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    Barile (Field) “A rischio i fondi UE”

     

     

    Barile (Field) “A rischio i fondi UE”

    02 giu 11 "Nei giorni scorsi il sottosegretario alle infrastrutture Aurelio Misiti ha riproposto la questione delle grandi opere pubbliche come snodo essenziale per rilanciare le politiche dello sviluppo nel Mezzogiorno. Una puntualizzazione giusta che, però, va integrata con una considerazione: la condizione è esasperata da un significativo paradosso quanto mai oggi attuale: il Meridione rischia di perdere i contributi assegnati sui fondi strutturali". Lo afferma il Presidente di Field, Mimmo Barile. "Qualche cifra aiuta a rendere più chiaro lo stato dell'arte: 4,34% - prosegue Barile - è la percentuale dell'impegno del Por Fse Sicilia e 3,72% è lo stato dei pagamenti, la percentuale dell'impegno sale al 14,56% nel Por Fse Calabria (10,07% lo stato dei pagamenti), per arrivare alle cifre del Por Fse Campania 6,68% il livello di attuazione, 2,37% lo stato dei pagamenti effettuati. La media degli impegni (Po/Por Fse) si ferma sostanzialmente al 13,81% e quella dei pagamenti all'8,90%. Considerando che il 2013, anno di riferimento utile per l'attuazione degli interventi è pressoché vicino, la situazione è evidentemente drammatica. Il 73% delle risorse restituite perché non spese, finisce verso le altre regioni ad obiettivo 1 del Continente e il 27% restante a paesi che hanno sviluppato una know how significativo nella progettazione come la Spagna e la Gran Bretagna". "Secondo i dati dell'Ocse - sostiene ancora Barile - solo in Irlanda la crescita del Pil è stata superiore al 2,4% rispetto alla media continentale grazie all'utilizzo dell'85% delle risorse assegnate: una percentuale enorme, che non è neppure lontanamente paragonabile all'esiguità dell'impegno complessivo dei fondi nelle regioni meridionali. Emerge da questi dati un quadro disallineato: da una parte le regioni del Sud lanciano l'allarme della necessità di attuare importanti interventi di sviluppo locale, dall'altra i fondi stanziati a tale scopo presentano una percentuale significativamente bassa di utilizzo e attuazione". "C'é un'identità piena da recuperare - conclude Barile - sia rispetto alle infrastrutturazioni endogene del Sud, sia come porta di scambio verso il Mediterraneo, che riflette in se la politica, l'economia, un'idea diversa di società.La costruzione dei meccanismi di crescita attraverso forme semplificate e accessibili alle imprese può consentirci di effettuare un'operazione di riattivazione della stessa impalcatura costitutiva delle regole di mercato: lasciando alla società calabrese la possibilità di essere protagonista di una stagione all'insegna della modernità e della giustizia sociale".

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