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      Occhiuto: Consumo del suolo va inquadrato in logica di riugenerazione urbana

       

       

      Occhiuto: Consumo del suolo va inquadrato in logica di riugenerazione urbana

      18 lug 18 "Non si può parlare soltanto di consumo del suolo senza inquadrarlo in una logica complessiva di rigenerazione urbana che punti alla qualità, a soddisfare i diritti dei cittadini, alla sostenibilità delle città e alla salute e al benessere dei suoi abitanti". Lo ha detto il sindaco di Cosenza e delegato Anci all'Urbanistica e ai Lavori pubblici, Mario Occhiuto, intervenendo a Roma al convegno "Il consumo del suolo in Italia". "Il processo di costruzione della città - ha aggiunto - non può però essere solo riferito alle rinnovate esigenze funzionali dei cittadini. Deve porsi un obiettivo più alto e cioè quello di rispondere alle migliori aspettative degli uomini, anche quelle delle generazioni successive. Così dovrebbe essere, e così in parte era nella città del passato. Negli ultimi decenni, invece, abbiamo potuto assistere ad una progressiva perdita di questa visione a favore di un'idea di sviluppo della città incentrata solo su logiche funzionali, facile preda di intenti di tipo speculativo o ideologico. Dobbiamo ritornare ad avere una strategia complessiva che stimoli processi di crescita urbana sostenibili e, in tal senso, anche il contrasto al consumo del suolo e il rispetto di vincoli di varia natura sul costruito vanno bene purché inquadrati in un contesto che aiuti concretamente il processo rigenerazione delle città e che stia al passo con i tempi e le esigenze dell'oggi ma con lo sguardo rivolto al futuro". "La legge urbanistica vigente, che risale al 1942 ed è di tipo regolativo - ha detto ancora Occhiuto - non può essere più il riferimento normativo del processo di trasformazione della città contemporanea. Oggi viviamo le conseguenze di quello che è avvenuto negli ultimi decenni in Italia, dove nelle città si è costruito puntando a soddisfare esigenze pressoché primarie, pensando a soddisfare obiettivi di quantità a scapito non solo della bellezza delle nostre città ma anche della salute delle persone. Si è così innestato un meccanismo che ha portato alla speculazione edilizia visibile in molte parti del nostro Paese e a veri e propri scempi architettonici e urbanistici. Ora è arrivato il momento di cambiare. Va benissimo pensare alla conservazione, ma bisogna imparare a ragionare con un'ottica che guarda al futuro delle nuove generazioni insieme alla funzionalità del presente. Bisogna passare dal concetto di tutela passiva a quello di tutela attiva e avere anche il coraggio di demolire quello che non va e che non ha valore culturale ricostruendo secondo principi di sostenibilità, armonia e salute. Bisogna puntare sulla qualità dei progetti portando opere pubbliche e pezzi di città là dove non ci sono, nei quartieri periferici e nelle aree marginali. Dobbiamo rigenerare interi pezzi d'Italia, le immense periferie costruite nell'ultimo secolo e i centri storici abbandonati, ma per farlo è necessario poter contare su procedure semplificate, avere visioni strategiche e bypassare l'immobilismo di chi è deputato al rilascio dei pareri e delle autorizzazioni". "L'obiettivo - ha concluso il sindaco di Cosenza - è la riqualificazione del tessuto urbano che metta però al centro dei processi di trasformazione della città la qualità della vita dei cittadini nell'accezione più ampia del termine".

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