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    Presidente Mattarella domani in Calabria, reazioni

     

     

    Presidente Mattarella domani in Calabria, reazioni

    28 gen 16 L'inaugurazione della Cittadella regionale a Germaneto di Catanzaro, in programma domani, entra anche nella storia postale. E' quanto si afferma in un comunicato di Poste Italiane. "Il presidente della Regione, Mario Oliverio - è detto nel comunicato - ha richiesto a Poste Italiane uno speciale annullo filatelico che ricordi nel tempo l'importante evento, a cui presenzierà il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il nuovo complesso edilizio, che ospiterà tutti gli uffici regionali del territorio, dalla struttura architettonica funzionale e moderna, è stato riprodotto nel logo dell'annullo filatelico e in una cartolina, realizzata dalla Regione. Per l'occasione, sarà presente all'interno della Cittadella uno stand filatelico di Poste Italiane, operativo dalle 12 alle 18, in cui saranno disponibili i prodotti filatelici dedicati alla prestigiosa manifestazione e tutte le ultime novità del settore".

    "Ringrazio il presidente Mattarella per l'attenzione che dimostra alla difficile realtà della Calabria. La sua visita è un segnale importante che sono certa contribuirà a dare nuovo impulso e fiducia alle migliori energie di questa terra". Lo afferma la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, la quale spiega che domani sarà Catanzaro, all'inaugurazione della Cittadella Regionale, "per rinnovare l'impegno della Commissione parlamentare Antimafia a sostenere quanti - e sono la stragrande maggioranza dei calabresi - nelle istituzioni, nelle organizzazioni sociali e nella società civile, danno il loro contributo per contrastare i poteri mafiosi e affermare i valori della legalità e della democrazia, essenziali per il riscatto del nostro Mezzogiorno".

    "Egregio Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l'attesa per il suo arrivo in Calabria agita in noi sentimenti multiformi. Siamo onorati di poterla ospitare, per la prima volta, in questa terra dalle mille contraddizioni, ma popolata di uomini e donne dal grande cuore. Cittadini del Sud come lei. Famiglie che provano a vivere stretti dentro le difficoltà di un pezzo di Mezzogiorno troppo spesso dimenticato e maltrattato da una classe politica incapace di raccogliere il grido disperato che si leva da queste terre. Gente perbene che viene offesa, quotidianamente, dal malaffare e da una criminalità organizzata senza scrupoli". E' quanto scrive il segretario generale della Uil Calabria Santo Biondo in vista dell'arrivo a Catanzaro del Capo dello Stato. "Lei, che ha vissuto sulla sua pelle il dolore lasciato dal cancro mafioso - prosegue Biondo - sa che la battaglia contro la 'ndrangheta è la priorità per ridare una speranza a questa terra e una prospettiva alle sue giovani generazioni. E' una battaglia di legalità, nella quale ci troverà pronti a fare la nostra parte, che si deve combattere con le armi della giustizia ma anche con quelle della cultura e, soprattutto, con il lavoro. Sono troppi gli uomini e le donne calabresi che, ancora oggi, non hanno un'occupazione. La loro libertà e dignità è ristretta, impedita dalla mancanza di una prospettiva. Senza un lavoro è sempre più difficile rendersi liberi dai condizionamenti della criminalità organizzata e dalle pratiche di illegalità in senso generale. La Calabria ha fame di lavoro legale, che può essere generato solo attraverso investimenti pubblici che siano da traino ad investimenti privati, ormai assenti da anni in regione. Come da lei sottolineato nel discorso di fine anno: "si tratta di una questione nazionale. Senza una crescita del Meridione, l'intero Paese resterà indietro'. Le statistiche ci dicono che la forbice fra il Nord ed il Sud si sta divaricando sempre di più. A un Nord ricco, si contrappone un altro pezzo della penisola che non riesce a venire fuori dalle secche di una crisi economica senza precedenti. Trasporti, infrastrutture, servizi, sanità, istruzione. Non c'è un settore che sia all'avanguardia o, quanto meno, portatore di quegli standard propri di un Paese civile. Questa terra non riesce più a far crescere quegli anticorpi utili a fermare l'emorragia dei giovani cervelli. Questa regione è stata tradita dal suo ceto politico e dirigente che, negli anni, è parso più attento alla propria rendita di posizione piuttosto che alle istanze del suo territorio. In questa regione è a rischio la normale convivenza. Davanti a questo stato di fatto, troppo spesso, ci sentiamo disarmati. La totale assenza di lavoro e di un suo regolare mercato ha penalizzato e, continua a penalizzare ancora oggi, i tanti giovani e disoccupati calabresi. Tutto ciò a vantaggio di un certo modo di fare politica che ha trovato nelle forme del precariato lavorativo un serbatoio di voti. Non esistono ricette miracolose per fa ripartire la Calabria e il Mezzogiorno. È possibile però evitare di ripetere gli errori commessi in passato. Sul piano nazionale con il Masterplan per il Sud si rischia la stessa frammentazione di progetti già vista negli ultimi 20 anni di regionalismo meridionale. Se il Sud rappresenta veramente una risorsa cruciale per il Paese, la risposta ai ritardi non può che essere di valenza nazionale con un intervento governativo complessivo e di sistema. In Calabria, purtroppo, si prolunga l'attesa di quella discontinuità rispetto alle logiche del passato, che era stata promessa e fino ad oggi non ancora applicata nell'azione del governo regionale. Davanti agli enormi problemi di questa regione, si continua a dare sempre più risposte alle logiche della politica e sempre meno alle necessità dei calabresi e tra questi, di coloro che vivono in condizioni di estrema povertà". "Per questo - conclude Biondo - abbiamo deciso di consegnare nelle sue mani le nostre preoccupazioni. Per questo abbiamo scelto di affidare alla sua attenzione quella che può essere ormai definita la 'vertenza Calabria'. Il lavoro prima di tutto. Solo una occupazione stabile, regolare e dignitosa può rendere liberi i calabresi da ogni sorta di condizionamento e chiudere la porta alle scorciatoie della criminalità, del malaffare e della corruzione. Confidiamo nella sua sensibilità personale, nella sua lungimiranza politica, nelle sue capacità di mediazione, nel suo alto senso delle istituzioni e, con convinzione, le affidiamo il futuro della Calabria, di questo pezzo di Sud che, come scriveva Corrado Alvaro, 'occorre essere iniziati per capirla, essere nati per amarla, tanto è piena di pietre e di spine'".

