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    Lega Nord: Insegnanti siano valutati in regione d'arrivo

     

     

    Lega Nord: Insegnanti siano valutati in regione d'arrivo

    03 ago 10 "In un territorio cosi' disomogeneo, la strada per non vedere discriminati i piu' bravi e' la regionalizzazione. In particolare per quanto riguarda la selezione degli insegnanti, a contare non possono piu'essere i pezzi di carta, ma una approfondita valutazione del candidato, direttamente nel territorio ove intende avviare la propria attivita' professionale, a parita' di condizioni con i candidati del posto". Questo il commento del senatore Mario Pittoni, capogruppo della Lega Nord in commissione Istruzione del Senato, sugli ultimi dati della maturita', che evidenziano una mappa nell'Italia dei cento e lode, sempre piu' sbilanciata verso Sud. Al primo posto assoluto c'e' infatti la Puglia con 631 studenti d'eccellenza, mentre la prima posizione in percentuale e' occupata dalla Calabria con 362 "lodi": ben il 2,1% sul totale dei diplomati, contro l'esiguo 0,5% della Lombardia, che con una popolazione di quasi dieci milioni di abitanti vanta solo 256 "lodi". "E' evidente che nelle valutazioni qualcosa non va - aggiunge Pittoni- Invalsi e studi europei arrivano a conclusioni opposte. Si tratta di una questione importante sulla quale non si puo' sorvolare. Come ha detto qualcuno, rischiamo "impatti devastanti sullo sviluppo economico-sociale". Come Lega Nord, per quanto riguarda la selezione degli insegnanti, ci siamo gia' mossi. Nell'articolato (ancora riservato) che abbiamo messo a punto sugli albi regionali dei docenti, non varra' piu' la valutazione, spesso "extra-large", spuntata sul proprio territorio. Si verra' valutati nella regione di arrivo, sottoponendosi a quello che abbiamo chiamato 'test di preparazione', a parita' di condizioni con i locali. La graduatoria per l'assegnazione delle cattedre verra' stilata sommando i punti del test a quelli del successivo concorso. Qui sta la differenza: la Lega chiede parita' di condizioni nella valutazione dei candidati all'insegnamento, cosa che a livello nazionale - nonostante innumerevoli tentativi - non si e' mai riusciti a ottenere. La nostra proposta anticipa quello che gia' avviene nei Paesi piu' avanzati, dove il titolo di studio non ha valore legale e si trova spazio in rapporto al livello concreto di preparazione. Il sistema attuale, avvantaggiando chi puo' contare su supervalutazioni, ha di fatto precluso l'accesso a tanti potenziali bravi insegnanti, originari magari di quelle zone disagiate di montagna da dove scappa appena possibile chi non ha legami con il territorio, generando un turnover che sfiora ormai il 100%. Gli albi regionali - conclude Pittoni - possono garantire maggiore continuita' didattica, oltre a un adeguato livello qualitativo conseguente allo smascheramento dei 'furbetti' "

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