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Notizie di Politica

 

Callipo “In Calabria manca politica di difesa del suolo”

14 feb 10 “Le piogge intense mandano a catafascio la Calabria, uccidono, feriscono e arrecano disagi enormi. Siamo alle solite: all’abbandono delle aree depresse del Mezzogiorno che in questi giorni di maltempo diventa più drammatico”. Così Pippo Callipo candidato alla Presidenza della Regione. “Questo Paese –aggiunge- è paradossale, da un lato il Governo blatera su opere faraoniche ma non mette in sicurezza l’autostrada Sa/Rc, annuncia Banche al Sud ma non ha una politica contro il rischio idrogeologico di cui si parla solo dinanzi alle tragedie. Crolla la Calabria nell’indifferenza di tutti, forse perché “chi governa e chi comanda ha costruito fortune sulle catastrofi naturali e sulle disgrazie della gente”. Sembra una frase ovvia, ma è purtroppo la sintesi di più osservazioni puntuali. Quanti miliardi e denunce nel corso dei decenni, parole al vento! Le risorse finanziarie, che pure non sono mancate, non riescono mai ad alimentare alcun circuito virtuoso e il territorio, anziché essere considerato bene pubblico da difendere a tutti i costi, è offeso, deturpato e occupato abusivamente in assenza di Autorità nazionali e regionali in grado di far rispettare le leggi e incentivare l’equilibrio urbanistico delle aree interne. Non c’è alcuna capacità, ancora, di dare corso a strategie di difesa della montagna e delle coste. Cosi assistiamo alla desertificazione sociale dei paesi dell’entroterra, dove nessuna politica fino ad ora è stata capace di valorizzare la ricchezza naturale e storico - culturale, e all’erosione delle coste, dove i litorali sono pregiudicati da cementificazione selvaggia e illegalità. E’ osservando senza pregiudizi quanto accade in questi giorni che si coglie, assieme alla fragilità del territorio, l’irresponsabilità della politica che negli anni non ha mosso un dito per impedire la rapina dell’ambiente e ha lasciato fare per interessi diretti o clientelari. Le cronache dei disastri ambientali hanno tutte molti punti in comune, ma lasciano tutte, specie se l’occhio osserva la decadenza delle zone interne della regione, intuire la responsabilità di chi avrebbe dovuto intervenire e invece si è girato dall’altra parte. La Calabria è a rischio geologico e a forte rischio sismico, ma tra una catastrofe e l’altra, nulla è cambiato. La prevenzione è inesistente, benché oggi si sia in grado di fare, con ampio lasso di tempo, previsioni puntuali sulle intemperie, compreso l’andamento delle piogge. Il dramma è che si sa tutto, ma si è come impotenti ad agire e quando i soldi ci sono si è incapaci di spenderli. O quando si spendono, si ubbidisce a logiche parziali, si spezzetta, per interessi localistici e clientelari, il finanziamento, si seguono logiche particolari e ci si dimentica dell’interesse generale, dando libero sfogo agli appetiti dei peggiori calabresi. Occorrerebbe, finalmente, poter avere una Regione autorevole, che anzitutto chieda conto a tutti gli amministratori locali di come siano stati spesi i soldi avuti per la difesa del suolo, che fine abbiano fatto sussidi e fondi elargiti per le calamità nel corso degli anni. Occorrerebbe una politica regionale complessiva per il territorio con una visione d’insieme delle diverse problematiche aperte. Una Regione autorevole che ficchi il naso, assieme alle altre autorità competenti, in tutte le aree della Calabria per sanzionare lo sventramento delle montagne, l’inquinamento dei fiumi, la chiusura delle vie naturali delle acque. Temo però che, nonostante sia urgente un intervento rigoroso di sanatoria ambientale e di razionalizzazione delle risorse, oggi, forse, anche per le menti più oneste questa azione sia davvero difficile, perché nel frattempo il territorio e le sue ricchezze sono stati sottratti alla fruizione dei cittadini, degli imprenditori sani, delle associazioni, e consegnati in buona parte nelle mani della mafia, del malaffare, di speculatori avidi che hanno dirottato nei loro conti in banca ingenti fondi comunitari la cui destinazione era ben altra.

