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Ru486 solo in ospedale
Scopelliti contrario alla pillola abortiva Ru486 "Solo in ospedale". La situazione in Italia 01 apr 10 “L’unica ipotesi percorribile per la somministrazione della pillola abortiva è quella dell’ospedale”. E' questa l’opinione del presidente eletto della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, del Pdl. “Su questa materia - aggiunge Scopelliti - la penso esattamente allo stesso modo del presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota. Sono convinto che solo in ospedale possa essere seguito il percorso per l’utilizzo della pillola abortiva. Per il resto sono contrario a qualsiasi altra forma di somministrazione. È un’opinione che avevo già espresso durante la campagna elettorale e che, a maggior ragione, ribadisco adesso dopo la mia elezione”. “Totale chiusura da parte mia, dunque - dice ancora Scopelliti - in merito ad altre forme di distribuzione della pillola abortiva e non cambierò assolutamente opinione su tale materia durante il mio mandato”. La situazione in Italia. Le Regioni non sono tutte allineate sull'uso della pillola abortiva Ru486, ne' sulle modalita' di somministrazione (se in day hospital o in regime di ricovero ospedaliero di almeno tre giorni), ne' sulla tempistica e sull'iter che accompagna l'utilizzo di questo farmaco. Alcune hanno deliberato una propria norma in materia, altre stanno sperimentando il farmaco, altre ancora stanno aspettando di vedere le linee guida del ministero. E alcune, nei mesi scorsi, con le elezioni alle porte hanno preferito aspettare il voto e lasciare alle future giunte e consigli il compito di lavorare su questo tema. In generale, le regioni di centrodestra appaiono piu' chiuse rispetto all'adozione del farmaco, mentre quelle di centrosinitra sembrano piu' flessibili. Ecco la situazione al momento. VALLE D'AOSTA - Sono allo studio modalita' di somministrazione con tutte le precauzioni per proteggere la donna. Lo dichiara l'assessore regionale alla Sanita', Albert Laniece, specificando che l'orientamento e' verso il ricovero ospedaliero e che le Regioni non possono bloccare la commercializzazione della pillola abortiva Ru486, visto che il farmaco e' validato dall'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco. P.A. TRENTO - Ha emanato una normativa che prevede la somministrazione in day hospital. PIEMONTE - Ha optato per la somministrazione in day hospital, con monitoraggio della donna, anche al di fuori dell'ospedale, per l'arco di tempo necessario all'aborto. Ora il neo governatore Roberto Cota ha annunciato che fara' ''di tutto per contrastane l'impiego''. LOMBARDIA - Ha emanato disposizionI per la somministrazione in regime di ricovero ospedaliero ordinario. In diverse occasioni il presidente Formigoni, appena rieletto, si e' espresso per la difesa del diritto alla vita e della donna nel rispetto della legge 194, mentre ''Ru486 va invece nella direzione opposta perche' scarica sulla donna tutto il peso psicologico e fisico di una esperienza traumatica''. VENETO - Ha emanato una disposizione che prevede la somministrazione di ricovero ospedaliero ordinario. Oggi Luca Zaia, appena eletto presidente della Regione, si e' dichiarato contrario a questo farmaco e ha affermato ''studier… le modalita' '' per far valere questa posizione. EMILIA ROMAGNA - La regione ha optato per il day hospital, con un apposito protocollo per monitorare la donna, anche al di fuori dell'ospedale, per l'arco di tempo necessario all'aborto. TOSCANA - Ha deciso per il ricovero ordinario. Il neo presidente, Rossi, ha polemizzato fin da ieri con Cota, definendo ''stupidaggini'' le sue posizioni. La Toscana ha ''potenziato i consultori e formato oltre 500 operatori'' e coordina il progetto nazionale per la prevenzione delle Ivg, le interruzioni volontarie di gravidanza, fra le donne straniere''. UMBRIA - La Regione non ha ancora una normativa. Nel neo governatrice, Catiuscia Marini, Pd, non e' entrata in argomento in quest'occasione. Ma poche settimane prima dell'elezione aveva detto: ''Saro' molto ferma: si' alla RU486 con il vaglio medico-scientifico, a cui spetta stabilire se vada somministrata in day hospital o in degenza ospedaliera''. LAZIO - Mancano ancora delle disposizioni. Ma quelle che verranno assunte prevederanno il ricovero in regime ospedaliero, come ha assicurato la nuova governatrice Renata Polverini, spiegando che la Ru486 ''seguira' lo stesso percorso dell'aborto chirurgico, quindi sara' somministrata in ospedale''. CAMPANIA - Non c'e' una normativa regionale di riferimento. Oggi il neo presidente Caldoro si