    "L'arrivo a Catanzaro del presidente Mattarella è come una boccata d'ossigeno per la Calabria, che all'Autorità più rappresentativa della Repubblica può finalmente affidare il suo lungo cahiers de doléances, con la speranza che il Capo dello Stato possa smuovere l'indifferenza e la distrazione scientificamente provata di un Governo che è assente su tutte le emergenze di questa parte del Paese". Lo afferma il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Alessandro Nicolò. "La Calabria che incontrerà il presidente Mattarella - prosegue - oggi come mai è una terra ai margini del Paese e dell'Europa e vive un isolamento che è geografico, ancorché economico e sociale. Una regione difficile da raggiungere, considerato che un volo andata - ritorno con Alitalia può costare anche 500 euro, mentre gli aeroporti, in particolare quello di Reggio e Crotone, senza sostegni dallo Stato sopravvivono a stento; che l'autostrada è un colabrodo e una nevicata può costringere all'addiaccio gli automobilisti per ore e ore; i treni sempre più rari (altro che Alta velocità!) e la linea ionica seguita ad essere l'emblema vergognoso per un Paese civile di un divario col Nord ormai intollerabile; che la SS 106, su cui occorrerebbe una commissione d'inchiesta, è un tratturo che dal 1996 ad oggi ha fatto 600 vittime, 24.000 feriti ed oltre 9.000 sinistri. Si potrebbe andare avanti, ma un uomo del Sud come Mattarella sicuramente è a conoscenza della solitudine politica della Calabria e delle promesse da marinaio di un Governo che continua a concentrare risorse e impegni concreti soltanto nelle aree forti del Paese. Purtroppo, gli stessi ammonimenti del Capo dello Stato, riferiti in più circostanze pubbliche, e per i quali gli saremo sempre grati, affinché le prospettive di crescita del Paese coinvolgano il Mezzogiorno e siano evitate 'fratture insanabili' nella convinzione che 'il Mezzogiorno è patrimonio di tutti', finora sono rimasti inascoltati dal Governo. La Calabria ha 300mila disoccupati ed un precariato che è una piaga sociale, registra la presenza di una criminalità sempre più invasiva e da parte dei cittadini si avverte una pesante sfiducia nelle istituzioni pubbliche, eppure dal Governo Renzi arrivano soltanto generiche e vaporose intenzioni di intervento. Manca tuttora la volontà politica per concretizzare un progetto che sappia tirar fuori dalle secche regioni del Sud storicamente svantaggiate come la Calabria. Perciò, al presidente Mattarella, in questa importante occasione, la società civile calabrese affida le proprie speranze invocando aiuto, per avviare una feconda stagione di crescita e di affermazione della legalità con il rilancio dello sviluppo e dell'occupazione". "Il lavoro, infatti - conclude il capogruppo di Forza Italia alla Regione - è il principale nodo da sciogliere, anche per irrobustire le regole della convivenza civile. Paradossalmente, se in Calabria è difficile giungere, vista la condizione lacunosa delle infrastrutture, è invece facile andare via, come sanno le centinaia e centinaia di nostri giovani costretti ad emigrare".

