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Sindacati: No alla svendita di Poste Italiane, servizi a rischio
Sindacati: No alla svendita di Poste Italiane, servizi a rischio 08 lug 16 "Come organizzazioni sindacali esprimiamo forti perplessità riguardo un ulteriore passaggio del 35% sotto il controllo di Cassa Depositi e Prestiti ed il passaggio del restante 30% al Ministero Economia e Finanza, probabilmente solo temporaneamente. La collocazione, anzi la svendita, del 35% dei titoli in borsa ha garantito solo una minima entrata alle casse dello Stato ma ha già significato una perdita di 157 mln per il mancato introito dei dividendi per il solo 2015 che, sommati ai dividenti per gli anni futuri, in pochi anni avrebbero garantito maggiori incassi". Lo scrivono, in una lettera aperta alle istituzioni ed ai politici calabresi, le segreterie regionali di Slp Cisl, Slc Cgil, Uil poste, Failp Cisal, Confsal e Ugl in merito alla situazione di Poste Italiane. "La necessità di fare cassa per arginare il debito pubblico - proseguono - mette seriamente in pericolo l'erogazione di molti servizi e la funzione sociale che Poste Italiane svolge nel Paese. A nostro giudizio svendere una delle poche aziende ancora in mano pubblica provocherebbe soltanto un ulteriore calo dei servizi in quanto non crediamo possibile che gli azionisti privati, chiunque essi siano, magari anche gruppi concorrenti di Poste, possano essere interessati al servizio sociale del recapito oppure alla apertura di uffici postali che garantiscono il pagamento di pensioni e di altri servizi che solo Poste Italiane garantisce in alcuni territori. Non riteniamo opportuno considerare il Gruppo Poste come fosse un salvadanaio da cui attingere per ripianare una piccola percentuale del debito pubblico oppure per prelevare utili da destinare ad altre aziende, come già avvenuto per Alitalia. Consideriamo aberrante l'idea di vendere ai privati un'azienda sana che distribuisce utili anche al Tesoro; a nostro giudizio la politica dovrebbe fare chiarezza, decidendo quale debba essere il servizio universale e sociale da fornire ai cittadini e soprattutto chi dovrà pagarne i costi. Le prossime azioni previste dal governo potrebbero significare il tanto temuto smembramento del gruppo Poste Italiane e, di conseguenza, provocare un terremoto occupazionale tra gli addetti e gravi disagi sociali per la soppressione di molti dei servizi erogati". "In una Nazione che risulta essere tra i Paesi meno informatizzati del continente - concludono i sindacati - in una Calabria che risulta essere tra le regioni meno informatizzate d'Italia, la funzione sociale e capillare fornita dai portalettere e dagli uffici postali che sopperisco a molte lacune della pubblica amministrazione, verrà fortemente ridimensionata per scelte inopportune e per una visione economica di breve periodo. Per i motivi esposti intendiamo sollecitare un vostro intervento con il Governo per modificare od annullare le azioni enunciate".
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© 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713
del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto |