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    Chizzoniti presenta al Csm dossier su reintegro Rappoccio

     

     

    Chizzoniti presenta al Csm dossier su reintegro Rappoccio

    20 lug 13 "Questa giustizia insulta l'Italia intera offendendo l'intelligenza di un bambino". Questa è la sintesi, sostiene in una nota Aurelio Chizzoniti, "di un corposo dossier già rimesso al Csm, al Procuratore generale presso la Corte di Cassazione e che lunedì sarà partecipato ai vertici della magistratura inquirente e giudicante reggina". "L'attacco frontale - è scritto nella nota - prende le mosse dalla recente scarcerazione del consigliere regionale sospeso Antonio Rappoccio preceduta 'dal parere favorevolmente espresso' a 'sezioni unite' da due magistrati costituti in 'sub-Procura' all'interno di quella coordinata da Federico Cafiero De Raho ove, evidentemente, è stato mortificato qualsivoglia rapporto gerarchico. In particolare, l'esposto sottolinea la circostanza che i magistrati Sferlazza e Musolino dopo aver subito l'avocazione delle indagini da parte della Procura generale erano letteralmente 'spariti', anche dalle udienze dibattimentali alle quali ha egregiamente partecipato Anna Arena, che però non ha espresso il parere 'incriminato' che invece è stato formulato dai 'redivivi' ad hoc magistrati avocati. Con riferimento al Tribunale ordinario che 'asetticamente e fideisticamente ha recepito l'imput della sub-Procurà", Chizzoniti, richiama "la motivazione che annienta tutte le permanenti esigenze cautelari conclamate dal Tribunale della Libertà appena in data 25 febbraio 2013 con espresso riferimento ai numerosissimi testi, della pubblica e privata accusa, nessuno dei quali è stato escusso". Chizzoniti si chiede "cosa è cambiato dal 25 febbraio ad oggi? Assolutamente nulla. Ciò nonostante restituzione in libertà senza obblighi. Risulta inconfutabile, quindi, che, Procura e Tribunale sul terreno delle esigenze cautelari considerino più importanti e decisive la sospensione da un partito e la chiusura di una segreteria politica (entrambi in qualsiasi momento riattivabili), rispetto all'esercizio delle funzioni di Consigliere Regionale, con annessi e connessi". Chizzoniti, infine, richiama "l'attenzione del Csm e dei vertici nazionali della magistratura anche sull'assoluto disinteresse della Procura in ordine alle diverse intimidazioni subite (anomalo furto dell'autovettura, scardinamento della porta dello studio, imbrattamento di un'altra autovettura all'interno del garage, minacce di morte) tutte a conoscenza della Procura che neanche, sotto questo aspetto, ha ritenuto di attestarsi su una posizione di doverosa quanto responsabile prudenza".

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