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    Gallo: La manovra e i costi umani che non fanno rumore

     

     

    Gallo: La manovra e i costi umani che non fanno rumore

    03 ott 04 "Siamo ancora in presenza di una grave crisi internazionale economica e politica e non è mia intenzione sminuire a tutti i costi l'azione dei governi di centro destra sia a livello nazionale e sia locale. Mi permetto però di richiamare l'attenzione su alcuni aspetti delle ultime manovre approvate che ritengo fortemente inique e depressive, con effetti devastanti sulla coesione sociale e sulla vita di molte persone". Così Vincenzo Gallo padre di un ragazzo con disabilità e già assessore al welfare al Comune di Cosenza. "La Fish e la Fand, le due principali federazioni di associazioni di persone con disabilità – aggiunge Gallo- hanno raccolto nelle prime due settimane di settembre oltre 20.000 firme in tutta Italia contro i tagli di 40 miliardi previsti nella manovra, rimanendo del tutto inascoltate. Secondo alcune stime ottimistiche almeno un terzo dei disabili gravi perderà entro un anno ogni tipo di assistenza, in particolare l'indennità di accompagnamento, come dichiarato dal Presidente della Fish (www.fishonlus.it). Il numero è però destinato ad aumentare visto che i tagli derivanti dalla riforma fiscale e assistenziale previsti sono pari a 4 miliardi per il 2012, a 16 miliardi per 2013 e a 20 miliardi di euro per il 2014. Ciò senza tenere conto che già a fine 2010 una iniqua circolare INPS, da alcuni considerata illegittima, ha ristretto i criteri per concedere indennità e pensioni di invalidità. Nell'articolo del prof. Tito Boeri,"I numeri della manovra", pubblicato sul sito www.lavoce.info, in particolare dalle tabelle allegate, emerge che è stata approvata una manovra di oltre 140 miliardi in tre anni. Il peso dei tagli per la riforma fiscale e assistenziale (40 miliardi), le minori spese per sanità (7,5 miliardi) e i ticket della sanità e i contributi pensioni (9,3 miliardi), sono pari a circa il 40% della manovra. Il Governo ha ritenuto iniquo un contributo di solidarietà del 3% previsto in un primo momento per le persone con oltre i 90.000 euro di reddito, poi approvato solo per chi ha un reddito di oltre 300.000 euro. Sarà pari a soli a 0,3 miliardi di euro in tre anni. Così come il Governo ha ritenuto inopportuno colpire chi ha portato capitali all'estero o ridurre le spese militari e vari privilegi. Nell'articolo "I tagli che non fanno rumore" di Sergio Pasquinelli, pubblicato nel febbraio 2011 sempre su www.lavoce.info, facendo riferimento ad uno studio di A. Misiani, si evidenzia che dal 2008 al 2011 il fondo nazionale per le politiche sociali è passato da 929 milioni di euro a 275 milioni, il fondo per le politiche della famiglia da 346 a 52 milioni, il fondo per la non autosufficienza da 300 milioni a 0, il fondo servizi per l'infanzia da 100 milioni a zero, il fondo per le politiche giovanili da 137 a 32 milioni, il fondo sociale per l'affitto da 205 a 33 milioni, il fondo per il servizio civile da 299 a 113 milioni. Il recente rapporto Svimez fa emergere che dei 533 mila posti di lavoro persi in Italia tra il 2008 e il 2010, ben 281 mila sono nel Mezzogiorno. Nel Sud, dove da anni è in atto un fenomeno di emigrazione di massa e dove pertanto la quota della popolazione anziana è in forte crescita, sono presenti meno del 30% degli occupati italiani, ma si è concentra il 60% delle perdite di lavoro determinate dalla crisi. Da sottolineare che in 27 paesi dell'Unione europea solo in Italia Grecia ed Ungheria non si prevede un reddito minimo di cittadinanza e anche in una recente inchiesta del Sole 24 Ore su "L'Italia che non cresce" emerge che nel nostro paese, a differenza di altri, non è prevista protezione sociale di lungo periodo (la più alta è in Svezia, ma è prevista anche negli Stati Uniti). Con questa manovra gli squilibri sociali pertanto aumenteranno ulteriormente, in un paese dove il 10% delle famiglie più ricche detiene già il 45% della ricchezza. Da sottolineare che a fronte dei tagli non si prevedono misure significative per il rilancio dell'economia. Inoltre la Pubblica Amministrazione centrale e locale ha spesso difficoltà a spendere anche le somme già disponibili, mentre l'azione finalizzata ad attrarre e stimolare investimenti privati è del tutto inadeguata. In questo contesto i conflitti sociali sono destinati ad aumentare e con grande crudeltà ed indifferenza si stanno sempre più abbandonando al loro destino migliaia di persone fragili ed indifese, anziani e disabili non autosufficienti, per molti dei quali si riduce o addirittura viene meno la protezione sociale e sanitaria. Tutto ciò ritengo sia anche in contrasto con le norme della Costituzione, con la dichiarazione Onu sui diritti umani e con la convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità ratificata anche dal nostro Paese. Spero che su questi temi si apra un dibattito e si alzi qualche voce critica anche nel centro destra. Al riguardo il ruolo dei media è di grande importanza".

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