e' detto sulla stessa linea di Cota e ha prospettato che ''la RU486 debba essere prevista in regime di ricovero ospedaliero''. BASILICATA - Non ci sono disposizioni. Se ne occupera' il nuovo Consiglio regionale, che si insediera' nelle prossime settimane, ha fatto sapere il governatore rieletto De Filippo. PUGLIA - La Regione ha avviato la sperimentazione nel Policlinico di Bari e nell'ospedale Vito Fazzi di Lecce e ne attendera' l'esito per adottare le linee guida che saranno delineate con un apposito provvedimento di giunta. CALABRIA - Manca una normativa. Oggi il neo presidente Scopelliti ha affermato che ''l'unica ipotesi percorribile per la somministrazione della pillola abortiva e' quella dell'ospedale''. SICILIA - Nei mesi scorsi l'assessore alla Sanita', Russo, aveva assicurato che la Regione si sarebbe attenuta in modo ''scrupoloso alle direttive contenute nella determina dell'Aifa'', l'Agenzia italiana del farmaco. Polverini "Ru496 solo in ospedale". Commissario alla Sanita' subito dopo l'insediamento. Per Renata Polverini e' proprio la sanita' il primo punto dell'agenda tanto che oggi ha subito affrontato la questione col ministro Ferruccio Fazio: mezz'ora a porte chiuse che prefigura gia' un rapporto fruttuoso di collaborazione tra via Cristoforo Colombo e Palazzo Chigi, da oggi dello stesso colore politico, per sciogliere il nodo piu' intricato dell' amministrazione regionale, ovvero il nuovo piano di rientro sanitario che Polverini ha intenzione di varare. Un piano suo tanto che al sindaco di Firenze Matteo Renzi che a Porta a Porta la incalzava sul deficit, ricordandole anche la giunta Storace, lei ha replicato ''non mi abbinate a nessuno, verro' misurata per quello che faro' io''. E la rassicurazione che i cittadini ''non pagheranno per le negligenze passate: non chiudero' ospedali, non tagliero' posti letto, ma ridurro' sprechi e le Asl''. Un piano che potrebbe ottenere senza troppi scossoni il via libera del Governo in tempi ragionevoli. I segnali inviati oggi da Fazio sembrano molto incoraggianti in questo senso: con le amministrazioni regionali ''della stessa maggioranza del governo - ha detto oggi il ministro al termine dell'incontro - come sono adesso Lazio, Campania e Calabria, ci sara' la possibilita' di fare una concertazione puntuale. Con le Regioni della stessa parte politica abbiamo verificato sul campo i buoni rapporti''. Dunque per Polverini e per la sua ricetta di politica sanitaria, che dovra' 'curare' un disavanzo che supera il miliardo di euro, l'incontro con il ministro della Salute sembra il primo passo di un'intesa forte tra governo regionale e governo centrale. Intesa che potrebbe essere suggellata anche in altri campi in cui allineare reciprocamente politiche laziali ed esecutivo nazionale, magari a partire da quel Piano casa citato dallo stesso Berlusconi nel discorso di San Giovanni, finora ''bloccato dalla sinistra'', e che, aggiornato dal centrodestra, potrebbe essere una sponda importante, nel Lazio, anche al maxi-piano occupazionale su cui punta il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Ma la priorita' del neogovernatore del Lazio resta la sanita'. Allo stato delle cose, in effetti, davanti a Polverini si apre questo scenario: il decreto 96 del 29 dicembre 2009 individua una prima stesura dei cosiddetti 'programmi operativi' della sanita', collegati al mandato del commissario Elio Guzzanti. I tavoli ministeriali ne avevano chiesto delle integrazioni di tipo informativo o relativo ad alcune scadenze, ed e' probabile che nei prossimi giorni - i programmi sono un documento snello e flessibile - si provveda a farle. Polverini dunque prendera' in mano questi 'programmi operativi' e li valutera', e nonostante sia nelle sue facolta' proseguire con quegli strumenti (magari modificandoli), con ogni probabilita' scegliera' invece - come ha annunciato in campagna elettorale - di percorrere la via che porta alla proposta di un nuovo piano di rientro per uscire in seguito dal commissariamento. La tempistica, secondo gli esperti, dovrebbe portare da qui a sei mesi: il Piano andrebbe proposto entro giugno, poi ci sono trenta giorni per l'esame e quindici per l'approvazione definitiva. Un iter che con un governo amico potrebbe essere molto piu' lineare di quello, quantomeno tormentato, dei piani presentati negli anni passati dal centrosinistra. Intanto oggi la neoletta presidente ha dovuto puntualizzare quale sara' la linea della Regione Lazio in materia di RU486: ''Seguira' lo stesso percorso dell'aborto chirurgico, quindi sara' somministrata in ospedale''.
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