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    Radicali "Carceri sovraffollate, serve un Garante"

     

     

    Radicali "Carceri sovraffollate, serve un Garante"

    14 ott 13 "L'ultimo messaggio alle Camere, prima di quello del presidente Giorgio Napolitano, risale al 2002 da parte del presidente Ciampi. Chi prima ne avesse avuto dubbi oggi non può più far finta di niente: le carceri sono stracolme e i diritti delle persone detenute sistematicamente violati". Lo afferma, in una nota, Giuseppe Candido, del Partito Radicale. "Riteniamo che il messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sulla questione carceraria - prosegue Candido - possa e debba essere da stimolo anche per il presidente della Giunta, per il presidente del Consiglio regionale e per l'intero Consiglio affinché provvedano, anche per la nostra regione, dove pure il sovraffollamento delle carceri è un grave problema, all'istituzione del Garante dei diritti delle persone private delle libertà. Anche i sindaci dei comuni nel cui territorio sono presenti istituti di pena potrebbero autonomamente istituire il loro Garante. In Calabria, dove insistono tredici istituti di pena disseminati nelle cinque province, solo il Comune di Reggio lo ha già istituito''. Per Candido ''il messaggio di Napolitano sulle carceri ha sottolineato l'estrema importanza di un'iniziativa a cui ha contribuito in maniera determinante la lotta di Marco Pannella e dei radicali. Napolitano, come previsto dall'art.87 della nostra Carta, si è rivolto direttamente a deputati e senatori ma quel messaggio è in realtà rivolto all'intera nazione, attraverso i suoi rappresentanti. Il Consiglio regionale della Calabria, dove il problema delle carceri pure è importante e grave sia dal punto di vista del sovraffollamento sia da quello delle carenze di organico, avrebbe un mezzo concreto per corrispondere a quel messaggio: istituire e nominare subito il garante regionale delle persone private della libertà''. ''L'istituzione del Garante - conclude Candido - consentirebbe pure in Calabria di avere questa importante figura a tutela dei diritti fondamentali che, è bene ricordarlo, anche nella nostra regione sono sistematicamente violati. Gli oltre 2.650 cittadini oggi detenuti nelle 13 carceri calabresi, i loro parenti, gli agenti di polizia penitenziaria, i direttori e gli operatori civili che in quelle condizioni inumane e degradanti lavorano, vedrebbero, dalle istituzioni regionali, un'assunzione di responsabilità all'altezza dei problemi che il Presidente della Repubblica ha evidenziato".

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