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Modifiche allo Statuto regionale

 

Entro il 20 febbraio le proposte per la modifica allo Statuto regionale

09 feb 09 La seduta della Commissione per le Riforme si è conclusa nel pomeriggio con l'approvazione del calendario dei lavori e di un percorso operativo per i prossimi mesi. Dopo un approfondito dibattito, che ha registrato la partecipazione di tutte le rappresentanze politiche, la Commissione presieduta da Salvatore Magarò, ha deciso di fissare entro il prossimo 20 febbraio il termine ultimo per la presentazione, da parte di gruppi o singoli consiglieri, di proposte di modifiche o di integrazioni allo Statuto vigente. "Successivamente, e non oltre il 28 febbraio - è detto in un comunicato dell'ufficio stampa del Consiglio regionale - la struttura amministrativa di supporto alla Commissione elaborerà un quadro coordinato delle eventuali proposte depositate per consentire, dal primo marzo, l'avvio dei lavori per l'esame ravvicinato delle modifiche statutarie. In questa fase sono anche previste una serie di audizioni e di ascolto istituzionale. Entro il mese di aprile la Commissione conta di esaurire la fase propedeutica onde consentire una prima lettura del testo da parte dell'Aula per poi procedere, come previsto dallo Statuto, alla seconda lettura entro i successivi sessanta giorni canonici".

I lavori avviati in mattinata. Con la relazione del presidente Salvatore Magarò si sono avviati, nella tarda mattinata, i lavori della quinta Commissione consiliare che vede all'ordine del giorno la riforma dello Statuto. Alla seduta partecipano il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Bova e, in rappresentanza della Giunta, il responsabile dell'Unità organizzativa autonoma Riforme, Paolo Naccarato. "La Conferenza dei Presidenti dei gruppi dello scorso 2 febbraio - ha detto Magarò - ha espresso un unico indirizzo, una scelta metodologica ed obiettivi da raggiungere entro tempi definiti". Nel ricordare gli elementi assunti all'unanimità in quell'occasione, Magarò ha indicato quello che, a suo dire, è un punto fermo. "Appassionare - ha detto - i calabresi con ipotesi di riforma statutaria non di tipo minimalistico; guardare al federalismo con sguardo lungimirante e rilanciare il regionalismo sulla strada della modernizzazione". "Ormai non se ne parla più - ha aggiunto Magarò - ma l'elezione diretta del presidente non può essere considerata come principio assoluto intangibile. E credo che, forse, sia questa l'ultima opportunità per affrontare la questione con maggiore consapevolezza e senza alcuna preclusione". La discussione è in pieno svolgimento, aperta dall'intervento del presidente del Consiglio, Giuseppe Bova, che, tra l'altro, ha posto l'accento su due questioni: l'esigenza di rafforzare le prerogative di scelta dei candidati a presidente da parte dei cittadini e il superamento dell'attuale situazione, che vede da una parte consiglieri eletti e dall'altra consiglieri "nominati", introducendo meccanismi che rendano protagonisti assoluti direttamente i cittadini-elettori.

Adamo “La maggioranza sia qualificata”. "E' inevitabile pervenire ad una riforma dello Statuto capace di contenere o abbattere i costi e al tempo stesso capace di produrre innovazione e semplificazione". E' quanto ha sostenuto il capogruppo del Pd alla Regione, Nicola Adamo, intervenendo stamani al dibattito svoltosi nella Commissione consiliare per le Riforme. " Statuto e Legge Elettorale - ha sostenuto Adamo - non sono da considerare materia di esclusiva competenza del Governo. Quella delle regole è materia che appartiene alla responsabilità di tutti; non è sbagliato perseguire, quindi, l'obiettivo di una intesa istituzionale". "Pur essendo sufficiente una maggioranza semplice - ha detto ancora Adamo - propongo una maggioranza qualificata che sia la più larga e condivisa possibile tra le forze di opposizione e Governo". Sulla rappresentanza elettorale il capogruppo del Pd ha proposto "una ipotesi di riforma che garantisca la certezza della rappresentanza per tutti i territori, a partire dalle piccole province ma al tempo stesso evitare una deriva verso una maggiore frammentazione. Non è fuori luogo pensare a norme che garantiscano unitarietà regionale e semplificazione del sistema politico-regionale".

Nucera “No a soluzioni preconfezionate”. "E' opportuno che si proceda immediatamente ad una rivisitazione dello Statuto per quanto riguarda quegli istituti su cui la Corte Costituzionale si è espressa nel merito". E' quanto afferma il consigliere regionale, Giovanni Nucera, in una dichiarazione rilasciata a margine della riunione della Commissione Riforme del Consiglio regionale. "Sfrondare tutte le parti dello Statuto - prosegue Nucera - che prevedono elefantiache strutture burocratiche estremamente costose, e che gravano pesantemente nelle casse regionali sarebbe anche un segnale di efficienza e trasparenza della spesa pubblica. Sono decisamente contrario all'istituzione di qualsiasi sottocommissione che possa portare soluzioni preconfenzionate, magari anche sottintesi accordi che offuscherebbero la libertà di espressione e di mandato che ogni consigliere detiene". Per Nucera "ogni singola norma dello Statuto deve nascere nella collaborazione, nel confronto e nella partecipazione dei consiglieri, ove ognuno coscientemente, scevro da pregiudizi e tatticismi, possa liberamente esprimere la propria opinione. Il terzo aspetto che voglio sottolineare afferisce alla legge regionale; sicuramente, il più delicato e, certamente, il più importante, in un momento di crisi della rappresentanza dei partiti per la selezione della classe dirigente della Calabria. Gli eletti devono essere scelti dal popolo in tutti i consessi elettivi. Non possono esistere personaggi 'unti dal signore' in nome di pseudoesperienze che, come dimostra la storia della Calabria, ad oggi dopo 20 anni, nessuna grande novità, hanno saputo offrire". "In una democrazia degna di questo nome - sostiene ancora il consigliere regionale - è il popolo elettore a dover scegliere chi lo governerà. Nella crisi generale dei partiti e nell'ormai inarrestabile processo verso il bipartitismo, non ci possono essere titubanze o timidi tentativi di ammiccamento verso quanti propugnano il perseverare di posizioni di rendita che creano solo confusione e tensioni nella gestione dei processi politici ed amministrativi. Ho sempre avuto rispetto delle minoranze ma, mai come in questo momento di grave crisi e di caduta di valori e tensioni morali, ritengo che la semplificazione delle rappresentanze di parte nelle istituzioni, debba coniugarsi sempre più con un bipolarismo maturo ed efficiente. Pertanto, la sintesi di blocchi contrapposti che si confrontano nella dialettica politica, è la risposta più nobile che si possa offrire, sia a chi è chiamato a governare sia a chi è chiamato ad effettuare l'azione di controllo e di stimolo". "Insisto, così come ho fatto in occasione della precedente riforma della legge elettorale - aggiunge ancora Nucera - per una soglia di sbarramento al 6 per cento. Credo che questo limite possa davvero rappresentare un reale momento di maturità, non solo per quanti pensano che la Regione sia una fortezza da espugnare con l'accordo di 'quattro amici che si ritrovano al bar Sport' per creare turbative negli accordi elettorali, ma anche per quanti, utilizzando gli strumenti della democrazia, pensano di poter creare liste 'fai da te', solo per lucrare posizioni di comodo".

 

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