Talarico (Idv) “No alle nomine della sanità per usi elettorali”

14 feb 10 “Questa volta non è De Magistris, né IDV, né il solito manipolo di incalliti giustizialisti a sollevare il problema dell’uso clientelare del potere nella nostra Regione, bensì un mite e responsabile esponente del PD, qual è l’on. Francesco Amendola, che, proprio a partire da una critica durissima a quello che definisce “il sistema Loiero”, ha deciso di non dare la sua disponibilità a candidarsi alle prossime elezioni regionali. Amendola solleva un caso che, a parte il significato politico nell’attuale temperie, può essere benissimo considerato come il fondamento di una notizia criminis”. Così afferma in una dichiarazione il consigliere regionale Domenico Talarico di Italia dei Valori. “Cos’è –aggiunge Talarico- , se non una notizia di reato, il fatto che un funzionario dell’Arpacal si sarebbe distinto per “lo svolgimento di un concorso per alcune centinaia di posti di lavoro assegnati in maniera clientelare, avendo partecipato in prima persona anche alle commissioni giudicatrici”? E che dire del fatto che la nomina del dott. De Sensi alla direzione dell’ASP di Catanzaro dovrebbe essere letta come un’iniziativa che “dovrebbe portare al controllo totale dell’Azienda sanitaria a fini elettorali”? Si rimane certamente interdetti di fronte ad una simile denuncia, coraggiosa quanto indicativa del livello di perversione che contraddistingue la gestione del potere nella nostra Regione. La cosa assume poi un significato ancor più grave se si considera che l’operazione ha come teatro la sanità. Proprio quel settore che, nella nostra Regione, costituisce il simbolo per eccellenza dei disastri della malapolitica. Così, mentre per il 23 febbraio la Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori sanitari ha disposto l’audizione del Direttore generale del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche sanitarie della Regione Calabria, per fare luce sulle responsabilità in ordine alla morte di Federica Monteleone, caso eclatante di malasanità balzato agli onori della cronaca nazionale, alle nostre latitudini si pensa ancora bene di utilizzare la sanità a fini biecamente elettorali. Questi fatti, peraltro già noti nella loro sistemica perduranza, non possono che suffragare con maggior forza l’esigenza di un profondo cambiamento degli stili, dei costumi, delle convenzioni, delle pratiche della politica calabrese. Noi siamo in campo per questo”.

Tallini "Loiero metta webcam in ospedale a Catanzaro"

14 feb 10 ''Grande idea, quella del presidente Loiero, di installare una webcam sul cantiere della cittadella regionale''. Lo afferma in una nota il consigliere regionale Domenico Tallini. ''Nei prossimi giorni, spiegheremo meglio agli elettori - aggiunge - quali ritardi, quali intrecci, quali contenziosi e quali incongruenze si celano dietro quel cantiere. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: sara' Giuseppe Scopelliti a completare ed inaugurare l'opera, con notevoli elementi migliorativi rispetto all'attuale progetto. Ma non e' questo il punto che vogliano sottolineare. Io chiedo al presidente Loiero di installare una webcam, ma ne occorrerebbero almeno cento, anche all'interno dell'ospedale regionale ''Pugliese'', in modo che tutti i cittadini catanzaresi e calabresi possano rendersi conto dello stato in cui il manager di fiducia del presidente ha ridotto quello che un tempo fu il piu' grande e importante ospedale della Calabria''. ''Con una webcam - prosegue Tallini - si potranno vedere in tempo reale reparti che non funzionano, lavori infiniti di manutenzione, gente estranea che entra ed esce dalle corsie (vedi inchiesta di Panorama), file interminabili per ottenere un ticket, una visita medica, un accertamento diagnostico. Una webcam in tutti gli ospedali della Calabria, ospedali che la malasanita' della giunta Loiero ha ridotto sull'orlo del fallimento''

Marchese e De Morelli (Radicali) “Queste non sono elezioni democratiche”.

