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      Attivista LGBT aggredito mentre attende il treno sulla costa tirrenica

       

       

      Attivista LGBT aggredito mentre attende il treno sulla costa tirrenica

      07 dic 19 Riceviamo e pubblichiamo la denuncia di Federico Cerminara, già presidente di Arcigay Calabria e storico attivista per i diritti della comunità LGBT.

      Sono Federico Cerminara, vivo a Rende e da vent'anni mi occupo di diritti civili, ho fondato la prima Arcigay in Calabria e attualmente sono componente del Centro di Women's Studies Milly Villa dell'Università della Calabria. Ma prima ancora di tutto questo sono un uomo che ha deciso di vivere in questa terra e rispetta il pluralismo e la diversità che reputa valore aggiunto. Mi trovavo in stazione sulla costa tirrenica in attesa del solito treno per rientrare a Rende città nella quale vivo ed avendo a disposizione del tempo tra la fine dell'attività lavorativa e l'arrivo del treno ero intento, come ogni venerdì sera, a leggere messaggi e mail ricevute nel corso della giornata. Nello specifico stavo revisionando un progetto di contrasto alla violenza nei confronti delle persone omosessuali e tran gender e nel farlo ho inoltrato un audio alla mia interlocutrice. Nel momento in cui pronuncio la parola omosessualità, dall'altro lato del binario una donna presumibilmente di origini rumene si dirige verso di me e inizia al urlare, le uniche parole che riesco a riconoscere sono "binari", "Natale" e "San Nicola". Inizialmente ero convinto che tutto questo fosse una rimostranza nei confronti di un eventuale ritardo del treno, essendo io l'unico presente in stazione, l'ho letto come un sfogo da parte di questa donna, rispetto al fatto che il treno non fosse ancora arrivato. Solo in un secondo momento ho inteso che le urla erano rivolte a me e solo per il semplice fatto che abbia sentito la parola omosessualità. Ad un certo punto in una lingua frammista di rumeno ed italiano, inizia ad inveire contro di me, come se fossi il male assoluto e, come se non bastasse, ha iniziato a minacciarmi di morte. In 45 anni che mi occupo di queste cose, è stata la prima volta che ho percepito una situazione di pericolo. Guardava con rabbia le mie scarpe rainbow e continuava ad inveire e augurarmi la morte. Solo dopo ho capito che ieri era San Nicola, santo patrono della Romania e questa donna considerava il mio essere omosessuale un oltraggio alla propria religione. Se mi fossi trovato in un contesto prevedibile, un convegno di omofobi, probabilmente avrei reagito verbalmente a questi attacchi ma ieri proprio l'imprevedibilità dell'accaduto mi ha congelato, mi ha immobilizzato e non sono stato in grado di gestire la situazione. In un momento di lucidità mentre questa donna continuava ad inveire nei miei confronti, ho deciso di allontanarmi dalla stazione e chiamato un amico, mi sono fatto accompagnare alla stazione di Paola, per ritornare a casa. Questo episodio mi ha fatto capire come in questo preciso periodo storico la violenza nei confronti delle persone omosessuali sia aumentata ed in parte legittimata da una politica che quasi autorizza l'odio, tra l'altro in un contesto probabilmente di integralismo religioso. Non è importante che fosse donna, che fosse rumena, ciò che mi ha veramente agghiacciato è che l'odio ormai può annidarsi in chi meno te lo aspetti. E purtroppo non basta essere grandi, avere piena consapevolezza di se perché di fronte a questi episodi, resti attonito per l'imprevedibilità e l'assurdità della cosa.

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