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    Comunali, lo show delle richieste all'antimafia. Ma i programmi?

     

     

    Comunali, lo show delle richieste all'antimafia. Ma i programmi?

    27 apr 16 Tiene banco, da giorni, una sequenza di comunicati, che per dovere di cronaca vi elenchiamo puntualmente, che richiedono da più parti la verifica di candidati alle comunali come ogetto di dibattito politico. O meglio come tentativo di accaparrare consensi mettendo in mostra un "bucato splendio" che, sinceramnete, non vediamo perchè ancora non ufficializzato. Un avvilente accusarsi reciproco che svilisce, di fatto, una campagna elettorale improntata alle reprimende più che a progetti e programmi. Invece di preoccuparsi, i partiti, di controllare autonomamente le proprie liste, manca ancora più di una settimana (termine ultimo per la presentazione il 7 maggio prossimo ndr), ci si affanna a scrivere note su note accusando, ognuno, l'avversario senza guardare, è il caso di dirlo evangelicamente, l'eventuale trave che disturba il proprio occhio. Avremmo preferito che ognuno si fosse preoccupato di mettere un bollino di pulizia alle liste con i propri candidati magari chiedendolo proprio a loro il certificato antimafia. Ma tant'è. Si preferisce il can can alla realtà. Sarà per questo che la disaffezione alle politica è in pauroso aumento? Se si ha voglia di "rivoluzione" la si faccia veramente, con i fatti, non con le note stampa.

    Di seguito la sequela di note:

    Magorno e Bruno Bossio: Domani andiamo dalla Bindi. Domani, 28 aprile, una delegazione di parlamentari calabresi incontrerà l'on. Rosy Bindi "affinché la Commissione parlamentare antimafia non si limiti a verificare la presenza di eventuali candidati impresentabili solo nelle liste dei Comuni già sciolti per infiltrazioni mafiose e che saranno chiamati alle urne il prossimo 5 giugno". Lo rendono noto i deputati calabresi del Pd in Commissione, Ernesto Magorno e Enza Bruno Bossio. "Già nella seduta odierna - affermano i due deputati - abbiamo sollecitato una decisione in tal senso. Domani proporremo alla presidente Bindi che almeno per quanto riguarda la Calabria si sottopongano ad esame anche le liste che andranno al voto nei Comuni capoluogo, Crotone e Cosenza. E' necessario che si faccia chiarezza in maniera preventiva. Sarebbe paradossale se l'espressione del voto popolare dovesse essere messa in discussione attraverso lo scioglimento del Consiglio comunale per fatti relativi a condizionamenti mafiosi che potevano essere già accertati prima del 5 giugno. Ovviamente sarebbe parziale una verifica limitata solo alle liste dei candidati a consigliere comunale. Prima di tutto vanno verificati i candidati a Sindaco". "Per quanto ci riguarda - hanno detto ancora Magorno e Bruno Bossio - sulla scia di quanto già annunciato ufficialmente dalla Alleanza civica e progressista che sostiene Lucio Presta a Sindaco di Cosenza, a nome dell'intero centrosinistra calabrese assumiamo l'impegno di consegnare e sottoporre all'esame della Commissione parlamentare antimafia tutte le liste e i nomi dei candidati a sindaco di nostra rappresentanza. Ora più che mai, soprattutto dalla Calabria, è necessario lanciare un grande messaggio di legalità per garantire adeguati livelli di vivibilità dei contesti ambientali urbani ma anche e soprattutto per assicurare che i processi di crescita e di sviluppo territoriale siano avulsi da ogni condizionamento di natura criminale"

    Bindi: Non ci sono strumenti per controllare. "In questa fase di preparazione delle liste, stiamo registrando una sensibilità e un'attenzione maggiore da parte delle forze politiche rispetto al passato": così la presidente dell'Antimafia, Rosy Bindi, la quale ha spiegato che, in vista delle comunali, esponenti del Pd, dell'Idv e di Fi "ci hanno chiesto di esaminare le liste. Apprezziamo questa sensibilità e questa attenzione. Il fatto di chiedere a noi di fare delle verifiche, significa che si vuole fare bene". Bindi ha precisato che l'Antiamfia, proprio per la carenza degli strumenti da parte dello Stato (innanzitutto il casellario giudiziario nazionale non aggiornato e senza carichi pendenti e l'assenza di una banca dati unica di candidati ed eletti, tanto che la presidente dell'Antimafia ha parlato di "totale non conoscenza del personale politico di questo Paese"), si limiterà a fare un lavoro di osservazione sui comuni sciolti per mafia, su quelli in commissariamento ordinario, dopo aver avuto una commissione d'accesso e sui comuni che hanno avuto una commissione d'accesso negli ultimi tre anni. I 15 comuni sotto "verifica" saranno quindi: Battipaglia, Scalea, Ricadi, Badolato, San Luca, Platì, Ioppolo, Roma, Trentola Ducenta, S. Oreste, Briano, Finale Emilia, Morlupo, Diano Marina, San Sostene. "Riteniamo inoltre - ha concluso - che le norme riguardanti la candidabilità nei comuni sciolti per mafia debbano essere in qualche modo rese più rigorose, così come riteniamo che debbano essere inasprite le pene per il reato di scambio elettorale, sia mafioso sia ordinario. Le mafie rappresentano un vero e proprio attentato nei confronti della democrazia e della qualità della vita democratica di un Paese". "Ovviamente - proseguono i due parlamentari - sarebbe parziale una verifica limitata solo alle liste dei candidati a consigliere comunale. Prima di tutto vanno verificati i candidati a Sindaco". "Per quanto ci riguarda - hanno detto ancora Magorno e Bruno Bossio - sulla scia di quanto già annunciato ufficialmente dalla Alleanza civica e progressista che sostiene Lucio Presta a Sindaco di Cosenza, a nome dell'intero centrosinistra calabrese assumiamo l'impegno di consegnare e sottoporre all'esame della Commissione parlamentare antimafia tutte le liste e i nomi dei candidati a sindaco di nostra rappresentanza". "Ora più che mai, soprattutto dalla Calabria - concludono - è necessario lanciare un grande messaggio di legalità per garantire adeguati livelli di vivibilità dei contesti ambientali urbani ma anche e soprattutto per assicurare che i processi di crescita e di sviluppo territoriale siano avulsi da ogni condizionamento di natura criminale".