    "Pregiatissimo Presidente della Repubblica, l'imminente inaugurazione della sede della Regione Calabria alla sua presenza non può prescindere da uno sguardo verso il futuro; le scrivo per questo". Lo sostiene la deputata M5S Dalila Nesci in una lettera aperta al Capo dello Stato. "Nella storia della Calabria - prosegue - si ricordano le visite di statisti come Alcide De Gasperi, che a una gente povera, isolata dalla lentezza dell'unificazione nazionale, dalle migrazioni e dalle contingenze, parlò di possibilità concrete, speranze e orizzonti nuovi. Gli anni a venire videro concretizzarsi quello scenario, che De Gasperi annunciò con impegno e fiducia. Un suo illustre predecessore, il Presidente Sandro Pertini, disse che 'bisogna stare attenti a quello che avviene in Sicilia e in Calabria e che avviene anche con la camorra a Napoli'. Aggiunse, poi, che 'bisogna fare attenzione a non confondere il popolo siciliano, il popolo calabrese ed il popolo napoletano con la camorra o con la mafia', perché 'sono una minoranza i mafiosi'. Ecco, il problema è sempre uguale al Sud, specie in Calabria: un gruppo minoritario subordina la maggioranza dei residenti, utilizzando le risorse pubbliche per trarre vantaggio a discapito della comunità. Come Lei sa, Presidente Mattarella, non sono soltanto i mafiosi in senso stretto a muoversi in questa direzione. Anzi, le organizzazioni criminali sono in larga misura pura manovalanza, esecutori di ordini che arrivano da altre strutture, ben più potenti e protette. Nel contesto non è possibile lasciare spazi di ambiguità, perché il rischio reale è lo spopolamento definitivo del Meridione d'Italia, da qui a dieci anni. Lo Stato deve essere forte e favorire uno sviluppo effettivo, che in Calabria non coincida più con la speculazione industriale del passato, con l'utilizzo deviato dei finanziamenti pubblici e con l'inganno al popolo sovrano. La subordinazione del Mezzogiorno è oggi ancora più marcata che nel Novecento. I giovani vanno altrove, manca un netto ricambio generazionale e permangono strumenti e modi di asservimento e ricatto delle comunità, intanto da parte politica. La Calabria è sottoposta a piano di rientro dal disavanzo sanitario, che non ha alcun fondamento, alla luce dei dati sulle patologie e sulla relativa spesa regionale. I fondi mancanti all'intero Mezzogiorno, dove i malati cronici sono di più, vengono distribuiti alle regioni settentrionali, che dunque non hanno disavanzi e agli occhi dell'opinione pubblica appaiono virtuose. A causa dei tagli imposti dal sistema dell'euro e dal fiscal compact, in Calabria sta diventando un rischio partorire; spesso non c'è confine tra la nascita e la morte. Intervenga, Presidente della Repubblica. Dica al governo che il commissario per il rientro sanitario della regione non può essere sorretto nelle proprie azioni, laddove scavalchi l'equilibrio tra i poteri previsto dalla Costituzione. 'Se la politica - ci ha già rimarcato, Presidente - non riesce a essere un punto alto di mediazione nell'interesse generale, le istituzioni saltano e prevale chi ha più forza economica o più forza di pressione'. Oggi la politica ha bisogno di un bilanciamento, perché il livello centrale-nazionale impone una marginalità inaccettabile al territorio calabrese, nonostante il quadro normativo vigente sui rapporti istituzionali". "È su questo punto - conclude Dalila Nesci - che mi aspetto un suo monito in Calabria, così come le chiedo di decidere al più presto riguardo al ricorso, pendente da troppo tempo, in merito alla costruzione del nuovo ospedale della Piana di Gioia Tauro, sulla cui vicenda complessiva vi sono delicate questioni lungo la linea di confine tra Stato e anti-Stato. Le porgo i migliori saluti, Presidente: benvenuto in Calabria".

