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    Callipo "Ci vuole coraggio a festeggiare 40 anni di fallimenti"

     

     

    Callipo "Ci vuole coraggio a festeggiare 40 anni di fallimenti"

    13 lug 10 “Davvero non si capisce cosa ci sia da festeggiare per il quarantennale della Regione Calabria. Fossimo in Emilia Romagna o in Puglia avrebbe un senso, ma in Calabria, a festeggiare una ricorrenza piena di fallimenti, ci vuole coraggio... Un popolo, quello di Reggio, è dovuto insorgere quaranta anni fa, per farsi ascoltare dallo Stato che, poi, ha disatteso ogni promessa. E il compromesso Colombo, che ha spezzato la Regione in due città distanti rendendola di per sé improduttiva, è stato semplicemente orribile. A Reggio bisognava insediare tutta la Regione, se si voleva farla funzionare, oppure bisognava farla nascere nell’area baricentrica della Calabria. Invece la Regione è nata già col crisma del clientelismo e dell’assistenzialismo, senza alcun intento di rendere un servizio alle nostre popolazioni che, in tutti questi anni, si sono dovute arrangiare, mentre la Regione è servita soltanto alla politica. Questa è l’amara verità con cui la classe politica ed i calabresi dovrebbero fare i conti. D’altronde tutti gli obiettivi per cui la Regione è nata sono stati mancati. Oggi può festeggiare solo chi, grazie alla Regione, ha avuto carriere profumatamente pagate e, visti i pessimi risultati, immeritate. Inoltre, i festeggiamenti di una ricorrenza come questa, proprio oggi che la Calabria è sola nel Paese e il Governo ci tartassa mentre dirotta risorse fondamentali altrove, sembra una beffa! Chi tira la carretta in questa sfortunata terra, anche per creare ricchezza generale, è lasciato solo. Non abbiamo infrastrutture dignitose, l’autostrada è un colabrodo, il porto di Gioia Tauro a rischio, l’assistenza alle imprese ridotta ai minimi termini e l’utilizzazione dei fondi comunitari, da parte della Regione, rappresenta l’ennesima opportunità sciupata. Così quaranta anni di Regione hanno ridotto la Calabria. Se ci fosse coscienza nelle classi politiche che si sono succedute alla guida della Regione, dovrebbero chiedere scusa ai calabresi e sperare che i calabresi, soprattutto quelli che per sbarcare il lunario sono dovuti emigrare in massa, siano disposti ad accettare le scuse. Sulla disunità delle nostre città la peggiore classe politica d’Europa ha speculato e profittato. Dal Presidente Scopelliti ci si aspetterebbe almeno due o tre segnali forti nei campi fondamentali dell’economia e dello sviluppo, ma l’impressione è che, ancora una volta, i calabresi rimarranno delusi e i loro figli costretti a cercarsi un lavoro qualsiasi altrove”.

     

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