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    Domani Consiglio regionale Calabria celebra 150° Unita' Italia

     

     

    Domani Consiglio regionale Calabria celebra 150° Unita' Italia

    14 mar 11 Tutto pronto a Palazzo Campanella per la seduta straordinaria che celebrerà i 150 anni dell'Unità d'Italia. Domani, mercoledì 16 marzo, alle 11, nell'Aula "Francesco Fortugno", il Consiglio regionale riunito in forma solenne, rievocherà il momento storico dell'unificazione del Paese. Ricco il programma della seduta che sarà anche occasione per ripercorrere il contributo dei tanti calabresi al processo risorgimentale. In apertura, il soprano Alma Manera eseguirà l'Inno di Mameli. A seguire, l'intervento del presidente del Consiglio regionale, Francesco Talarico e degli storici, i professori Ferdinando Cordova (Università "La Sapienza" di Roma) e Vittorio Cappelli (Università della Calabria). Nel corso dei lavori, ai quali parteciperà l'arcivescovo Vittorio Mondello, presidente della Conferenza Episcopale Calabra, relazioneranno il presidente della Giunta, Giuseppe Scopelliti, e i capigruppo consiliari in rappresentanza della maggioranza e dell'opposizione. I lavori si concluderanno con l'esecuzione dell'Inno alla Gioia. Il Vice Presidente del Consiglio Regionale Alessandro Nicolò rileva in una nota come "la ricorrenza del 150° dell'Unità d'Italia coincide con i quarant'anni dall'approvazione dello Statuto della Regione Calabria. Si tratta di due anniversari intimamente connessi al clima politico-istituzionale attuale, caratterizzato dai processi di riforma del Titolo V della Costituzione repubblicana, promulgata il 1 giugno del 1948, su cui il Consiglio regionale si confronterà nel corso di una seduta speciale. L'avvenimento che viene più ricordato dalla storiografia ufficiale è la sfortunata spedizione dei fratelli Attilio ed Emilio Bandiera, un tentativo di insurrezione conclusosi con l'esecuzione da parte dei Borboni dei due giovani eroi nel Vallone di Rovito, vicino a Cosenza. Nel reggino, i moti insurrezionali della prima metà dell800, ebbero come epicentro la Locride. A capo di quella ribellione, Michele Bello, originario di Ardore, diventato popolare per avere messo a disposizione dei più bisognosi parte dei suoi beni. Al suo fianco, ardenti liberali come Domenico Salvadori, di Bianco; Gaetano Ruffo, di Ardore; Rocco Verduci e Pietro Mazzoni. Anche loro, con Michele Bello, formatisi culturalmente a Napoli, dove avevano studiato Giurisprudenza, furono catturati e fucilati il 1 ottobre del 1846 a Gerace. I loro corpi, in segno di disprezzo, gettati in una fossa comune. Criminalizzati dal potere dell'epoca, cancellati in fretta dalla storiografia ufficiale, i "Cinque Martiri di Gerace", ebbero il 'demerito' di introdurre in una società come quella calabrese in cui vigeva ancora un'organizzazione feudale, i semi germi di uno spirito moderno, il liberalismo, già fattosi largo nel resto del Paese e nel Continente europeo, ma che nella nostra terra tarderà ancora germogliare per diversi decennì. Il Consiglio regionale della Calabria, quindi, sarà chiamato a misurarsi con rinnovato vigore sull'applicazione dei principi federalisti per scongiurare un pericoloso avvitamento della società. Con animo aperto alla sfida, che andiamo dunque a festeggiare i 150 anni dell'Unità d'Italia ed il quarantennale dello Statuto della Calabria, mobilitando le migliori energie per reclamare adeguata attenzione e, soprattutto, risorse sufficienti per quella che può definirsi una "start up" politico-istituzionale di assoluta novità".

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