    "Presidente Mattarella, la ringrazio per la visita che domani lei farà in Calabria. Sono certo che la sua presenza in Calabria, al di là della cerimonia per l'inaugurazione ufficiale della 'Cittadella Regionale', vuole essere un omaggio a questa regione e alla sua gente per quello che questa terra fa ogni giorno per accogliere e aiutare gli immigrati". E' quanto afferma Franco Corbelli, leader del movimento Diritti Civili, in una lettera aperta indirizzata al Capo dello Stato alla vigilia della sua visita in Calabria. "Sì, ho questa certezza che lei domani - prosegue - sarà in Calabria per testimoniare la sua vicinanza, condivisione e solidarietà a chi ogni giorno fa dell'accoglienza, dell'ospitalità e dell'integrazione una ragione di vita. Lei domani sarà accolto dal presidente della Regione, Mario Oliverio, che insieme al sindaco di Tarsia, Roberto Ameruso, e al Movimento Diritti Civili, si appresta a realizzare, vicino un luogo di grande valore simbolico, l'ex campo di internamento di Ferramonti, una grande opera umanitaria universale destinata a restare nella storia, non solo del nostro Paese: il cimitero internazionale dei migranti, per dare una degna sepoltura e una dignità alla morte di quei poveri e sfortunati migranti (tra cui purtroppo tantissimi innocenti bambini) che (come purtroppo anche in queste ultime ore) perdono la vita nei tragici naufragi, mentre fuggendo da guerre, miseria e persecuzioni cercano solo una vita migliore, più dignitosa e umana". "So che lei apprezza molto questa iniziativa umanitaria - sostiene ancora Corbelli - e so che gliene ha parlato personalmente il presidente Oliverio, quando, prima dello scorso Natale, l'ha incontrata al Quirinale per invitarla in Calabria. Spero che domani il presidente Oliverio abbia la possibilità di mostrarle il progetto preliminare del cimitero dei migranti, di questa importante opera umanitaria, che vuole essere anche un segnale di rispetto, di civiltà, di amicizia, di pace, di fratellanza; la solidarietà (anziché i bombardamenti che procurano solo nuove tragedie e altre vittime innocenti) per fermare la mano dei terroristi islamici. Domani lei arriva in una regione che il popolo di migranti disperati quotidianamente accoglie, con generosità. Benvenuto Presidente, nella Calabria della solidarietà e dell'accoglienza".

    Il Presidente della Commissione Giustizia del Senato, Nico D'Ascola interverrà domani alla cerimonia di inaugurazione della Cittadella regionale a Germaneto di Catanzaro, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "La presenza del Capo dello Stato - afferma D'Ascola - rappresenta un'attenzione importante dei massimi vertici istituzionali verso la Calabria ed in generale nei confronti del sud, che deve essere messo nelle condizioni di dare un contributo al rilancio dell'economia nazionale ed europea".

