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    Chizzoniti: Perfida iprocrisia di Dalla Chiesa sui calabresi

     

     

    Chizzoniti: Perfida iprocrisia di Dalla Chiesa sui calabresi

    11 ago 14 Il presidente della Commissione speciale di Vigilanza del Consiglio regionale della Calabria, Aurelio Chizzoniti ha inviato una lunga lettera a Nando Dalla Chiesa, presidente del Comitato antimafia del Comune di Milano e trasmessa per conoscenza al sindaco di Milano, Giuliano Pisapia e alla presidente facente funzioni della Regione,Antonella Stasi. La lettera fa riferimento alle posizioni espresse da Dalla Chiesa nella relazione sull'inserimento delle organizzazioni criminali nell'ambito della realizzazione dell'Expo. "Parafrasando il titolo di una delle tante commedie di successo prodotte dal mitico Oscar Wilde - afferma Chizzoniti - 'l'importanza di essere - rectius - di chiamarsi Onesto', nella specie diventa 'l'importanza di chiamarsi Dalla Chiesa'. Ne deriva che risiede proprio nel blasonatissimo gentilizio la ratio ispiratrice dalla supponente e disinvolta 'lectio magistralis' impartita 'urbi et orbi' dal presidente del Comitato Antimafia del Comune di Milano la cui manichea conclusione ammucchia indiscriminatamente tutti i calabresi in un audace teorema da far impallidire i più ispirati Pitagora o Euclide esaltando l'equazione calabresi=mafia". La sortita de qua agitur si scontra anche con il pensiero manzoniano secondo il quale il torto o la ragione non possono separarsi con un taglio netto di spada, postulando sempre e comunque una responsabile quanto prudente riflessione. Ma questo vale soltanto per i comuni mortali, non per gente radical chic che vive nel lusso, sempre in credito, disponibile ad immolarsi qualora movimenti e partiti dovessero loro proporre il 'sacrificio' a farsi eleggere. E così, il prof. Dalla Chiesa, profondo conoscitore del principio di Archimede applicato ai liquidi, riesce a galleggiare nel Parlamento della Repubblica facendosi eleggere deputato nelle liste de La Rete di Orlando nel 1992; 'Federazione dei Verdi' nel 1996 e nei 'Democratici' nel 2001 e quando qualcuno gli nega la candidatura interviene il professore Romano Prodi che lo risarcisce e lo rianima con un posto al sole di sottosegretario. Ma, probabilmente l'incontaminato prof. Dalla Chiesa non avrebbe accettato il pulpito governativo ove avesse saputo che il figlio di Paolo Prodi, fratello dell'ex premier, ha sposato una bella ragazza calabrese di Marina di Palizzi che, secondo il Dalla Chiesa pensiero, non può che essere mafiosa". "A lei prof. Dalla Chiesa - prosegue Chizzoniti - sfugge l'aspetto più importante, ed anche per questo è più da compiangere che da condannare, perché non si accorge che mentre per un verso con gelida reticenza e perfida ipocrisia criminalizza tutti i calabresi già organizzati in un proditorio assalto alla diligenza (Expo 2015) a finire ospiti degli hotel di Stato, quali responsabili di un grossolano sistema tangentizio, è stato il signor G. e dintorni". "Approfondisca scrupolosamente - sostiene ancora Chizzoniti - le indagini sugli elettori che hanno contribuito al successo dell'avv. Giuliano Pisapia e provi ad escludere il consistente apporto dei calabresi residenti a Milano cominciando, quindi, se ne avverte la sensibilità, ad arrossire per la vergogna".

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