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    Oliverio "Con Cittadella inizia nuovo regionalismo"

     

     

    Oliverio "Con Cittadella inizia nuovo regionalismo"

    29 gen 16 "Oggi è una giornata particolare. Per la Calabria è una data solenne. Anche i calabresi hanno la loro casa. Non è una nuova casa. E' la prima casa". Lo ha detto il presidente della Regione, Mario Oliverio, nel discorso tenuto in occasione dell'inaugurazione della Cittadella della Regione a Catanzaro alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella. "Abbiamo dovuto attendere la X Legislatura - ha aggiunto Oliverio - perché anche la Calabria si dotasse di una sede unica degli uffici regionali. La 'Cittadella', pur se è stata una scelta avvenuta in maniera contrastata e tardiva, costituisce un valore in sé. Rappresenta un primo atto di riforma regionalista . E' un atto di riforma perché è, innanzitutto, una buona pratica di spending review. Cinque milioni di euro annui invece che essere impiegati per il pagamento dei canoni di locazione possono essere utilizzati per investimenti e servizi. E' un atto di riforma perché favorisce l'elevamento del tasso di efficienza e trasparenza dell'attività amministrativa. La Cittadella costituisce un riferimento importante per la riorganizzazione del sistema territoriale regionale. Senza il funzionamento della sede unica degli uffici l'azione di snellimento e di efficientamento organizzativo - amministrativo che stiamo compiendo sarebbe stata monca". Rivolgendosi al Capo dello Stato, Oliverio ha poi sostenuto che "la sua presenza assegna all'avvenimento odierno un carattere storico. Oggi è un nuovo inizio. La Cittadella sarà necessariamente il luogo che simboleggia un regionalismo capace di interpretare e rappresentare la domanda dei diritti e dei bisogni che oggi sono assai diversi da quelli che irrompevano sulla scena storico-sociale al tempo in cui le Regioni sono nate. In Calabria, la nascita della Regione ha rappresentato una scelta divisiva. A distanza di quasi mezzo secolo l'eco di quelle lacerazioni è ancora presente. Si espresse un moto di protesta che ebbe una dimensione popolare e di massa. Probabilmente quella vicenda troppo semplicisticamente è stata ricondotta ad una contrapposizione campanilista e valutata, forse superficialmente, secondo gli schemi di una rivolta dal carattere eversivo. Quella protesta si manifestava sostanzialmente come la febbre rivelatrice della malattia di quel dualismo che, per decenni, ha sacrificato ad una condizione di sottosviluppo vaste aree meridionali e oggi costituisce uno dei limiti strutturali alla crescita ed alla capacità competitiva dell'intero Paese". "Candidiamo la Calabria - ha sostenuto ancora Oliverio - ad essere una piattaforma avanzata al servizio dell'area del Mediterraneo e a svolgere la funzione di importante porta di accesso per l'Europa continentale. Preoccupa il riemergere di spinte nazionaliste e di sentimenti antieuropeisti. Noi calabresi vogliamo essere protagonisti della costruzione di questa nuova Europa unita aperta e solidale. Anche per questo siamo in prima linea nelle attività di assistenza e di accoglienza dei flussi di immigrazione che da Sud e da Oriente si rivolgono verso l'Europa. Rinchiudersi è come voler fermare il vento con le mani". Il presidente della Regione ha parlato poi dei Fondi comunitari. "Abbiamo evitato - ha detto - che 2 miliardi di euro, di cui circa 1 miliardo e quattro provenienti dal vecchio programma, venissero dirottati verso altri territori europei. Oggi queste risorse sono disponibili per la Calabria e debbono essere investite per lo sviluppo e la modernizzazione". Cenni anche al ruolo del Porto di Gioia Tauro e alla stipula del "Patto per lo sviluppo della Calabria", in atto tra Regione e Governo "finalizzata, innanzitutto - ha puntualizzato - all'abbattimento del divario infrastrutturale. Non è più sopportabile, anzi è sconveniente, che Ferrovie Italiane destini al Sud solo il 12% degli investimenti annui realizzati in Italia. Parimenti non è conveniente che la Salerno-Reggio Calabria possa restare un'opera incompiuta". "Il precedente di una visita del Presidente della Repubblica in Calabria - ha detto ancora Oliverio - risale a quando Carlo Azeglio Ciampi si è recato a Reggio Calabria, a Palazzo Campanella, per rendere omaggio alla salma del vicepresidente del Consiglio regionale Franco Fortugno, una persona per bene, un sincero democratico. La presenza e le parole del Presidente Ciampi furono il messaggio più forte a sostegno dello sdegno e della reazione che la Calabria democratica ha manifestato per respingere il drammatico attacco mafioso. E' trascorso un decennio nel quale grazie all'impegno degli organi inquirenti e della magistratura sono stati inferti efficaci e duri colpi alle organizzazioni criminali mafiose. La mafia anche in questi anni non è stata silente. Ha fatto sentire ripetutamente il peso delle minacce e delle intimidazioni. Riteniamo elemento fondante ed imprescindibile nell'impegno per un nuovo regionalismo la scelta della costituzione di parte civile della Regione nei processi di mafia e la esplicita dichiarazione di rifiuto dei voti della mafia". Il Governatore ha messo in evidenza "i tratti innovativi ed il carattere riformista del pensiero politico e culturale che ci ha lasciato in eredità il primo Presidente della Giunta regionale Antonio Guarasci". "La sua presenza - ha concluso Oliverio rivolgendosi al Capo dello Stato - scolpisce nel tempo questa giornata, ci fa sentire vicina la presenza dello Stato, ci rende fieri di essere calabresi, di essere terra di frontiera dell'Italia e dell'Europa, ci sprona ad un impegno ancora più convinto e determinato al servizio della nostra terra".

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