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    Salvini in Calabria tra contestazioni e selfie, "Non sono un mafioso"

     

     

    Salvini in Calabria tra contestazioni e selfie, "Non sono un mafioso"

    02 lug 15 Fischi, contestazioni, ma anche incoraggiamenti e qualche selfie. E' andata così la "prima" di Matteo Salvini, leader della Lega, in Calabria. Qualcuno gli ha dato anche del mafioso e lui ha risposto con il dito medio alzato spiegando: "Ho tanti difetti ma non possono definirmi mafioso. In questo caso m'incazzo". A Isola Capo Rizzuto, in uno dei centri di accoglienza più grandi d'Europa, secondo dopo quello di Mineo, Salvini ha confessato di avere vissuto un momento di tenerezza. "Ho visto una bambina di due anni - ha ammesso - e devo dire che mi si è aperto il cuore". Il contrasto all'immigrazione clandestina è stato comunque il filo rosso della visita che è iniziata a Lamezia Terme dove il "comitato di accoglienza" di #maiconSalvini si è fatto sentire esponendo una serie di striscioni: "I terroni non dimenticano", "Niente soldi per i rom e gli immigrati, per i diamanti sì? Lega Ladrona", "Meglio una vita da clandestini che un'ora da Salvini". La ricetta di Salvini per frenare gli sbarchi è sempre quella: "bloccare gli sbarchi. Non fare toccare il suolo italiano agli immigrati clandestini. Il modello - ha detto - c'è ed è quello australiano, che soccorre tutti ma non fa sbarcare nessuno". Sono le 12:30 quando il corteo di auto che accompagna Salvini supera i cancelli del Centro accoglienza richiedenti asilo. Gianni Tonelli, segretario del Sindacato autonomo di polizia Sap, però, rimane fuori dalla porta. Lui non ci sta e protesta: "Ministro Alfano non siamo all'asilo e i dispettucci per chi dà fastidio non vanno bene". Il sole picchia. Dopo più di un'ora e mezza Salvini esce dal centro e si concede ai giornalisti. "La politica del Governo sull'immigrazione - attacca - è demenziale. Questo centro che ho potuto visitare oggi è gestito bene, ma rappresenta un non senso. Non possono essere necessari nove mesi di attesa per riconoscere che quanti arrivano sono al 70% degli immigrati clandestini. Oggi qui ci sono 1.200 presenze per un business di venti milioni di euro nell'arco di un triennio. Sono soldi che io spenderei per aiutare i calabresi in difficoltà. Il problema però è il Governo e non chi gestisce questa struttura". Il leader della Lega si trasferisce poi a Crotone dove visita la stazione ferroviaria, declassata a partire dagli anni del declino industriale della città e usata adesso come dormitorio da circa 150 senza fissa dimora in gran parte migranti, che definisce "fantasma". Visita i locali della Questura con una capatina nell'ufficio immigrazione che immortala in una foto sul suo profilo facebook. "Qua - spiega - c'è da bonificare tutto quanto. C'è bisogno di un intervento massiccio con alcune centinaia di uomini dell'Esercito e delle forze dell'ordine per rimettere in sesto anni ed anni di menefreghismo. Mi piacerebbe che Alfano ci facesse un giretto". In chiusura il leader della Lega è a Catanzaro per partecipare ad un incontro sulla sicurezza promosso dal Sap. Anche qui proteste di alcuni giovani, che lanciano anche bottiglie con acqua colorata, controllati da un cordone di poliziotti in tenuta antisommossa che li ha tenuti distanti dal luogo del convegno.

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