere sul campo e non solo a parole le mafie. Questa la ragione per cui bisogna immediatamente approvare una nuova legge in materia di infiltrazioni mafiose negli enti locali, per sradicare dalle istituzioni locali il ricorrente spettro di collusioni e condizionamenti, dato che oggi capita di ritrovare in funzione sindaci che qualche anno prima hanno favorito l'infiltrazione mafiosa; modificare la norma sullo scambio elettorale politico-mafioso, uno strumento che poteva costituire un vero freno ai brogli, la cui portata è stata invece drasticamente ridotta dalla maggioranza dei partiti, Pd in primis; riformare le norme sui beni confiscati cambiando totalmente il progetto di legge giunto al Senato: serve invece una gestione trasparente, eliminando i monopoli attualmente esistenti e il ripetersi delle tremende storture emerse nei tribunali; riformare il settore del gioco d'azzardo con lo stop alla sua pubblicità che sta rovinando milioni di famiglie e foraggia la criminalità; approvare il disegno di legge che ho presentato, obbligando Stato e Regioni a costituirsi parte civile nei processi di mafia". "Ma i politici - dice ancora Nuti - devono innanzitutto dare esempio concreto. Da vari decenni l'unico esempio che sono riusciti a dare è stato negativo, fatto di collusioni e rapporti criminali. Pensiamo al senatore Antonio Caridi che secondo l'indagine 'Mammasantissima' sarebbe a capo di una cupola masso-mafiosa, oppure a Nicola Cosentino che, già condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, è stato nuovamente condannato pochi giorni fa per tentata estorsione con aggravante mafiosa. La mafia non ha certo paura delle belle parole dei politici se sa che domani può mettere uno dei suoi uomini a sindaco, a consigliere regionale o in Parlamento. Ci vogliono azioni dure, senza alcun compromesso, per cancellare l'immagine di una politica collusa e al servizio delle mafie".

    "Siamo qui per la vita, siamo qui perché innamorati della nostra terra e vogliosi di proseguire quel cammino di riscatto e di rinascita che abbiamo intrapreso. Grazie a Luigi Ciotti e al popolo di Libera, grazie a tutti i calabresi onesti che oggi ci hanno consegnato questo messaggio di speranza e di responsabilità". Lo ha dichiarato il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, a margine della manifestazione di Locri in occasione della Giornata della Memoria e dell'impegno organizzata da Libera. "Raccogliamo il testimone di questa splendida giornata di festa e di riflessione - ha aggiunto Falcomatà - rilanciando il nostro impegno a servizio del cambiamento, rilanciando l'invito a costruire una comunità educante che non abbia più bisogno di eroi ma che sia da esempio per se stessa. Oggi a Reggio Calabria inauguriamo il primo Urban Center realizzato all'interno di un bene confiscato alla 'ndrangheta. Un luogo sottratto al malaffare che si trasformerà in un laboratorio di partecipazione civica a disposizione di associazioni, ordini professionali e cittadini. È un pezzo del nostro impegno concreto a servizio della legalità e della giustizia sociale".

    "Oggi anche noi abbiamo marciato contro le mafie, contro la criminalità, contro l'indifferenza. E siamo ancora più determinati a portare avanti i nostri ideali di giustizia anche all'indomani delle scritte offensive contro Don Ciotti, a cui va tutta la nostra solidarietà". Lo affermano, in una nota, i segretari regionale e provinciale di Catanzaro del Siulp, Giuseppe Lupia e Carmelo Lufrano, presenti a Locri alla marcia di "Libera" per la Giornata della memoria e del ricordo delle vittime della mafia. "Ancora una volta ieri - aggiungono - la criminalità ha mostrato il suo volto imbrattando i muri con scritte ingiuriose, agendo nell'ombra e nell'anonimato come solo la mafia sa fare, perché questa gente non ha il coraggio di mostrarsi come noi, che oggi siamo accanto ai familiari delle vittime e a tutte le altre persone che credono nella legalità e nella giustizia. L'Italia e la Calabria devono liberarsi dal fardello delle famiglie mafiose, dobbiamo imparare a denunciare, a sfidarle, per essere liberi, dare il buon esempio ai nostri figli che solo così potranno vivere in una terra migliore. Come sindacato di Polizia ci sentiamo particolarmente coinvolti, soprattutto dopo le offese di ieri. Ma noi siamo orgogliosi di difendere il nostro Paese, seppur con pochi mezzi e risorse, e onoriamo la nostra divisa. E guardando tutta la gente presente oggi, sappiamo di non essere soli".

    Oltre 20.000 studenti sono oggi al fianco di Libera e di Don Luigi Ciotti a Locri e in tutte le piazze d'Italia in occasione della XXII "giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie". "Da Locri a Milano, da Prato a Napoli, da Trapani a Bari, fino a Ostia cuore di Mafia Capitale, con Libera abbiamo dato uno schiaffo a tutte le mafie. A partire dalle piazze di oggi - dichiara Martina Carpani, coordinatrice nazionale della Rete della Conoscenza - vogliamo cambiare i nostri territori per non doverli lasciare sotto il controllo silenzioso delle nuove criminalità sempre più colluse con i poteri economici e con la politica". "Priorità sono - aggiunge - i maestri di strada, la gratuità dell'istruzione e il contrasto alla dispersione scolastica, l'individuazione di nuove misure di welfare, la promozione di investimenti pubblici per costruire opportunità di futuro". "Non siamo i giovani del sud o delle periferie metropolitane dal destino già scritto, siamo quelli - dichiara Francesca Picci, coordinatrice nazionale dell'Unione degli Studenti - che vogliono cambiare l'esistente per liberarci dalle mafie, soprattutto in memoria dei nostri coetanei deceduti negli ultimi anni per mano della criminalità organizzata! Noi siamo l'Italia migliore che combatte caporalato, devastazioni ambientali, ingiustizia e promuove la giustizia economica". "Nascere a Ponticelli e non al centro di Roma non è una colpa, ma lo diventa in questo sistema sociale fondato sull'esclusione. Noi studenti - afferma Andrea Torti, coordinatore di Link - Coordinamento Universitario - non ci stiamo più".

    "La Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie è una ricorrenza tutt'altro che scontata: le scritte contro Don Ciotti e gli 'sbirri' comparse sui muri del Vescovado di Locri, luogo simbolo di questa giornata, sono riprovevoli e mettono in luce come condannare la mafia sia un atto tutt'altro che superfluo". Lo dichiara, in una nota, la deputata del Pd, Vanna Iori. "Legalità è sinonimo di benessere sociale: quando le leggi vengono disattese e a prevalere è la logica del malaffare e della criminalità organizzata tutto il tessuto sociale risulta contaminato", prosegue. "In questo contesto delicato chi paga lo scotto più grande sono i giovani: educare alla legalità è fondamentale per sviluppare in loro una coscienza pulita e responsabile", aggiunge la deputata del Pd. "La grande partecipazione di giovani alla manifestazione di Locri dimostra che questa coscienza esiste: spetta a tutti, istituzioni in primis, coltivarla", conclude Iori.

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