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    Salerno "Inspiegabili ritardi del Governo sui nuovi ospedali"

     

     

    Salerno "Inspiegabili ritardi del Governo sui nuovi ospedali"

    20 ott 12 "Il processo di riorganizzazione e razionalizzazione del sistema sanitario calabrese è volto ad una nuova impostazione che consenta di eliminare gli sprechi e le inappropriatezze che hanno negativamente influenzato il passato e di garantire, contemporaneamente, dei servizi di qualità forniti in condizioni di sicurezza". E' quanto afferma Nazzareno Salerno, presidente della Commissione regionale Attività sociali, sanitarie, culturali e formative, "in merito - riporta una nota - ai rallentamenti subiti dal processo di costruzione dei nuovi ospedali di Vibo, Piana di Gioia Tauro e Sibaritide". "Questo ambizioso progetto, capace di concretizzare le prospettive di discontinuità e di avvio di una fase nuova di tutela dei cittadini - prosegue Salerno - richiede interventi precisi e tempestivi tanto per dare risposte tangibili alla popolazione quanto per effettuare un indispensabile recupero di credibilità delle istituzioni. Il Piano di rientro ha comportato, oltre che un'inevitabile rimodulazione della presenza di presidi ospedalieri sul territorio tesa all'ottimizzazione delle risorse ed alla fornitura delle prestazioni in strutture appropriate e tecnicamente sicure, sacrifici per gli utenti che si traducono in motivi di ulteriori difficoltà a causa della crisi economica globale. Anche per questo la costruzione dei nuovi ospedali di Vibo Valentia, della Piana di Gioia Tauro e della Sibaritide rappresenta un'azione decisiva per il rilancio di un comparto che deve essere reimpostato e adeguato ai tempi e che deve assicurare livelli essenziali di assistenza a tutti i cittadini producendo prestazioni di alto livello in tempo utile". "In più - sostiene ancora Salerno - considerata la riconversione degli ospedali periferici e la conseguente diminuzione della disponibilità di posti letto, oltre che la fatiscenza delle vecchie strutture, l'apertura di questi tre presidi centrali sarebbe fondamentale per impedirne il derivante effetto intasamento. Consapevole di questo stato di cose, il Presidente Giuseppe Scopelliti, come commissario delegato per l'emergenza socio-economico-sanitaria, ha provveduto ad espletare con puntualità tutte le procedure necessarie, comprese l'approvazione dei progetti preliminari, la pubblicazione dei bandi di gara e la rilevazione delle offerte pervenute che dovranno essere esaminate dalla commissione giudicatrice allorquando potrà essere nominata dal soggetto giuridico competente alla prosecuzione delle attività avviate. Il problema è che lo stato di emergenza è scaduto il 31 dicembre 2011 e, a dispetto della volontà del Presidente Scopelliti di proseguire sul cammino intrapreso, le attività connesse al superamento delle criticità si sono arrestate. Infatti, nonostante le intese preliminari intercorse tra il Presidente della Regione-Commissario delegato ed il Capo del Dipartimento della Protezione civile sull'opportunità di consentire il completamento delle più urgenti iniziative necessarie ad assicurare il definitivo rientro nell'ordinario, a tutt'oggi non sono stati emessi provvedimenti da parte del Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dell'Economia e delle Finanze - Ragioneria Generale dello Stato e del Ministero della Salute al fine di stabilire il passaggio dalla gestione commissariale alla gestione ordinaria o di eventuale proroga dello stato emergenziale e di superare, così, l'attuale stato di stallo, che rischia di vanificare irreversibilmente gli importanti risultati finora conseguiti. Non si comprende, in particolare, la motivazione di un atteggiamento così disinteressato e superficiale da parte di un Governo tecnico che, anziché attivarsi per ridurre la tempistica e realizzare opere destinate ad incidere sensibilmente sulla vita dei cittadini, preferisce specchiarsi nei meandri della burocrazia abbandonando a se stesso un popolo che cerca di riscattarsi anche a costo di affrontare pesanti rinunce. Non c'é giustificazione ad una così scarsa sensibilità nei confronti della Calabria e dei sui abitanti che, pur adempiendo ai sempre più opprimenti obblighi fiscali e mostrando in questo una netta diversità rispetto a chi altrove sbandiera pubblicamente di attuare la disobbedienza fiscale, chiedono solo di avere quanto legittimamente spetta loro. Proprio laddove vi è l'esigenza di avvertire la presenza dello Stato, il Governo appare sordo alle richieste democratiche speculando forse sulla possibilità di trattenere ancora le risorse finanziarie e rinviando una decisione dovuta".

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