    "La visita del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, non può che essere celebrata, al di là di ogni retorica, come un evento storico per il nostro territorio. A nome dell'Ente camerale, ponte di collegamento istituzionale tra il mondo economico e quello politico-governativo, saluto la massima carica del Paese e rivolgo alla Sua persona il benvenuto nella provincia di Catanzaro". Lo afferma il Presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Paolo Abramo. "Da uomo del Sud - prosegue - saprà apprezzare le bellezze che lo accoglieranno al suo arrivo, come pure non gli sfuggiranno le stridenti contraddizioni in cui si dibatte, da tempo immemore, la nostra terra, segno di uno sviluppo incompiuto. Comprenderà subito che una grande e legittima aspettativa si è creata intorno alla sua importante venuta. La Calabria, la sua gente, aspettano parole e fatti; è assetata di lavoro; di decisioni capaci di invertire il senso di marcia; di idee illuminate che possano rischiarare i molti percorsi bui intrapresi. Gli indicatori economici continuano ad annotarci nelle ultime posizioni, il disagio economico e sociale è sotto gli occhi di tutti; la mancanza di lavoro è la tragica realtà di chi è giovane, ma anche di chi non lo è più. Per piccole e piccolissime imprese, in alcuni casi protagoniste di performance degne di lode considerato il contesto in cui operano, il futuro è sempre più incerto. Le stesse Camere di Commercio, a dispetto della loro storia, delle loro funzioni, delle loro specificità, rischiano di vedersi cancellate con un colpo di spugna. Al Capo dello Stato chiediamo a gran voce non sguardi particolari, nel mare magnum di problemi in cui naviga il Paese, e ancora più segnatamente tutto il Sud. Al Capo dello Stato chiediamo di spiegarci, domani che sarà eccezionalmente nella nostra terra, qual è il Sud, quale la Calabria, che ha in mente; qual è il progetto in cui vedremo compiersi finalmente i nostri diritti ed i nostri doveri?". "Questa domanda - conclude Abramo - non perché ci aspettiamo risposte miracolistiche, ma perché siamo fiduciosi che le sue parole, chiare e sobrie come è nel suo stile, rimarranno come monito e sapranno infondere nei calabresi la fiducia necessaria a fare del proprio meglio, perché qualcuno saprà fare tesoro del nostro impegno".

    "La visita del Capo dello Stato in Calabria per l'inaugurazione della Cittadella regionale é un evento di grandissima importanza perché accende l'attenzione nei confronti di una regione che ha straordinarie opportunità ma che ha bisogno dell'attenzione del Governo e delle istituzioni per tradurle in sviluppo e crescita e, quindi, in occasioni di lavoro". E' quanto afferma, in una dichiarazione, il presidente di Unindustria Calabria, Natale Mazzuca. "L'Italia non riparte - prosegue Mazzuca - se non cresce il Sud. Serve tornare a guardare alla Calabria ed al Sud come risorsa per lo sviluppo del Paese e non come la zavorra pesante e fastidiosa rappresentata da tanta pubblicistica di maniera. La presenza del presidente Mattarella assume un valore carico di altissimo significato per restituire fiducia a tutti i cittadini e ai tanti imprenditori che si impegnano, con determinazione, per concorrere allo sviluppo sociale ed economico del territorio, sorretti da un sano ottimismo che rifugge dal rituale della lamentazione sterile".

    "Al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rivolgo il mio più caloroso saluto di benvenuto. La sua visita rappresenta un momento importante per la Calabria, che ci onora da italiani e da meridionali. Un appuntamento storico che riempie di ulteriore valore l'inaugurazione della Cittadella regionale, simbolo di unità e aggregazione diventato realtà dopo anni di attesa e traversie". E' quanto afferma il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno. "Il presidente Mattarella - prosegue - approderà nel cuore della Calabria solidale e accogliente, quella Calabria operosa che ogni giorno scommette su se stessa e sulla possibilità di rimettere in movimento il protagonismo sociale e una politica economica che sappia pienamente utilizzare le risorse che provengono dallo Stato e dall'Europa per archiviare un atavico senso di sconfitta e abbandono. Dal centro nevralgico della area direzionale di Catanzaro e della sua provincia, dallo Ionio al Tirreno, dalla Piana alla Presila, parte la sfida dell'innovazione e del cambiamento raccolta dal presidente della Regione Mario Oliverio, che domani ci ha voluti tutti riuniti per tenere a battesimo ufficialmente la 'casa dei calabresi'. Ma anche la scommessa raccolta da quegli amministratori che, nonostante le difficoltà, sono in campo per attuare concretamente la stagione delle riforme, a partire dalla trasformazione delle Province in Aree vaste. Amministratori locali, la voce delle comunità, che ogni giorno sono in campo e nei territori per far funzionare un principio di sussidiarietà che non può fare a meno degli enti intermedi, a servizio dei piccoli e dei grandi comuni. La sfida non è di poco conto". "Assieme, partendo dal cuore direzionale, politico e amministrativo, della Calabria che rientra nel territorio della provincia di Catanzaro - conclude il presidente Bruno - stiamo lavorando per costruire una nuova identità territoriale ed istituzionale della regione per permettere ai nostri concittadini di guardare al futuro con ritrovata fiducia. La visita del presidente della Repubblica rappresenta un ulteriore spinta emotiva a guardare avanti con impegno e coraggio perché rappresenta un segnale inequivocabile vicinanza e attenzione istituzionale di cui la Calabria aveva bisogno".

