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    Censore (PD) "Lobby di potere impediscono crescita partito"

     

     

    Censore (PD) "Lobby di potere impediscono crescita partito"

    06 mag 10 “In Calabria ci sono gruppi e lobbies di potere consolidate, interne ed esterne, che finora hanno impedito e continuano ad impedire la nascita del Pd”. Così, in una nota, il Consigliere regionale del Pd, Brunello Censore. “Evidentemente -aggiunge- la nascita di questo nuovo partito dà fastidio a quanti, per un ventennio, hanno fatto il bello ed il cattivo tempo nella politica regionale calabrese, costellata di delusioni ed insuccessi, bloccata e mortificata da un sistema di potere che in questi anni ha garantito solo i potentati di turno, determinando povertà e sottosviluppo e negando, di fatto, la nascita di una nuova classe dirigente. Dar vita al Pd oggi significa prendere atto dei fallimenti e dei ritardi che ci hanno portato alla grave sconfitta del 28 e 29 marzo scorsi e chiudere definitivamente la stagione dei tatticismi e delle complicità trasversali, mettendo da parte i protagonisti di una politica preoccupata solo dell’autoconservazione di se stessa e della difesa di piccoli e grandi interessi personali. Occorre prendere atto con coraggio che un lungo ciclo politico si è concluso e dare vita ad una nuova stagione, ad una nuova primavera della politica di cui siano realmente protagonisti quanti hanno idee e progetti per contribuire, con generosità e sacrificio, al risveglio e alla rinascita della nostra terra. Lavoro, sviluppo, innovazione, progresso e legalità dovranno essere le parole d’ordine che dovranno segnare e guidare questo nuovo percorso. E’ finito il tempo dei discorsi e delle scaramucce. Ora bisogna passare ai fatti e parlare direttamente alla gente e con la gente, facendo finalmente pulizia e chiarezza al nostro interno ed assumendo decisioni difficili ma necessarie. Chi ha sbagliato nelle scelte di questi ultimi anni, chi ha frenato il Pd consentendo la nascita del Pdm, chi ha lavorato senza sosta per delegittimare il profilo dell’intero esecutivo regionale, chi ha sottoscritto vergognosi patti di potere per garantirsi la quarta o la quinta ricandidatura ora deve mettersi da parte, consentendo ad altri di lavorare per la ricostruzione di un partito che non è mai nato. Il segretario Bersani e l’intero gruppo dirigente nazionale del partito non possono più stare a guardare che un patrimonio di storia, di lotte e di idee si consumi nel tritacarne di un dibattito asfittico e strumentale, i cui maggiori protagonisti sono solo preoccupati di difendere con cinismo un sistema di potere miope ed autoreferenziale da cui da tempo i cittadini-elettori hanno preso le distanze e che è la causa principale della drammatica sconfitta registrata nel corso della recente tornata elettorale regionale”.

     

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