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Ciconte “Pari dignità per oncoematologia al Ciaccio”

 

Ciconte “Pari dignità per oncoematologia al Ciaccio”

12 apr 10 ''La recente decisione della Giunta regionale in ordine alla rimodulazione del programma di realizzazione del nuovo ospedale di Catanzaro mi ha colto di sorpresa e mi stimola alcune riflessioni in ordine alla prospettata unificazione delle attivita' onco-ematologiche dell'Ospedale Ciaccio-De Lellis e della Fondazione Campanella''. E' quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale Vincenzo Ciconte. ''Intanto al di la' dello stretto merito - prosegue Ciconte - va rilevato il mancato coinvolgimento di tutte le istanze politiche, sociali e professionali del territorio che ha creato un momento di grande incertezza.Il Dipartimento onco-ematologico dell'Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio rappresenta infatti un insostituibile patrimonio culturale, professionale, scientifico e sociale che in quarant'anni ha dato lustro e servizi all'area di Catanzaro e all'intera Calabria. Tanto piu' da quando, con un grande investimento in termini di risorse finanziarie, umane e tecnologiche, al Dipartimento oncoematologico e' stata data una sede e una condizione logistica di eccellenza all'interno dell'Ospedale Ciaccio-De Lellis, che ha consentito di assicurare servizi ancor piu' efficaci e che e' stata largamente apprezzata non solo dai cittadini-utenti, ma anche dai tanti visitatori tecnici e politici che l'hanno considerata una struttura forse unica nell'intero meridione d'Italia''. ''Orbene - prosegue Ciconte - l'ipotizzata costituzione di un Irccs pubblico, attraverso la prospettata concentrazione dei reparti onco-ematologici dell'AO Pugliese-Ciaccio e del polo col relativo personale, presso la sede della Fondazione Campanella (all'interno del Campus Universitario), va modulata con la piu' larga partecipazione di tutti i soggetti interessati. Inoltre tale 'concentrazione' dei reparti e del personale deve necessariamente avvenire secondo un principio di pari dignita' tra le strutture ed i professionisti che operano al loro interno, individuando modalita' attuative chiare ed inequivoche, che valorizzino le competenze clinico-assistenziali, didattiche e di ricerca oggi esistenti. In particolare, tale pari dignita' va realizzata attraverso la partecipazione dell'AO 'Pugliese-Ciaccio' all'ipotizzato Irccs pubblico, e al cui personale, deve essere garantito il mantenimento dell'attuale status giuridico ed economico fino all'effettivo riconoscimento delle Fondazione in Irccs''. ''Infine, ogni soluzione organizzativa - sostiene ancora Ciconte - deve comunque prevedere la permanente destinazione dell'Ospedale Ciaccio-De Lellis ad attivita' sanitarie, escludendone la dismissione, al fine di evitare la vanificazione dei rilevantissimi investimenti edilizi e tecnologici effettuati e di mantenere all'interno della citta' un presidio che ha costituito da sempre un punto di riferimento per l'intera sanita' calabrese. In quest'ottica va valutata la possibilita' di unificare le attivita' assistenziali del prospettato Irccs pubblico nell'Ospedale Ciaccio-De Lellis, destinando alle attivita' di ricerca gli spazi che l'Universita' riterra' di rendere disponibili. Su questi temi e' comunque indispensabile la formulazione di un programma chiaro e ben definito, da predisporre attraverso l'effettivo coinvolgimento delle istituzioni locali, delle istanze territoriali e, soprattutto, delle forze professionali che saranno chiamate ad attuare il nuovo modello organizzativo, quale che sia ma tuttavia in modo che modelli organizzativi integrati con i servizi essenziali di supporto, come quello del Ciaccio-De Lellis, frutto di un lungo percorso di riflessione e di azione, non venga superato ma rappresenti invece un punto di riferimento per lo sviluppo di una nuova sanita' in Calabria''. ''Tutto cio' affinche' non si corra il rischio - conclude Ciconte - di privare Catanzaro e la Calabria di una delle poche strutture sanitarie che ha dato e continua a dare risposte concrete alle necessita' di tutti quei cittadini che non possono o non vogliono ricorrere sempre e comunque all'emigrazione sanitaria''

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