14 feb 10 “Se oggi avessimo avuto la disponibilità degli autenticatori, saremmo stati nelle piazze a raccogliere le firme necessarie per la presentazione della lista Bonino – Pannella alle prossime elezioni regionali; anche con l’inclemenza del tempo avremmo trovato un portico, dove ripararci, piuttosto che fatto una raccolta di firme itinerante”. E’ quanto dichiarano Marco Marchese, Segretario di Calabria Radicale e Saverio De Morelli, membro del comitato nazionale di Radicali Italiani a proposito delle elezioni regionali. “Queste –affermano- non sono elezioni democratiche perché l’indisponibilità, salvo rare e meritevoli eccezioni, degli autenticatori è atto si legale ma espresso di proposito per impedire che la lista Bonino – Pannella possa essere presente col proprio simbolo sulla scheda elettorale. Siamo pronti a scommettere che il 28 e 29 marzo troveremo stampate nei seggi una sfilza di liste che a norma di legge devono raccogliere le firme dei sottoscrittori a pena di esclusione, come fanno Costoro? Possibile che gli autenticatori sono disponibili con tutti tranne che con noi? Qui ci sono molte cose che non vanno e probabilmente molte notizie di reato. La lista Bonino – Pannella ha scelto la strada, non ora, ma già da oltre mezzo secolo, della legalità e mantiene fede a questo principio anche nelle cose quotidiane, anche in quelle di cui gli altri dicono “ma così fan tutti” piuttosto che “il fine giustifica i mezzi” e quindi anche nelle operazioni di presentazione delle liste che prevedono la raccolta delle firme di almeno 6.500 sottoscrittori distribuiti omogeneamente in tutte e cinque le province calabresi. Chi sono, però, gli autenticatori? La legge affida il compito di verificare l’identità e la veridicità delle firme apposta sulle liste elettorali a: consiglieri e assessori comunali e provinciali, sindaci e altre figure istituzionali, più altri come funzionari incaricati e cancellieri dei Tribunali che possono svolgere quest’attività solo se autorizzati e come mera attività di volontariato. Bene: due settimane fa abbiamo raggiunto via fax tutti i comuni calabresi con uno scritto rivolto a Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali, parliamo di 8.500 persone, complessivamente molte di più delle firme necessarie per la presentazione delle liste, gli abbiamo scritto per chiedere loro la disponibilità ad autenticare le firme, non ha risposto nessuno. Questa la situazione e questi i fatti. Si aggiunge la scarsità d’informazione sull’importante procedura che coinvolge decine di migliaia di persone nella nostra regione; ci saranno sulla scheda elettorale, al netto di quelle che godono le esenzioni, non meno di dieci liste assoggettate all’obbligo della raccolta delle firme, ciò significa che non meno di 70.000 persone, in una regione relativamente piccola come la nostra, sono coinvolti in quest’adempimento anche perché si può firmare solo una lista. Ciò, siamo convinti, meriti uno spazio informativo adeguato che permetterebbe ai cittadini di praticare l’Einaudiano “conoscere per deliberare”. E’ possibile firmare le liste presso tutti i Comuni, anche questo merita di essere saputo, e con la speranza che i funzionari addetti abbiano almeno scaricato dal nostro sito internet e messo a disposizione i moduli. La presenza però fra la gente nelle strade, nelle piazze, di cui siamo privati, non ci permette di essere sicuri che il quorum delle firme sarà raggiunto perché senza informazioni adeguate quanti e chi è disposto a recarsi presso i Comuni?"

Corbelli chiede di annullare le elezioni

14 feb 10 Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, in una nota chiede al Ministro degli Interni, Roberto Maroni, di "sospendere e annullare il decreto di indizione delle Elezioni regionali, firmato dal Prefetto di Catanzaro l'8 febbraio scorso perché manca il chiarimento sulla ripartizione dei seggi del listino". "L'Assemblea che sarà eletta il 28 e 29 marzo prossimi - aggiunge - sarebbe di fatto imperfetta: 40 consiglieri su 50, quelli eletti cioé, con il sistema proporzionale, nelle cinque circoscrizioni provinciali, secondo la vecchia ripartizione territoriale per il numero di abitanti, così come si evince chiaramente dallo stesso decreto di indizione delle Elezioni del Commissario di Governo; nessun riferimento viene invece fatto in questo medesimo decreto ai cinque o nove seggi dell'ex listino da eleggere con il sistema maggioritario". "Senza il chiarimento - prosegue Corbelli - del meccanismo di ripartizione dei seggi dell'ex listino le elezioni non possono svolgersi, per evitare che vengano poi invalidate. Per questo il Ministro degli Interni deve sospendere e annullare il decreto di indizione delle elezioni regionali in Calabria e chiedere l'indispensabile chiarimento legislativo (del Consiglio regionale) sul meccanismo di riparto dei seggi dell'ex listino. Atto questo che avevamo chiesto nei giorni scorsi al Prefetto di Catanzaro, ma che non è stato sino ad oggi ancora fatto".

 

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