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    Uncem "Con Calabria Verde nulla è cambiato"

     

     

    Uncem "Con Calabria Verde nulla è cambiato"

    16 set 13 ''L'Unione comunità montane della Calabria non solo non ha condiviso la ratio e l'impianto della legge regionale 25 del 16 maggio scorso 'Istituzione dell'Azienda regionale per la forestazione e le politiche per la montagna - Azienda Calabria Verde - e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna', salutata come una grande riforma dall'insieme delle forze politiche presenti nel Consiglio regionale e dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative del settore, ma ha anche avanzato in tutte le sedi di confronto, una proposta alternativa''. Lo afferma, in una lettera inviata al Presidente della Regione, Vincenzo Mazzei, presidente dell'Uncem della Calabria. ''Puntavamo in modo netto e deciso - aggiunge - ad azzerare la maggior parte dei costi di gestione smantellando l'Afor e assegnando le funzioni in materia di forestazione e di politiche della montagna alle Unioni di Comuni montani, ma si è preferito, invece, costituire una mega azienda, chiamata a gestire anche le funzioni delle Comunità montane. A distanza di 4 mesi dall'approvazione della riforma, però, nulla è cambiato. I dipendenti dei disciolti enti montani sono lasciati senza stipendio e nonostante le esplicite scadenze, non è stato assunto alcun provvedimento. Entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge, infatti, doveva essere nominato il Direttore generale che, a sua volta, entro 40 giorni dalla nomina, avrebbe dovuto predisporre l'atto aziendale, il piano annuale ed il bilancio preventivo per l'esercizio finanziario 2014''. ''Solo da qualche settimana il competente Assessorato regionale - dice ancora Mazzei - ha avviato le procedure per la nomina degli Organi dell'Azienda 'Calabria Verde', Direttore generale e Comitato tecnico di indirizzo. Trattandosi del primo, importante passo, per il concreto avvio della riforma, auspichiamo che tale adempimento sia effettuato superando una volta per tutte la logica della pura appartenenza che finora ha determinato solo danni e che le scelte siano compiute tenendo esclusivamente conto dell'esperienza, competenza e professionalità. Ulteriori rinvii produrrebbero solo danni non solo ai circa ottomila lavoratori idraulico-forestali calabresi ed ai circa 400 dipendenti delle Comunità montane, ai quali occorre assicurare lo stipendio ed un lavoro utile e dignitoso, ma inciderebbero negativamente anche sullo sviluppo socio-economico di un territorio, quello collinare e montano, che rappresenta circa il 93% dell'intero territorio regionale, al quale occorre assicurare un'adeguata ed efficiente governance''.

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