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  Crotone e Vibo

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    Crisi: Crotone e Vibo tra le Province che rischiano di sparire. Enti locali sugli scudi

     

     

    Crisi: Crotone e Vibo tra le Province che rischiano di sparire. Enti locali sugli scudi

    12 ago 11 Molise innanzitutto, ma anche Toscana, Liguria e Sardegna: sarebbero queste alcune tra le regioni più penalizzate dal taglio delle province, sempre nel caso che le nuove norme fossero applicate anche dalle Regioni a statuto speciale. Se per il Molise sarebbe una vera Caporetto, visto che sono sotto i 300mila abitanti tutte e due le sue province, a pagare un conto salato sarebbe pure la Sardegna,dove su 8 province 6 cadrebbero sotto la scure della riforma (Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia Tempio e Oristano). Va male anche alla Toscana, che vedrebbe dimezzate le sue 10 province, visto che 5 rischiano di scomparire (Grosseto, Massa Carrara, Pistoia, Prato e Siena). Stessa sorte per il Piemonte, che da 8 passerebbe a 4 province, con la soppressione di Asti, Biella, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli. Mentre uno scenario ancora peggiore si prospetterebbe per la Liguria, che da 4 scenderebbe a una sola provincia, visto che a esclusione di Genova, tutte le altre sono sotto i 300mila abitanti. Dimezzamento in vista anche per le province del Friuli Venezia Giulia, dove il rischio cancellazione riguarda Gorizia e Trieste. E una provincia sola resterebbe in Umbria, (dove rischia di essere spazzata via Terni) e in Basilicata, visto che la scure si abbatterebbe su Matera. Appena meglio la situazione in Calabria (su 5 province, sarebbero cancellate quelle di Vibo Valentia e Crotone) e nella Marche dove sparirebbero 2 delle 5 province, Ascoli Piceno e Fermo.

    Le Province calabresi di Crotone e Vibo Valentia figurano nell'elenco delle Province che la manovra potrebbe far sparire pe ril grave taglio dei costi necessaio pe raffrontare la crisi. Questo l'elenco delle 36 province sotto i 300mila abitanti, comprese quelle delle regioni a statuto speciale, che rischiano di sparire in base alla norma contenuta nella bozza della manovra all'esame del Consiglio dei ministri. Accanto il numero degli abitanti, tra parentesi il partito del presidente della provincia: 19 (rpt 19) del Pd, 12 del Pdl, 4 della lega, e una di Mpa.

    Ascoli Piceno: 214.068 (Pdl)

    Asti: 221.687 (Pdl)

    Belluno: 213.474 (Lega)

    Benevento: 287.874 (Pd)

    Biella: 185.768 (Lega)

    Caltanissetta: 271.729 (Mpa)

    Campobasso: 231.086 (Pdl)

    Carbonia-Iglesias: 129.840 (Pd)

    Crotone: 174.605 (Pdl)

    Enna:172.485 (Pdl)

    Fermo:177.914 (Pd)

    Gorizia:142.407 (Pd)

    Grosseto:228.157 (Pd)

    Imperia:222.648 (Pdl)

    Isernia:88.694 (Pdl)

    La Spezia:223.516 (Pd)

    Lodi:227.655 (Lega)

    Massa Carrara: 203.901 (Pd)

    Matera:203.726 (Pd)

    Medio Campidano:102.409 (Pd)

    Nuoro:160.677 (Pd)

    Ogliastra:57.965 (Pd)

    Olbia Tempio: 157.859 (Pdl)

    Oristano: 166.244 (Pdl)

    Pistoia: 293.061 (Pd)

    Prato: 249.775 (Pd)

    Rieti: 160.467 (Pd)

    Rovigo: 247.884 (Pd)

    Savona: 287.906 (Pdl)

    Siena: 272.638 (Pd)

    Sondrio: 183.169 (Lega)

    Terni: 234.665 (Pd)

    Trieste: 236.556 (Pd)

    Verbano-Cusio-Ossola: 163.247 (Pdl)

    Vercelli: 179.562 (Pdl)

    Vibo Valentia: 166.560 (Pd)