    I segretari generali Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil, Alfredo Iorno, Antonio Bevacqua ed Elio Bartoletti hanno scritto una lettera aperta al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in vista della visita che il Capo dello Stato farà domani a Catanzaro per inaugurare la Cittadella regionale. "Le formuliamo, innanzitutto - scrivono i dirigenti sindacali - un saluto augurale di benvenuto in Calabria, esprimendole ogni sentimento di gratitudine per l'attenzione dimostrata con questa visita verso una terra troppo spesso dimenticata dalle Istituzioni e dalla politica nazionale ed abbandonata ad un diffuso declino politico, economico e sociale. La Calabria è caratterizzata da una situazione di grave crisi che si registra in ogni aspetto della vita di questa Regione, ma che si esprime con maggiore evidenza in un ambito particolarmente caro ai 72 Padri Costituenti, che hanno ritenuto di sancire nell'articolo 32 della Carta fondamentale il principio che riconosce la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, affidandone la tutela ed il compito di garantire cure gratuite agli indigenti, alla stessa Repubblica. Un principio, Signor Presidente, che in Calabria non trova riscontro in adeguate e sufficienti misure di tutela e di realizzazione, tanto da non riuscire ad assicurare finanche gli stessi Livelli essenziali di assistenza (Lea). Un Sistema sanitario, quello calabrese, sottoposto a Piano di rientro ed a gestioni commissariali che hanno prodotto come unico risultato quello di rendere ancor più inesigibile il diritto alla salute in tutte le sue espressioni. Ogni tentativo di intervento di riorganizzazione delle reti sanitarie territoriali ed ospedaliere si è tradotto in un fallimento che è servito solo ad incrementare la percentuale di emigrazione passiva dalla Calabria verso altre regioni, con conseguente ed inevitabile aggravio della locale spesa sanitaria. Una mobilità passiva che nel 2014 è arrivata a ben 278 milioni di euro e continua a crescere. Costo che viene sopportato dagli stessi calabresi, costretti a sostenere le spese per il trasferimento in altre realtà territoriali ed a pagare le più alte addizionali tributarie d'Italia a fronte di un sistema sanitario non in grado di riallineare i Lea con gli standard previsti a livello nazionale". "La situazione - sostengono ancora i sindacati confederali della Funzione pubblica - ha assunto caratteri di maggiore criticità con il susseguirsi di gestioni commissariali sicuramente non in grado di governare i processi di cambiamento auspicati e perseguiti dalla legislazione in materia ma che hanno piuttosto consolidato l'andamento regressivo dell'offerta sanitaria, allargando il divario con il Servizio sanitario garantito e realizzato nelle Regioni virtuose. L'attuale Commissario ad acta per il piano di rientro del debito sanitario, Massimo Scura, si sta dimostrando inadatto al compito affidatogli, assumendo atteggiamenti non consoni alla funzione da assolvere ed al ruolo rivestito. Su numerosi aspetti, nevralgici per la vita del Sistema sanitario regionale e per i professionisti e i lavoratori del Comparto, abbiamo registrato da parte del Commissario la volontà di eludere deliberatamente il confronto con le organizzazioni sindacali. Ritieniamo di portare alla Sua pregevole attenzione il modus operandi adottato per condurre il Commissariamento, in evidente violazione dei principi fondamentali del vigente sistema di relazioni sindacali che consideriamo grave e lesivo della funzione di rappresentanza riconosciuta dalla Costituzione italiana alle organizzazioni sindacali". "Al fine di garantire la continuità dei servizi sanitari, la complessiva tenuta del sistema, anche quello occupazionale e la partecipazione dei lavoratori e dei professionisti, che rappresentano la più importante risorsa per il sistema e la principale leva per il cambiamento organizzativo - conclude la lettera aperta al Presidente della Repubblica - chiediamo il suo autorevole intervento per porre fine alla stagione del Commissariamento della Sanità salabrese, ma ancor prima chiediamo la destituzione dell'attuale Commissario ad acta. Richiesta, quest'ultima, finalizzata a ricondurre nell'alveo della normalità la gestione ed il governo della Sanità calabrese attraverso il ripristino di concrete relazioni sindacali".

     

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