    Santelli "FI applicherà codice antimafia". L'ufficio di Presidenza della commissione Parlamentare antimafia, presieduto dall'on. Rosy Bindi ha esaminato oggi richiesta di valutazione delle liste e dei candidati a Sindaco di Cosenza e di Crotone, avanzata dal coordinatore regionale di Forza Italia Calabria, on. Jole Santelli. Lo rende noto la stessa Santelli. "La presidente Bindi, che ringrazio insieme alla collega Stefania Prestigiacomo per avere sollecitato la questione - ha detto Santelli - ha ritenuto positiva la richiesta ma si è rammaricata per la mancanza di mezzi che non consente alla Commissione di andare oltre gli interventi programmati. Forza Italia applicherà il codice deontologico della commissione Antimafia nella scelta dei candidati, già alla valutazione degli organismi competenti".

    Zanetti "PD faccia chiarezza sui suoi candidati". "Il Pd cominci a fare trasparenza sui propri candidati e poi saremo tutti contenti". Lo ha detto il segretario di Scelta Civica Enrico Zanetti, viceministro all'Economia, a margine dell'incontro a Cosenza sul tema "Fondi strutturali per il rilancio del centro storico" a Cosenza, organizzato a sostegno del candidato sindaco Enzo Paolini. "Dico ben arrivati - ha aggiunto Zanetti - agli amici del Nuovo centro destra. Noi di Scelta Civica questa scelta l'abbiamo fatta da prima e non vedo perché non si debba appoggiare in coalizione un candidato sostenuto da un partito che ha rifiutato di fare le primarie di coalizione, smentendo tra l'altro se stesso, posto che ovunque e altrove le ha fatte".

    Antimafia: Nessuna forza politica ne è immune. "La questione del consenso delle mafie va posta con coraggio. Tutte le forze politiche devono farsene carico insieme, per rendere il contrasto ai poteri mafiosi un elemento non di divisione, ma di unione. L'attività di inchiesta ha dimostrato che nessuna forza politica, anche con le migliori intenzioni, può ritenersi immune dal condizionamento o peggio dall' infiltrazione". E' uno dei passaggi della "Relazione sulla Trasparenza delle candidature", relatrice Rosy Bindi, approvata oggi all'unanimità dalla Commissione Antimafia. "Le mafie sono infatti - si legge in un altro passaggio della Relazione dell'Antimafia - organizzazioni innegabilmente dotate di politicità, che agiscono ormai, dopo gli anni delle stragi, con modalità sempre meno antagoniste e visibili e sempre più liquide e opache, capaci di infiltrarsi negli spazi lasciati liberi o non adeguatamente presidiati dalla società civile, dalla politica, fino a creare crepe che mettono a rischio parti dell'impianto dello Stato e delle Istituzioni". La presidente dell'Antimafia, la relatrice Bindi, evidenzia come si sia ampliata la diffusione del fenomeno mafioso "su tutto il territorio nazionale, non solo nelle aree di tradizionale inserimento nel Meridione ma sempre più anche al nord del Paese, a dispetto di superate tesi 'culturaliste' che attribuivano alla popolazione delle regioni meridionali una maggiore propensione all'insediamento delle mafie rispetto a quelle delle regioni settentrionali". E sottolinea la carenza degli strumenti da parte dello Stato per controllare l'applicazione delle leggi, in particolare della Severino, se è vero che il Ministro della giustizia ha chiarito alla Commissione che attualmente, a causa della carenza di risorse negli uffici giudiziari, "i tempi medi di iscrizione delle condanne definitive nel casellario giudiziale sono di circa 11 mesi" e che "il ritardo dell'iscrizione ha un significativo impatto sull'attendibilità della certificazione e sulle verifiche relative all'ineleggibilità/incandidabilità di taluni soggetti". Per di più, la banca dati nazionale dei carichi pendenti, pur essendo prevista dal Testo Unico sul casellario, "non è stata ancora realizzata"

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