    Enti locali sugli scudi. Sconcertante, iniqua e depressiva. Questi alcuni degli aggettivi usati da Regioni, Comuni e Province per commentare il nuovo pacchetto di tagli prospettato dal Governo oggi a Palazzo Chigi. Senza contare che per il governatore della Lombardia Roberto Formigoni le proposte dell'esecutivo mettono definitivamente una pietra tombale sul federalismo fiscale. L'idea del governo - prospettata oggi dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti di fronte a una nutrita rappresentanza di ministri e di esponenti delle Regioni, Comuni e Province - contempla un taglio di 6 miliardi per il 2012 e di 3 miliardi nel 2013. Che si traducono nello specifico in -1,7 miliardi ai Comuni, -0,7 alle Province, -1,6 alle Regioni a statuto ordinario e -2 a quelle a statuto speciale. Timori per la coesione sociale li esprime il presidente della Conferenza delle regioni Vasco Errani. "Chiediamo un cambio vero della Manovra per garantire maggiore qualità ed equità. Siamo fortemente preoccupati per la sanità, le politiche sociali, il trasporto pubblico locale e temiamo - ha detto in una nota - per la coesione sociale del Paese". Decisamente deluso Roberto Formigoni, che guidava la delegazione delle Regioni: "siamo alla terza manovra e già quella del 2010 pesava molto sulle Regioni", ha spiegato in conferenza stampa a Palazzo Chigi. "I tagli previsti nel luglio 2011 pesano per il 50% sulle Regioni e a loro volta queste pesano sulla spesa totale solo per il 16%". Questa terza manovra, ha annunciato, "causa la scomparsa definitiva del federalismo fiscale". In termini propositivi, ha aggiunto, le Regioni hanno sottoposto al governo "idee ragionevoli", come la revisione del patto di stabilità, che costringe ad esempio la Lombardia a tenere inutilizzati 4,5 miliardi di euro, "frutto del buongoverno della Regione". Ma anche un aumento dell'Iva, l'aumento dell'età pensionabile e un contributo di solidarietà". Tranchant anche il giudizio del presidente della Toscana Enrico Rossi: "i tagli che ci sono stati prospettati sono il prodotto degli errori del Governo", ha commentato all'uscita da Palazzo Chigi. "E vedrete - ha aggiunto - colpiranno ancora la spesa sociale, i servizi e l'educazione. La sanità è rimasta fuori solo perché è già stata oggetto di attacchi pesanti con l'introduzione dei ticket". Giudizi meno pesanti dal governatore del Veneto Luca Zaia, per il quale in una manovra da 25 miliardi saranno a carico degli enti locali 6,5 miliardi, di cui 1,6 a carico delle Regioni. Un invito al senso di responsabilità l'ha espresso il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, a detta del quale "anche noi presidenti di Regioni non possiamo sottrarci". Pollice verso anche dai Comuni, nonostante il vicepresidente dell'Anci e sindaco di Roma Gianni Alemanno abbia puntualizzato di aver visto il premier "perplesso, per cui credo, anzi auspico, che la partita non sia ancora finita". Ma al di là di questa speranza anche il primo cittadino della Capitale non ha lesinato critiche al Governo. Invitando anzi l'Anci a mobilitarsi visto che "i tagli attaccano soltanto il fronte sociale". Senza appello il giudizio di Graziano Delrio, responsabile finanza locale dell'Anci e sindaco di Reggio Emilia: "é una mazzata finale sui servizi ai cittadini" e addirittura sul Patto di stabilità la Manovra prevede "un inasprimento che deprimerà ulteriormente gli investimenti". Semaforo rosso anche da parte delle Province, con il presidente dell'Upi Giuseppe Castiglione che ha parlato apertamente di "manovra iniqua, che incide sul federalismo fiscale e non guarda alla ripresa".

    Il Friuli Venezia Giulia ha autonomia legislativa sull'ordinamento degli Enti locali e quindi sulle Province. "Noi - ha spiegato il presidente, Renzo Tondo (Pdl) - possiamo ordinarle diversamente ma non sopprimerle", e ha aggiunto che la loro integrazione "é una strada da percorrere". Tondo ha quindi detto che il limite di 300 mila abitanti sotto il quale procedere all'accorpamento delle Province "é un buon inizio"

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