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    Genereazione Italia contro la riconversione a Carbone della Centrale di Rossano

     

     

    Genereazione Italia contro la riconversione a Carbone della Centrale di Rossano. Interrogazione della Napoli

    22 giu 10 L’on. Angela NAPOLI (PDL) ha presentato questa mattina un interrogazione parlamentare a risposta scritta, quale impegno assunto dall’Assemblea Regionale di GenerazioneItalia Calabria, svoltasi domenica 20 giugno 2010, dopo l’approvazione di un ordine del giorno recante la manifesta contrarietà al progetto di riconversione a carbone della Centrale ENEL di Rossano (CS).

    Questo il testo dell'interrogazione dell'on. Angela Napoli

    Al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare , della salute, del lavoro e delle politiche sociali, delle attività produttive e della giustizia – per sapere – premesso che:

    • Il territorio della Sibaritide rappresenta uno dei più ricchi della Calabria ed è fonte di turismo, agricoltura, pesca e commercio;
    • l’Enel, in modo unilaterale, ha presentato un Progetto Integrato, impropriamente denominato “Policombustibile”, di riconversione della propria centrale di Rossano (CS), prevalentemente a carbone (94%);
    • la nuova tecnologia a carbone cd. “pulito”, riduce solo in parte le particelle fini ma non incide sulle emissioni delle polveri ulltrafini, che rappresentano la causa più importante di incremento della mortalità e della morbilità;
    • il carbone è una delle forme più importanti d’inquinamento da mercurio;
    • il processo di combustione del carbone produce, soprattutto nelle fasi di avviamento e di spegnimento dei gruppi termici, ben 67 elementi tossici inquinanti, tra cui i ben noti metalli pesanti che causano nell’uomo gravi e mortali patologie mediche;
    • inoltre il carbone rappresenta oggi il maggiore pericolo per la lotta ai cambiamenti climatici;
    • le centrali a carbone rischiano quindi di non collimare con i contenuti del protocollo di Kyoto ed anche degli impegni che l’Unione Europea ha assunto per il 2020 con l’approvazione del pacchetto “Energia e clima” e che sono stati ribaditi alla Conferenza di Copenaghen dello scorso dicembre;
    • se, infatti, dovessero entrare in funzione tutti i progetti avviati e ormai conclusi (Civitavecchia), quelli autorizzati a tutt’oggi (Fiumesanto, Vado Ligure e Porto Tolle) o quelli ipotizzati (Saline Joniche e Rossano Calabro), a regime si produrrebbero in più circa 39 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, nel mentre l’Italia dovrebbe ridurre le sue emissioni di gas serra di 60 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2020, proprio secondo gli impegni assunti in sede europea;
    • tra l’altro la improvvida scelta dell’ENEL, non prende in considerazione le energie alternative, che hanno già oggi costi complessivi molto minori del carbone e vantaggi ambientali per tutti;
    • nel SIA ENEL manca una seria analisi dell’impatto sanitario sulle popolazioni e sugli ecosistemi;
    • l’analisi fornita dall’ENEL non computa i costi socio – economici fortemente connotato da attività agricole di pregio (Distretto Agricolo di Qualità, istituito dalla Regione Calabria) e da attività turistico – alberghiere e di pesca;
    • il carbone, che peraltro non rappresenta la futura tecnologia necessaria, metterebbe quindi un’ipoteca definitiva sullo sviluppo agro – turistico e culturale della Sibaritide, importante area strategica della Calabria;
    • l’occupazione dei citati settori, già oggi stimabile in circa 35.000 unità, e che è suscettibile di crescita, verrebbe messa in discussione da un impianto industriale di circa 100 unità stabili, più un indotto di un centinaio di addetti;
    • senza sottovalutare che gli investimenti del tipo proposti dall’ENEL per la centrale di Rossano, oltre a non portare alcuno sviluppo locale e regionale, rappresenterebbero un ghiotto boccone per la ‘ndrangheta le cui cosche locali, tutt’altro che inermi, sono da sempre state censite da DNA, DIA, DDA e Commissioni Parlamentari Antimafia;
    • ed ancora non si può dimenticare che la Calabria produce molta più energia di quella che si consuma, nonostante ciò nel triennio 2009 – 2012 è previsto un incremento di potenza pari ad altri 1.600 MWe  (800 da interventi già avviati) da centrali termiche, ed entro il 2013 si prevede la messa in funzione di centrali eoliche che produrranno circa altri 1.600 MWe;
    • la costruzione della centrale a carbone proposta dall’ENEL a Rossano è senza dubbio una scelta imposta dall’alto, considerata la non condivisione di tutti gli Enti locali e provinciale del territorio, nonché la contrarietà espressa, con forza e valide motivazioni, dall’ANCI, dalle Associazioni ambientaliste e produttive e dalle Organizzazioni Sindacali;
    • addirittura l’ENEL, che ha avviato il procedimento di approvazione del Progetto in questione ai sensi della Legge n. 102/2009, non ha preso in considerazione il vigente Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) della Calabria, approvato con la legge n. 315 del 14 febbraio 2005, che, tra l’altro, dispone: “…è vietato, su tutto il territorio regionale calabrese, l’utilizzo del carbone per alimentare centrali per la produzione di energia elettrica”;
    • e la stessa Regione Calabria, anche oggi non può che avvalersi dell’esistente e richiamato Piano Energetico Ambientale Regionale, visto la nuova Amministrazione Regionale, e specificatamente il Dipartimento 5 – Attività Produttive, in data 22 maggio 2010, ossia in corso di procedura già avviata dall’ENEL, ha avviato la “Procedura aperta per l’affidamento del servizio di aggiornamento del PEAR” mediante apposito bando;
    • appare, pertanto, evidente che anche tale situazione si ribalta sulla procedura in atto e  dovrebbe comportare il ritiro del Progetto e la sua eventuale riproposizione ai sensi del PEAR Calabrese rinnovato;
    • si aggiunge, infine, la sentenza n. 215 pronunciata dalla Corte Costituzionale in data 11 maggio 2010 e depositata il 17 giugno 2010, con la quale viene dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’articolo 4, commi 1, 2, 3, e 4, del decreto – legge 1° luglio 2009, n. 78 , convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, nel testo risultante dalla modifiche  introdotte  dall’articolo 1, comma 1,lettera a) , del decreto – legge anticrisi, n. 78 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 ottobre 2009, n. 141;
    • con tale sentenza l’ENEL non potrà tenere in considerazione la volontà degli Enti locali regionali calabresi in merito al progetto di riconversione della propria centrale di Rossano:
    • se il ministro dell’ambiente non ritenga necessario ed urgente negare l’autorizzazione al progetto di riconversione della propria centrale ENEL di Rossano;
    • quali le posizioni del Governo nazionale rispetto alla nascita o alla riconversione di centrali a carbone;
    • quali urgenti iniziative intendano assumere al fine di impedire lo scempio ambientale e tutelare la salute dei cittadini, rispetto al progetto di riconversione della centrale ENEL di Rossano Calabro.

     

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